- Quante persone?- Laxus lo gridò di nuovo. Il suo viso si contrasse in una smorfia di ira e delusione che ferirono il Master. Neanche questa volta il vecchio Makarov fu in grado di rispondere e come risposta, Laxus tirò un forte pugno contro una della pareti rompendola. Si ferì la mano, le schegge di legno si infilarono dispettose tra le dita, ma questo a lui non importò.
- Ora basta, dovremo almeno lasciare che il Master finisca di raccontare.- la maga degli spiriti stellari intervenne, provando a calmare il dio del fulmine e fermare quell'orribile borbottio che era iniziato da un po'. - Lucy-san ha ragione. Sono sicura che il Master ha ancora da dirci molte cose.- Timida e impacciata, Wendy provò a sostenere l'amica, ma le sue parole trovarono ben poca approvazione. Lo lessero chiaramente nei volti dei compagni, dal fatto che quasi nessuno era in grado di alzare lo sguardo dal pavimento verso quell'uomo che ora sembrava ancora più vecchio.
- Ma per quanti segreti una gilda possa avere, questo è... insomma, assurdo.- Fu Max a parlare. Era rimasto in silenzio come tutti gli altri membri della gilda, ma forse per lui e quelli che erano rimasti indietro, aspettando i compagni per sette anni, quella rivelazione era troppo.
- Max lascia stare.- Wakaba intervenne, provando a calmarlo e cercando conforto nella sua fedele pipa aspirando una grande boccata di tabacco che potesse risollevarlo un po', ma senza successo.
- No ha ragione.- Warren si alzò in piedi e prese la parola. Intimorito e decisamente giù di corda provò ad esprimere ciò che gli altri non dicevano, ma pensavano da un po'. - Noi abbiamo passato sette anni orribili. Avevamo perso i nostri compagni e il nostro Master, vi abbiamo cercato tutti i giorni, io vi ho chiamati ogni giorno nella speranza di una risposta. Abbiamo stretto i denti, portando nel nostro cuore il nome di Fairy Tail e amandolo sempre di più, nonostante avessimo perso la nostra gilda, ci siamo accontentati di questo posto perché amiamo la nostra famiglia, ma ora... - trattenne le lacrime a fatica, tirò su col naso e si coprì il viso. - ora sapere questo, scoprire che il Master che amiamo e adoriamo ci ha tenuto segreto una cosa simile... mi chiedo chi è che abbiamo aspettato per tutto questo tempo?-
- Warren ma cosa dici?-
- Lucy per te e gli altri è diverso, non puoi capire cosa stiamo provando noi che siamo rimasti indietro.- La maga stellare fu interrotta da Reedas, da quell'uomo che parlava poco, ma che ora si sentiva esattamente come Warren stava descrivendo e la stessa sensazione lei la percepì da tutti gli altri membri. Provò a cercare lo sguardo di Erza, Levy e Mirajane, le ragazze rimasero in silenzio e lei non riuscì ad accettarlo.
- Come potete dubitare in questo modo? Non c'è nessuno a questo mondo che non abbia dei segreti, ma questo non può intaccare così tanto la vostra opinione, non può minare l'affetto che c'è tra noi. La gilda siamo noi, non è un nome o un edificio, sono i nostri sentimenti e i nostri cuori a costruire Fairy Tail e il Master ha insegnato così tanto a tutti noi, ci ha protetti sempre e in ogni circostanza e noi non possiamo essere così ipocriti da voltargli le spalle in un momento come questo!-
- Basta così.- Makarov si fece avanti, il viso basso, ma con espressione dura e decisa che gli accentuò l'incavo degli occhi, segno di stanchezza. - Non posso rimediare a questi errori e Warren, Max e gli altri hanno ragione. Siete liberi... liberi di togliervi il marchio di una gilda che vi ha deluso così tanto. Ho fallito, come Master e come padre e mi scuso per tutto.-
- Makarov perché?- ormai il viso di Mavis era segnato da quel dolore nato per causa sua, non era stata in grado di difendere la sua gilda come si era ripromessa e per questa sua mancanza, Makarov stava soffrendo. Il vecchio Master provato e stanco, fece per voltarsi. Sarebbe salito al piano superiore e in qualche modo avrebbe cercato un confronto con Carman per rimandare la decisione su Natsu, che in quel momento non poteva affrontare. Percepì appena le parole di supplica di Lucy, che con tutta se stessa cercava di fermare i vecchi membri di Fairy Tail.
