3. Frenesia

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La sera era scesa, pesante e umida. Lucy continuò a guardare il cielo mentre tornava a casa. Aveva dato fondo ad ogni lacrima nella stanza di Levy e quando lei e la piccola Wendy erano cadute preda del sonno e della stanchezza, aveva deciso di rientrare nella sua stanza. Ci aveva pensato su molto, voleva assolutamente sapere come stesse Natsu. Sentire le sue grida alla gilda e poi guardarlo tremante tra le braccia di Erza l'aveva colpita e segnata forse per tutta la vita, ma non ne aveva trovato il coraggio. Come poteva consolare qualcuno se neanche lei era in grado di trovare un modo per sentirsi meglio. Allora aveva iniziato a porsi mille domande, su ciò che era successo a Gray e Juvia durante la loro missione e chi fosse quella donna che non era riuscita a vedere, ma neanche quell'espediente riusciva a renderle il cuore meno pesante. Quando rientrò beandosi del buon profumo di casa si rese conto che c'era un'altra cosa che ancora doveva fare. Un compito forse troppo difficile che non si sentiva all'altezza di portare a termine, ma infondo era la sola che poteva farlo. Procrastinò ancora un po', godendo delle carezze di un bagno caldo e cedendo a qualche piccola frivolezza femminile nella speranza di riuscire a mascherare le borse sotto gli occhi, che le lacrime le avevano creato. Infine infilò il pigiama, non trovò la forza di indossare un vestito o qualcosa che camuffasse il suo stato d'animo e prese dalla sua borsa una delle chiavi d'oro. La strinse tra le mani portandola poi al viso e recitò a voce bassa l'invocazione dello spirito stellare.
- Apriti, portale del leone. Leo.- Una luce avvolse la chiave e accarezzò il suo viso, fino a delineare la forma di un ragazzo vestito in modo elegante. Leo la guardò sorridente, si avvicinò alla sua padrona prendendola tra le braccia, provocandola in modo che rispondesse e rendesse la loro riunione simpatica e solare come sempre, ma appena toccò la ragazza il viso dello spirito stellare si rabbuiò di colpo. Lucy era fredda e distaccata e non era mai accaduto. Anche quando gli apprezzamenti di Leo erano esagerati e fuori luogo, la sua padrona lo aveva sempre ripreso, sbraitando o cercando di colpirlo in qualche modo, invece ora lui l'abbracciava e lei non reagiva.
- Lucy? Non stai bene?- La ragazza mosse solo la testa in segno affermativo. Accorato e ancora inconsapevole, lo spirito le passò una mano sulla fronte saggiandole la temperatura, poi le strinse le mani cercando di captare qualche segnale che potesse spiegare quello stato d'animo, ma non riuscì a capire.
- Forse dovremo chiamare un dottore. Vado a chiedere...- Quando provò a lasciarla per cercare aiuto, Lucy si aggrappò alla sua giaccia tirandolo sul letto a sedere accanto a lei. Fece un lungo e profondo respiro, era una scrittrice e poteva sicuramente trovare le parole adatte per dare una simile notizia, ma si rese presto conto che non esistevano frasi adatte o di rito per una situazione del genere e semplicemente sputò fuori tutto di colpo.
- Gray è ... Gray è morto.- Pianse di nuovo appoggiandosi a lui e chiedendogli scusa in continuazione. Era stata troppo diretta, per nulla gentile, ma fino a quel momento aveva tenuto quella frase segreta. Per tutto il pomeriggio con Levy e Wendy, tutte e tre aveva usato tutti i sinonimi possibili, ma mai quella parola. Ora era uscita fuori e rendeva quel fatto vero e doloroso come infatti era.
- Com'è possibile? Che è successo Lucy?- Il più forte e capo degli spiriti stellari si ritrovò tremante e inerme, non riuscì neanche a stringere a se quella ragazza che ora le sembrava piccola e indifesa. Rimase semplicemente immobile, ad ascoltare quel racconto vago e pieno di domande del ritorno in gilda del suo partner di sempre e della misteriosa donna.
Dovette attendere molto prima che Lucy riuscisse a calmarsi. Forzò tutto il suo essere pur di divenire un appoggio sicuro per la sua compagna e represse il dolore e la rabbia più che potè. La portò a sdraiarsi sul letto e la coprì chiedendole di riposare.
