9. La fine del Mondo

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  Aveva visto tutto. La rabbia e l'odio gli accelerarono i battiti del cuore. Non poteva sopportarlo e non poteva credere che fosse successo, eppure Lucy aveva accettato quel bacio senza opporsi e per di più, aveva anche premiato Yama per averlo fatto. Così non fu più in grado di fermarsi, la sua magia proruppe in quella gabbia di cristallo nera, esplose in un'ondata di fiamme rosse e nere che presero a vorticare per tutto lo spazio. Gridò con tutta la forza che poteva imprimere ai propri polmoni e scaraventò quella frustrazione contro le pareti per buttarle giù. Le sentì scricchiolare e delle crepe iniziarono a crearsi un po' ovunque, quindi gridò ancora più forte, perché l'unico desiderio che lo spingeva ora, era quello di uccidere Yama.


Non si accorse neanche della lancia che gli si conficcò nella coscia ancora sana, non percepì alcun dolore e non si curò neanche del fatto che il suo avversario stava cercando di bloccarlo. L'unica cosa che vedeva era il viso di Lucy, rigato dalle lacrime, ma che guardavano il suo nemico e non lui. La sua compagna lo stava tradendo davanti ai suoi occhi e questo era abbastanza per fargli perdere il controllo. Quello che non poteva sapere era che Lucy stava provando a fermare Yama, aveva visto il suo passato e ora conosceva il motivo del suo comportamento e con il cuore in mano lo stava pregando di non uccidere Natsu, ma quando la bara nera di Yama non riuscì più a contenere la forza del Dragon Slayer e si frantumò in mille pezzi, Natsu piombò sul suo nemico con tutta la sua forza, impugnando una delle lance che lo avevano ferito.
- Natsu aspetta! Non è come sembra!- Il mago sembrò completamente sordo alle parole della compagna, completamente concentrato sul suo nemico, ma non riuscì a colpirlo. Yama scansò il colpo afferrando la lancia e sbattendo a terra Natsu. Rotolò per un paio di metri, ma si rialzò e facendo leva sulle caviglie tornò all'attacco circondando di fuoco il pugno e portandosi in avanti. Il dio della morte fermò anche quest'attacco, ma quando il fuoco del Dragon Slayer iniziò ad avvilupparsi alla sua mano e bruciare, dovette tirarsi indietro. La mano di Yama era completamente ustionata e iniziò a sanguinare, dovette tirarsi indietro e ricadere su un fianco per evitare il secondo attacco. Il suo avversario sembrò essersi trasformato in un mostro. Quei colpi che poco prima non lo avevano neanche sfiorato, ora bruciavano come le fiamme dell'inferno. Tutto di lui era cambiato, la forza e la velocità di Natsu si erano forse triplicate e le sue fiamme, ormai completamente nere, erano intoccabili. Come un animale selvaggio, il Dragon Slayer tornò all'attacco, sputò fuoco e riuscì a colpire Yama con una serie di pugni tanto da spingere il Dio a dover indietreggiare, ma non fu abbastanza lesto. Natsu lo prese per gli abiti e lo tirò su di peso, richiamò le sue fiamme e le avvolse intorno a Yama, che gridò di dolore. La pelle iniziò a bruciare e rinsecchirsi, l'odore della carne diventò insopportabile e a nulla valsero le urla di Lucy affinché si fermasse. Quello che stava usando era il potere che Seere gli aveva concesso con il patto, ma quello non era più Natsu. La furia con cui combatteva e la brama di uccidere l'avversario non erano nell'indole del suo compagno e vederlo in quello stato, come un mostro senza volontà alcuna, le distruggeva il cuore. Strinse i denti e nonostante i muscoli non le rispondessero ancora nel modo giusto, strisciò verso di lui e fu in grado di afferrargli i pantaloni. Natsu non sembrò rendersi conto di nulla e continuò a creare le sue fiamme.
- Natsu basta. Non sai come stanno le cose. Non puoi ucciderlo.- Singhiozzando come una bambina riuscì per qualche secondo a farsi guardare da lui. Il Dragon Slayer rivolse i suoi occhi su di lei e Lucy provò a far leva su quel piccolo barlume di lucidità che riuscì ancora ad intravedere. Distratto, Natsu lasciò andare Yama che ricadde a terra rotolando poco distante dai due. Ormai sembrava esserci rimasto poco dell'uomo affascinante di pochi istanti prima. La pelle era completamente bruciata, così come i vestiti e i capelli. Lucy osservò quel corpo immobile e irriconoscibile riuscendo solo a captare un accenno di respirazione, era ancora vivo e forse, avrebbe potuto salvarlo, ma ora doveva concentrarsi sul compagno ed evitare che perdesse nuovamente la ragione. Per Natsu fu una liberazione, vedere finalmente quegli occhi che osservavano lui era la prova egoistica che la voleva a tutti i costi, ma era anche arrabbiato, anzi furioso, perché non riusciva a non considerarlo un tradimento. In tutta la sua vita non aveva mai provato dei sentimenti così amplificati, li temeva perchè non era sicuro di riuscire a controllarli, ma per nulla al mondo avrebbe fatto del male alla sua Lucy e ora che era li, poteva calmarsi e cercare aiuto, ma forse era troppo tardi. - Possiamo risolvere tutto senza dover combattere tra noi. Loro vogliono uccidere Seere, se collaboriamo possiamo salvare tutti.-
Uccidere Seere. Uccidere quella che lui considerava la sua signora. Non poteva ascoltarla, non doveva in nessun modo farsi sopraffare dai suoi sentimenti per lei. Così la scansò di colpo facendola sbattere sull'erba ormai bruciata e si concentrò sul suo vero nemico, ma i secondi persi a concentrarsi su Lucy lo aveva distratto troppo. Yama era riuscito a rialzarsi e lentamente le ferite sul suo corpo si stavano guarendo, la pelle cicatrizzava e tornava liscia, i capelli ricrescevano e il viso aveva riacquistato dei bei lineamenti. Il Dio della morte impugnava una lancia nera dalla lama aguzza e sottile, era già pronto a scagliarla sul Dragon Slayer, non avrebbe avuto un'occasione migliore da sfruttare. La tirò con tutta la forza che era riuscito a recuperare e Natsu non avrebbe avuto modo di schivarla da quella distanza.
- Se uccido il guardiano potrò prendere lei!-
- Natsu!-
Fu un secondo, troppo veloce per riuscire a capire cosa fosse accaduto. La lama si conficcò nella carne bagnandosi di rosso e facendo schizzare il sangue scarlatto ovunque. Quando il Dragon Slayer aprì gli occhi si ritrovò supino sul terreno, sporco di un sangue che non era suo e i suoi occhi ricaddero sulla figura della ragazza, ora in ginocchio che cercava con tutte le forze di fermare quella lancia, ma era tardi e la ferita troppo profonda. Non riuscì a reagire, rimase fermo e immobile anche quando Yama scattò in avanti e la sorresse per le spalle, estrasse la lancia buttandola lontano e poi la strinse tra le braccia. Troppo sconvolto per capire cosa stesse accadendo, non vide altro che il Dio portar via la sua compagna rivolgendogli solo uno sguardo carico di odio e risentimento.