- Non potete voltargli così le spalle.-
- Che vadano via!- fu Gajeel questa volta ad intromettersi. Non era riuscito a sopportare oltre e la sua pazienza era ormai svanita. Stanco di dover sopportare tutte quelle lacrime e quei silenzi, quelle accuse assurde che per lui non valevano nulla, non riuscì più a trattenersi. Spostandosi leggermente mise in mostra il marchio di Fairy Tail sulla sua spalla e gonfiò i muscoli per renderlo ancora più evidente. - Io ho fatto un giuramento. Ho accettato questo simbolo e lo farò per tutta la vita. Se voi non siete in grado di sopportarlo non fatevi più vedere. Questa è Fairy Tail, la gilda che tutti abbiamo costruito, sbagliando e facendo un mucchio di cazzate, ma è la nostra gilda e la difenderò sempre e comunque.-
- Inizio a credere...- Laxus lo affiancò, Gajeel si sentì sormontare dalla presenza del Dragon Slayer del fulmine, ma ne percepì i suoi sentimenti, quasi fossero all'unisono. - anzi sono sicuro, che non mi sbagliavo quando decisi che in questa famiglia c'erano persone non degne di portare il marchio di Fairy Tail e questa ne è la prova. Se non siete in grado di supportare il vostro Master non siete nulla. E' vero, ci ha tenuto nascosto qualcosa, ma nonostante tutto noi siamo qui e non ce ne andremo.- Se in quel momento qualcuno di loro si fosse avvicinato al vecchio Makarov, avrebbe visto il suo viso solcato da grosse lacrime di commozione, quelle parole erano tutto ciò che gli servivano per andare avanti. Eppure, nonostante tutto, la porta della gilda si aprì e quando si richiuse, molti di loro se ne erano andati.
Si concessero qualche minuto per calmare gli spiriti e riflettere su ciò che era stato loro rivelato. Gajeel rimase insieme a Natsu, voleva tenerlo sott'occhio per evitare che si avvicinasse al secondo piano, ma Salamander non sembrò intenzionato a muoversi dall'angolo in cui si era rifugiato. Era come se la frenesia di poche ore prima fosse completamente svanita, riuscì persino ad abbracciare il piccolo Happy chiedendogli perdono per come si era comportato. L'Exceed non aveva di certo bisogno di scuse o altro, a lui bastò accoccolarsi tra le braccia del compagno e donargli affetto e sostegno. Quando il gatto si fu addormentato, Gajeel riuscì a concentrarsi sul Dragon Slayer. Lo vide stanco, privo di espressioni o forza di volontà ed entrambi gli occhi ormai avevano preso quell'orribile colore dorato.
- Riesci a vedere?-
- No, mi sto abituando ad affidarmi solo all'olfatto.- Natsu si strofinò gli occhi nella speranza che quelle ombre sparissero, ma non ci fu nulla da fare. - Tu l'hai vista, com'è quella donna?-
- Bellissima e terrificante allo stesso tempo. E' come se mi avesse rubato l'anima, non faccio altro che pensare a lei.- Non chiese altro, il Dragon Slayer di ferro avrebbe voluto fargli molte altre domande, anche chiedergli come mai l'odore di Natsu fosse così forte sulla pelle della maga stellare, ma evitò l'argomento. Poco dopo Mavis e Wendy si avvicinarono ai due. Il primo Master aveva il viso così triste, che persino Gajeel non riuscì a sopportarne la vista. La piccola Wendy si offrì di guarire gli occhi di Natsu, ma la sua magia curativa non ebbe nessun effetto.