- Mi scoppia la testa. Non ho fatto che piangere come una bambina e non sono stata in grado neanche di aiutare Natsu.-
- E' a casa sua ora?-
- Credo di si. Quando Laxus ci ha mandati via non ha detto nulla e si è semplicemente allontanato.- Leo le accarezzò i capelli mentre si accoccolava sotto le lenzuola sperando si riuscire a chiudere gli occhi e riposare. Lo spirito stellare decise di rimanerle accanto fino a che non si fosse addormentata del tutto. - Domani ti chiamerò così sarai presente e forse potrai vederlo.-
- Non sprecare la tua magia, posso aprire la porta quando voglio.-
- Non indebolirti tanto, posso...- Non riuscì a finire la frase, la maga chiuse gli occhi sfinita e provò a sognare qualcosa che le alleggerisse il cuore. Leo si sentì richiamare verso il mondo degli spiriti e provò a resistere richiamando tutto il suo potere. Aveva molte cose da fare. Riuscì a sottrarsi alla chiusura del portale e dopo aver controllato un'ultima volta la ragazza, lasciò la casa.

Da quando era rientrato a casa non aveva più parlato. Come al solito l'abitazione era in totale caos e il piccolo gatto blu spesso si perdeva tra le cose sparse, ma quel giorno non gli importava e sicuramente non avrebbe messo su una gag delle sue. Natsu si era semplicemente gettato sul letto, senza cambiarsi gli abiti, aveva nascosto il viso nel cuscino ed era rimasto li.
- Natsu, come stai?- la vocina dell'exceed gli colpì le orecchie, per la prima volta da quando lo aveva visto nascere, quella voce acuta gli stava dando fastidio. - Natsu.-
- Smettila! Come vuoi che stia? Mi sento uno schifo, una vera schifezza, ecco come mi sento!- la sfuriata fece tremare il piccolo Happy. Natsu si era alzato di colpo scattando in piedi e colpendo la parete del letto che si spostò di un metro, poi iniziò a prendersela con qualsiasi mobile o oggetto che gli si parasse davanti. Tirò un vaso contro una finestra fracassandola e facendo entrare l'aria fredda della sera in casa e la cosa lo rese ancora più nervoso, quella sensazione di freddo alla schiena gli portò alla mente dei ricordi che lo resero ancora più nervoso.
- Natsu basta, ti prego! Anche io sto male, ma distruggere tutto non cambia le cose. Ti prego.- A grossi goccioloni, le lacrime uscivano dagli occhi del povero animale, ma nulla sembrò placare la furia del Dragon Slayer, che continuò a dimenarsi iniziando anche a dar fuoco ad alcuni mobili rotti poco prima. Alla fine Happy decise di lasciarlo fare, non lo avrebbe ascoltato in nessun motivo e si chiuse in un angolo sicuro in cui non sarebbe stato investito da oggetti volanti o bruciato Infondo doveva sfogarsi. Fu più lungo del previsto, quando Natsu ricadde in ginocchio senza forze e con il fiato corto, la casa era ormai ridotta in discarica, a mala pena i muri si reggevano in piedi. Happy uscì dal suo rifugio, non senza qualche bernoccolo, ma non disse nulla e provò ad avvicinarsi al compagno. - Natsu.-
- Perchè diavolo mi sento così? Perchè diavolo è tutto dannatamente sbagliato?- Nascondendo il volto tra le mani si piegò in avanti portandosi verso il pavimento. Quando Happy gli fu vicino provò ad allungare una zampa verso il compagno, anche per lui era difficile e cercò di far capire al Dragon Slayer che insieme potevano superare un momento triste come quello, ma le parole di Natsu lo bloccarono, spaventandolo.
- Natsu che ti prende?-
- Dovrei essere triste, come per Lisanna, ma... perchè non è così? Perchè la mia mente torna sempre e solo a lei?-
- Di chi parli?-
- Voglio vederla... io voglio toccarla.- Si scoprì il viso continuando a ripetere quelle parole quasi fossero una preghiera. Solo allora Happy lo vide e il terrore che si delineò sul suo viso paffuto fu più che evidente. L'occhio destro di Natsu aveva cambiato colore, da scuro e luminoso come era sempre stato, ora era dorato, ma privo di qualsiasi calore o vitalità. - Happy?-
- Natsu che cosa ti succede?-
- C'è qualcosa che non va in me. Sento di non riuscire a frenarmi.- Il piccolo exceed non fu in grado di fare nulla o rispondere, che il Dragon Slayer era già fuggito via come un treno. Veloce e infuriato percorse la distanza che lo separava dal quel desiderio bruciante che non riusciva a reprimere.