Quando riuscirono a capire da che direzione provenisse tutta quell'energia magica, era troppo tardi. Laxus e Gildarts avevano corso con tutte le forse rimaste, ma per un po' erano riusciti solo a girare in tondo senza arrivare ad una meta. Era chiaro che l'area in cui Natsu stava sostenendo un combattimento fosse interdetta da qualche incantesimo, ma non ebbero ne il tempo ne la lucidità per fermarsi e cercare di inibirlo. Aveva lasciato Erza e gli altri alla gilda, la maga dai capelli scarlatti era riuscita a svegliare Wendy e la bambina era subito intervenuta a curarle le ferite. Nonostante quella magia fosse per lei pericolosa, Wendy non si tirò indietro e curò anche le ferite di Gajeel e Gray. Infine, quando ormai la frustrazione era ai massimi livelli e la voglia di distruggere ogni cosa decisamente grande, sentirono un leggero movimento d'aria intorno a loro, come lo spazio si fosse sistemato e tornato alla normalità e lo videro. Il terreno intorno al Dragon Slayer era bruciato in più punti e i segni del combattimento erano evidenti, ma non c'era nessun altro. Natsu si era seduto, con la testa e le braccia abbandonate in avanti, era ferito e per qualche secondo, credettero che fosse morto. Gidarts fu il primo a correre da lui, si inginocchiò al fianco del ragazzo e provò a smuoverlo con la mano, ne percepì il respiro lento e irregolare, ma fu in grado di tirare un sospiro di sollievo.
- Natsu, che è successo? Contro chi hai lottato? Ohi Natsu!- Non riuscì a raggiungerlo, era lontano e assente, completamente estraneo a ciò che gli stesse intorno. Provò a chiamarlo più volte, senza mai riuscire ad ottenere nulla. Laxus dal canto suo ormai se ne era accorto. Percepì appena la presenza della maga stellare e qualcosa, insieme alla grande pozza di sangue vivo vicina al ragazzo, gli dicevano che era accaduto qualcosa di decisamente sconvolgente. Infine Natsu perse i sensi, sconvolto e ferito non resse oltre la pressione e Gildarts fu costretto a caricarlo sulle spalle.
- Pensi anche tu che qui ci sia qualcosa di decisamente strano?-
- Ci hanno solo tenuti occupati.- Ormai ne era certo e rispondere, per Laxus, fu solo un modo per rendere concreti tutti i dubbi che si erano creati. - Era un diversivo, dividerci e farci combattere. Ci hanno fregato e lo hanno fatto sotto il nostro naso.-
Non aspettarono oltre, ormai era certo e quando tornarono alla gilda ne ebbero la conferma.