- Volevo almeno provarci.-
- Non è colpa tua Wendy.- La piccola Charle provò a sostenere la bambina, sapeva che la cosa che la rattristava di più era non riuscire a curare i suoi compagni e rendersi utile, ma quella maledizione che li stava colpendo era sopra le sue capacità, come per quelle di tutti.
- Per ora è meglio che Natsu venga tenuto sotto controllo. Finché riesce a mantenere la calma, non dovremmo farlo avvicinare a lei.-
- Allora forse dovremo andare via. Casa mia è meglio.- Lucy si intromise nel discorso attirando lo sguardo su di lei. Aveva impiegato tutto il suo coraggio per dire quella frase e la sua paura maggiore era che Natsu non accettasse il suo aiuto. Non aveva la minima idea di come doveva comportarsi dopo quello che era successo tra loro, ma per nessuna ragione al mondo lo avrebbe lasciato solo.
- Bene allora andiamo. Ci offrirai la colazione a tutti.- Gajeel non perse tempo afferrò Happy e lo passò alla biondina, facendolo svegliare di colpo, tanto che faticò a capire cosa fosse accaduto, poi prese di peso Natsu portandolo sulle spalle e chiamò anche Levy che corse da lui in pochi secondi. Non sarebbe stato semplice, ma far finta che non stava succedendo nulla, forse era la scelta migliore che avrebbero potuto fare per quella mattina.
Laxus era praticamente scappato dalla gilda dopo l'ammissione del nonno. Si era nascosto dai suoi Raijinshu e se ne rimase seduto su un grosso ramo di quella quercia immensa proprio dietro la gilda. Doveva mettere ordine, nella sua testa, in quella del vecchio Makarov e prendere una decisione. Per un certo verso ora tutte le cose iniziavano ad avere un senso, tutte le volte che il vecchio gli ripeteva dei segreti della gilda, del fatto che non dovevano essere scoperti, del perché aveva mandato via suo padre. Eppure, ora che ci pensava bene che senso aveva avuto espellere il padre? Se quella donna solo guardando Natsu era riuscita a domarlo, non sarebbe stato più semplice sacrificarle anche Iwan in modo che non rivelasse a nessuno i segreti di Fairy Tail.
- Anche tu ci stai pensando?- Abbassò lo sguardo verso il basso, scorgendo la figura delicata di Mirajane appoggiata al tronco dello stesso albero in cui lui si era rifugiato. La osservò a lungo senza dire nulla, lui non era di certo il tipo che regalava belle parole o sapeva quando essere dolce con qualcuno, quindi non riusciva neanche a capire perché si appoggiasse ad uno come lui.
- Io sono certa che il Master non ha fatto niente di male e che è stata solo colpa della nostra immaturità se non ci ha parlato di quella donna. Sono certa che se ci avesse ritenuti all'altezza...-
- Ci avrebbe sacrificato?-
- Non dirlo neanche!- l'albina non fu in grado di gridarlo, nonostante lo volesse e le avrebbe anche fatto bene sfogare tutti quei sentimenti repressi. Sarebbe rimasta dalla parte del Master comunque, ma lei era certa che Makarov non si era macchiato di una tale crimine.
- Non lo credo. Sono convinto che sia troppo stupido per riuscire a scegliere qualcuno e mandarlo a morte. Probabilmente si è addossato tutta la responsabilità, ma finché non me lo dirà di persona non posso non avere dubbi. Sarebbe da stupidi non averne.-
- Mi fido di lui.-
- Ti sei fidata anche di me eppure mi sembra di aver deluso le tue aspettative.- Laxus saltò giù dal ramo dando le spalle alla ragazza, probabilmente con quella frase era riuscito a far crollare il muro di fiducia che Mirajane aveva costruito davanti agli occhi, impedendole di vedere come la vita reale, poteva cambiare chiunque. Forse era stato brusco, ma era fatto così e si era già concesso un momento di debolezza con lei. Eppure quando provò ad allontanarsi, sentì la mano della ragazza tirargli la maglietta e bloccarlo. Era debole, troppo debole per fermare uno come lui, ma non si mosse.