Erza era salita al piano superiore, voleva consultarsi con Mirajane e trovare un posto dove rinchiudere i due Aditya, ma si trovò davanti alla nuda verità. La porta di Seere era spalancata, Mirajane stesa sul pavimento priva di sensi e al suo fianco Juvia pallida e sudata che si reggeva il petto e cercava di respirare normalmente.
- Che cos'è successo qui? Mira!- Provò a smuoverla e farla svegliare, ma non ne fu capace. Juvia spostò appena gli occhi verso la maga e si ritrovò a dover fronteggiare uno sguardo carico di rabbia e paura. - So che non sei Juvia, che è successo qui?-
- Sono stata tradita.- rispose a fatica. Erza si rese conto che anche lei era rimasta vittima di qualche magia, ma la rabbia nei confronti di quell'essere che continuava ad usare il corpo della sua compagna la resero cieca davanti a tutto. Creò una spada semplice, senza fregi o finiture, non aveva il tempo o la voglia di renderla esteticamente accettabile e la puntò contro di lei. - Vuoi uccidere una tua compagna?-
- Quella che l'ha uccisa sei tu, piuttosto che farti usare il suo corpo in questo modo, preferisco farti a pezzi!- - Non dovrai sforzarti per questo. - Juvia scoprì il simbolo sul seno, sanguinava leggermente ed era rosso e infiammato. - Questo sta già facendo tutto il lavoro.-
- Che cos'è?-
- E' una trappola. La mia anima è stata bloccata in questo corpo e non posso abbandonarlo, così lentamente sia io che lei verremo distrutte. Seere se ne è andata e io sono stata tradita e lasciata qui a morire. Pensare che l'artefice di tutto sono stata io.-
- Dovrai spiegarci molte cose.-
- Non ne avrete il tempo, ormai l'ho capito. Seere ha giocato con tutti noi fino ad ora e adesso è libera. Questo mondo collasserà velocemente e finiremo tutti all'inferno...-

In pochi secondo tutto intorno a loro prese a tremare. La terra e l'acqua iniziarono ad agitarsi, crollarono colline e montagne, strariparono fiumi e onde alte metri si abbatterono sulle coste. A fatica quella piccola baracca fatiscente che ora chiamavano casa, riuscì a reggere le scosse di terremoto. Erza si ritrovò tremante e spaventata, come quando era una bambina prigioniera nella torre del paradiso. Dapprima non se ne rese conto nessuno. Il cielo iniziò a scurirsi e l'aria divenne più fredda. Molte persone credettero soltanto che fosse uno scherzo del clima, infondo era una cosa normale e con un po' di magia si poteva tranquillamente sopportare del freddo fuori stagione. Poi la terra iniziò a tremare. Il cielo divenne plumbeo e carico di nubi. Grandi fulmini squarciarono il buio. La pioggia prese a scendere, ma appena arrivata al suolo iniziò a corroderla e bruciarla. Molte persone ne rimasero ferite e presero a rifugiarsi in casa, nella speranza che i tetti in pietra reggessero la pioggia acida, ma non durò molto. La pioggia divenne più fitta e violenta, i fiumi si ingrossarono e le montagne iniziarono a cedere. Fango e acqua si riversarono sui villaggi più piccoli, alcuni scomparvero per sempre. Mentre sulle scogliere, il mare violentò, iniziò a scagliarvisi contro; sulle spiagge prese ad indietreggiare lasciando tutto basiti, ma poco dopo le onde ricoprirono ogni cosa. Molti iniziarono a gridare alla fine del mondo, molti diedero la colpa a qualche magia oscura e molti invece semplicemente accettarono quella punizione. Qualcuno ne conosceva il motivo, affacciato alla sua finestra, stanco e invecchiato come mai prima d'ora. Makarov guardò la sua città perdere vita e sentì quella stessa debolezza accanirsi sulle sue ossa. La responsabile era lei, la creatura che per anni aveva tenuto nascosta nelle profondità della sua gilda e che ora era libera di agire per colpa sua. Non aveva mai accettato di sacrificarle dei maghi, ma da solo non ce l'avrebbe mai fatta e si era affidato ad uno dei suoi compagni di gilda. Divenuto Master e quindi a conoscenza di ogni segreto di Fairy Tail non aveva retto e si era dovuto confidare, anche se aveva quarant'anni si sentiva pur sempre un ragazzino, ma non quanto colui che si era offerto di aiutarlo. Per anni avevano sopportato il patto insieme, sorretti dalla forza di volontà di tenere rinchiusa Seere Carman, ma lui era stato via per sette anni lasciando che lui sopportasse tutto da solo. Non avrebbe mai detto a nessuno quella realtà, avrebbe preferito far credere di aver sacrificato maghi con cui non aveva legami, piuttosto che dire a suo nipote e alla sua gilda, che aveva lasciato morire un amico e un compagno. Ora però tutto quello aveva perso importanza.
Chissà se Fairy Tail sarebbe stata forte abbastanza per sopportare la fine del mondo?
Mavis gli strinse la mano, il primo Master e la fata più forte della gilda era li al fianco di un vecchio, sperando che in tutti quegli anni fossero almeno stati in grado di piantare dei buoni semi. 

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