- Il fatto che mi facevi andare su tutte le furie non conta, non ho mai perso la fiducia nei tuoi confronti, neanche una volta.- Felina, si portò davanti a lui prendendogli la mano e portandola verso il suo petto. Quando sentì il calore della pelle della ragazza e il cuore battere frenetico, Laxus ne rimase incantato, ma percepì anche molto altro. - La senti vero? Non so per quanto ancora riuscirò a trattenerla.- La magia di Mirajane era in subbuglio, Laxus la sentì vorticare dentro quel fragile corpo, spingerle le membra pur di fuoriuscire e sfogarsi. Lei si stava aggrappando alla forza del compagno per non cedere e di questo, lui, se ne era reso conto da un po'. - Se dovessi perdere il controllo... sei l'unico che può fermarmi.- Lui non era così, non era il tipo di uomo che cedeva alla bellezza o alle lusinghe. Non era dolce o sensibile, era solo Laxus, borioso e scontroso, ma lei stava demolendo tutte le sue certezze solo guardandolo negli occhi. Quel blu profondo e cristallino, quella pelle perlacea e splendente, stavano conquistando anche uno come lui.
- Sei una maga di Fairy Tail, il tuo orgoglio non ti farà cedere.- Fu gentile, stupendo persino se stesso e trascinato da quelle strane emozioni spostò la mano e le accarezzò il viso, Mirajane si rilassò a quel contatto e chiuse gli occhi. Per la prima volta nella sua vita sentì di aver capito cosa significava far parte di una famiglia. Non erano i legami di sangue o i nomi, era semplicemente quel piccolo gesto a fare la differenza. Non dover temere di essere sopraffatti, non dover fingere di essere forti, riuscire soltanto a fidarsi. Non si concesse altro, in quel preciso istante decise che era suo dovere proteggere lei, i suoi compagni e suo nonno.
Era rimasta insieme a Lisanna, Elfman e Cana e la gilda era ripiombata nel silenzio. Quando gli altri se ne erano andati, il suo cuore gridava dalla rabbia, non riusciva a capire come fosse possibile quel comportamento, come potevano voltare le spalle al Master in quel modo, ma quando era giunto il momento di intervenire, il suo corpo non era stato in grado di rispondere alla sua volontà e questo la stava distruggendo. Si alzò lenta e stanca, camminando come un fantasma. Aveva tolto persino la sua solita armatura, perché lentamente le era risultata troppo pesante da tenere indosso. Non era una situazione semplice per lei, entrambi i suoi amici, su cui aveva sempre fatto affidamento, se ne erano andati e ora che non aveva nessuno su cui appoggiarsi o con cui parlare, non riusciva a fare nulla. Non era stata capace di andare da Gray per tutto il tempo, non ne aveva avuto il coraggio, perché vederlo su quel letto significava accettare di non averlo più vicino, ma ora non riusciva più a trattenere quel desiderio, di mettere pace nel suo cuore e accettare la situazione. Così, contro gli ordini del Master, salì le scale e si ritrovò davanti alla porta chiusa in cui erano stati lasciati i suoi due compagni. Girò piano la maniglia e la porta si aprì facendole respirare aria viziata, ma non gli diede peso. Si sporse appena scorgendo l'angolo del letto e la coperta smossa che cadeva da quella parte, ma quando si decise ad entrare i suoi occhi si spalancarono e rimase completamente basita. Juvia era seduta, la pelle bianca e gli occhi inespressivi. Teneva stretta a se il corpo di Gray, lo accarezzava e lo coccolava come una madre con il proprio figlio e il ragazzo rimaneva li, appoggiato con la testa contro il grembo di lei.
- Siete vivi? Com'è possibile?- Juvia non le prestò alcuna attenzione, continuò a prendersi cura di Gray cercando di svegliarlo dolcemente e chiamandolo di tanto in tanto. Erza ci impiegò un po' a notarlo, colta dalla sorpresa, ma la magia che circondava entrambi era malevola e decisamente oscura, così come cupo era lo sguardo di Juvia.
- Chi sei?-
- Shh, non disturbare. E' davvero difficile convincerlo.-
- Convincerlo a fare cosa?- Erza provò a fare un passo in avanti, ma entrare nella stanza le fu proibito, come se vi fosse un muro invisibile. Avrebbe voluto correre dal compagno e strapparglielo dalle mani, ma non mosse neanche un dito. Juvia, o meglio colei che ora la stava controllando, sorrise vedendola impotente.
- Lascialo stare! Non puoi prendere anche lui.- Spinse con tutte le sue forze contro quella barriera invisibile, stanca di sentirsi inutile e debole, richiamò ogni grammo della sua energia per dar prova di non aver perso contro tutte quelle sensazioni, che quel demone le aveva gettato addosso. Intorno al suo corpo piccole scariche elettriche iniziarono a ferirle la pelle, dapprima lievemente, poi sempre più in profondità provocando dei graffi sempre più grandi. Richiamati dalle grida di Erza, anche gli altri salirono al piano superiore e quando videro la scena rimasero senza parole. Elfman reagì prontamente, si scagliò contro quel muro con tutta la sua forza, ma il contraccolpo lo fece volare verso la tromba delle scale. Anche Cana e Lisanna tentarono qualche colpo, ma niente sembrò efficace. Dalla stanza, l'essere che parlava e rideva con la voce di Juvia le derise.
- Anche se il Master ti lascia fare, non significa che lo faremo anche noi.-
- Quindi non volete che lo riporti in vita. Non pensavo che foste così decisi.- Si bloccarono tutti di colpo, Erza cadde in ginocchio e cercò una spiegazione. Potevano davvero fidarsi di lei? Si era già presa Juvia, stava richiamando Natsu e forse avrebbe chiamato a se anche lei, come poteva credere che ora volesse ridar loro indietro un compagno.
- Chi sei delle due?-
- Mira-nee!- Lisanna pronunciò il nome della sorella come se fosse una benedizione. Lo guardo deciso e forte di Mirajane riuscì a donare a tutti un po' di sollievo da tutto quel caos. L'albina si frappose tra il muro e la maga dai capelli scarlatti, riuscendo a poggiarle una mano sulla spalla e darle man forte. I minuti di silenzio che si susseguirono, fecero rimanere tutti senza fiato. - Da quando sei qui hai distrutto la nostra gilda, hai intaccato la fiducia che abbiamo sempre avuto nei nostri compagni e ce ne stai portando via troppi. Non posso permetterti di continuare ad agire come preferisci. Se non mi dirai che intenzioni hai, giuro sull'amore che ho per i miei compagni che raderò al suolo questo edificio pur di fermarti.- Juvia accarezzò nuovamente il viso addormentato del ragazzo e sorrise, la forza che Mirajane stava dimostrando, forse l'aveva colpita, perché iniziò a spiegarle ogni cosa, quasi si stesse confessando.
- Stai parlando con Carman. Ho bloccato la loro vita poco prima che si spegnesse, un po' mi dispiaceva che due maghi di talento se ne andassero in quel modo. Ho donato a questa ragazza il mio sangue e ho fatto si che fossi in grado di possederla per riportare indietro le loro anime dal limbo, ma entrambi fanno resistenza. A differenza di Seere, non mi va che la mia magia venga usata da chiunque e avrete bisogno di molto potere per proteggermi.-
- Perché dovremo farlo, dopo quello che ci hai fatto?-
- Perché credete che i Master della vostra gilda si siano legati a noi? Per evitare che qualcuno usasse la mia magia. Io sarò anche il male, ma un essere umano che usa il potere dei demoni è ancora più spaventoso di me e voi ne avete avuto la prova sette anni fa. Dovete solo decidere da che parte stare.- Carman non aspettò una risposta, non ne aveva bisogno. Alzò la mano e invocò un globo bianco di energia che iniziò a fluttuarle tra le mani. Il calore di quel globo raggiunse anche i ragazzi fuori dalla stanza e quando Erza ne fu colpita invocò il nome di Gray.
- Esatto, questo è lui. Ha accettato e ora lo riporterò indietro, ma per il momento non vi ridarò anche la ragazza.- Spinse a forza il globo di energia nel corpo del ragazzo e questi venne scosso da forti convulsioni. Infine riuscì a riprendere il respiro e si mise seduto. A fatica recuperò una respirazione regolare e ogni volta che prendeva aria, sentiva i pomoni dolergli e i muscoli tendersi dallo sforzo. Aprì gli occhi e ci impiegò un po' per mettere a fuoco la stanza e i compagni bloccati fuori. Poi si voltò verso la ragazza dietro di lui, lo osservava compiaciuta e sorrideva leggermente costatando il buon lavoro svolto. Il mago del ghiaccio non parlò, strinse tra le sue le mani fredde di Juvia e piangendo la baciò sulle labbra. Quando si staccarono, Juvia ricadde tra le braccia di Gray, tornando immobile e fredda come fino a pochi minuti prima che fosse posseduta. Il giovane mago del ghiaccio l'adagiò con cura e la coprì, poi a fatica provò ad alzarsi. I muscoli delle gambe erano leggermente atrofizzati, ma niente che non si potesse risolvere con un po' di pazienza. Si toccò le braccia dove prima c'erano i segni delle ferite e sentì solo un lieve formicolio, ma nessun dolore.
- Gray?- a fatica Erza cercò di richiamare l'attenzione dell'amico, lui la guardò regalandole un sorriso per provare a calmarla, poi però non perse tempo. Si sentì stretto in quei vestiti che indossava da troppo tempo e se li tolse con la sua solita velocità.
- Dov'è Natsu?-
- Da Lucy, abbiamo deciso che era meglio tenerlo lontano da qui, sai lui è stato...- con un gesto della mano, Gray bloccò Lisanna che aveva risposto alla domanda. Gli occhi del mago spaziarono per qualche secondo dai compagni al panorama fuori dalla finestra, al sole della giornata che riscaldava Magnolia. Una scena che presto non avrebbero più potuto godersi.
- Andrò a prenderlo e farà quel che deve. Non può più sottrarsi, tenerlo lontano non ha senso.- Nonostante tutti cercassero delle spiegazioni, gli facessero domande su cosa gli fosse accaduto e sul perchè ora dicesse quelle cose, Gray non prestò più attenzione a nessuno. Lui aveva deciso, aveva promesso e non si sarebbe tirato indietro. Anche da quella distanza riusciva a vedere la sagoma dell'edificio di Fairy Tail.
Sorride compiaciuto del fatto che una delle gilde più forti di Fiore si fosse ridotta a quel luogo cadente e vecchio. Si scostò i biondi capelli dagli occhi che gli impedivano di vedere e provò a schermarli dal vento fastidioso che continuava a spettinarlo. Fu subito affiancato da una donna e un ragazzo, i lineamenti delicati e i capelli color del sole di tutti e tre risplendevano alla luce del giorno, donando loro un aspetto etereo e fiabesco.
- Indra-sama ci ha dato il permesso di agire come vogliamo. Non gli importa.- proferì la ragazza, sorridendo compiaciuta e stirandosi i muscoli che per troppo tempo erano rimasti immobili.
- Quindi possiamo ucciderli tutti?- il più giovane sembrò godere a pieno di quella libertà, l'idea di poter usare il suo potere, lo rendeva febbricitante.
- Varuna, Surya... non voglio attirare troppo l'attenzione, ma... possiamo ucciderli tutti.-
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Tears Of Blood
FanfictionDopo sette anni di vuoto Makarov è alle prese con una decisione che coinvolgerà tutti i suoi figli e metterà in pericolo le loro vite...la donna in nero su cui nessuno sguardo deve essere posato, la cui voce non può essere ascoltata farà versare lac...