Era parecchio che non la vedeva, ma qualsiasi aspetto prendesse quella era la casa che per molto tempo aveva amato e continuava ad amare. Quella gilda che gli aveva permesso di vivere da uomo e conoscere la sua padrona che amava con tutto se stesso. Eppure ora gli sembrava oscura e maligna, dentro la quale il suo partner di sempre dormiva di quel sonno eterno, che lui non avrebbe mai conosciuto. C'era anche altro a renderla inquietante, una forza oscura e antica che gli bloccò il respiro in gola. Si fece coraggio e varcò quella soglia cigolante e cadente, ritrovandosi in una sala buia e silenziosa. Fece appena un paio di passi quando la sua avanzata fu bruscamente interrotta da una voce tonante e imperiosa.
- I divieti valgono per tutti, anche per gli spiriti stellari.-
- Mi dispiace, ma voglio vederlo con i miei occhi prima di crederlo vero.- Lo scorse appena, seduto in ombra in un angolo con le braccia incrociate e il volto basso. Sforzando lo sguardo riuscì a seguirlo mentre si alzava e si avvicinava a lui lentamente, riuscendo persino a non far muovere la pesante cappa che portava sulle spalle.
- Il vecchio non c'è ora, potrei anche farti passare.-
- In cambio vorresti?-
- Informazioni. So che c'è uno spirito molto sapiente, da cui si può ottenere molto.-
- Parli di Crux?- Per qualche secondo Leo sembrò non capire, sforzò la mente nella speranza di collegare quella richiesta a ciò che era successo, ma Crux è lo spirito in grado di conoscere tutte le relazioni tra il mondo stellare e quello degli esseri umani, quindi non riuscì a capire il beneficio che Laxus ne avrebbe tratto. - So che può conoscere molti avvenimenti, se tu trovi ciò che mi serve io stasera chiuderò un occhio.-
- Non posso darti nessuna certezza, Crux è al corrente di tutte le informazioni di maghi e spiriti stellari, ma non so se può spaziare oltre questo.-
- Saprai renderti utile?-
- Dammi il nome.-
- Seere Carman.- Laxus pronunciò quel nome con voce greve, quasi temesse una risposta dopo averlo detto. Quando tornò a concentrarsi su Loki, dopo aver dato uno sguardo veloce per la sala, trovò solo il vuoto. In un lampo si ritrovò catapultato nel mondo degli spiriti, aveva sentito la chiusura forzata della sua porta e sapeva che non era stata Lucy a farlo o si sarebbe opposto. Quando riaprì gli occhi stremato per lo sforzo di aver resistito invano si ritrovò davanti l'immensa figura del Re degli Spiriti che lo squadrava con i suoi occhi enormi. Non serviva chiedere, il re era furioso.
- Perchè sono stato richiamato?-
- Da questo preciso istante, tutti le porte sono chiuse. Nessuno spirito stellare potrà essere richiamato nel mondo degli esseri umani.-
- Che cosa? Ma questo va contro tutte le nostre leggi! Come può dire una cosa simile.- Gridò con tutto il fiato che aveva in gola, ma invano. L'enorme re si era già voltato per lasciarlo, ma Loki non si fece intimorire. Rimanere nel mondo degli spiriti anche se Lucy lo evocava? Mai! Non avrebbe mai lasciato la sua padrona e amica in pericolo, non ora che era successo questo a Gray. Gettò di forza gli occhiali da sole a terra, le lenti urtarono il pavimento violentemente e si ruppero in mille frantumi. - Non lo accetto! Posso aprire la porta da solo!- Eppure ci stava già provando e non ne fu in grado. La rabbia e la frustrazione per i continui fallimento gli fecero avere un attacco di bile. - Come può farci questo?-
- Io sono il re io faccio le leggi. Per la mia vecchia amica le ho già cambiate, ma questa volta non posso mettere in pericolo i miei spiriti.-
- Noi non ci feriamo e non possiamo morire. Quale sarebbe il pericolo? - Percepì il respiro del re farsi pesante e la tensione aumentare. In pochissimo tempo Leo fu affiancato anche dai vecchi compagni, sentendo alla sua destra la pelle morbida di Aries che cercava di richiamarlo. Leo la guardò appena, per lei aveva sfidato la sua vecchia padrona portandola alla morte, ma vedere quel viso soffrire era qualcosa che non riusciva a sopportare. Ora Aries, nonostante fossero legati alla stessa persona, aveva dipinta sul viso quella stessa espressione di paura.
- Lo fa per noi. Mi dispiace Leo.-
- Abbiamo provato tutti a chiedere spiegazioni-ebi.- Cancer fece suonare la sue forbici, più per abitudine che per dare enfasi alle sue parole. Sperò con tutto se stesso che la presenza di Leo convincesse il re a dire loro cosa stesse succedendo. Il re sbuffò per l'ennesima volta e i baffi giganti si mossero spostando l'aria intorno al suo viso. Ormai l'insistenza dei suoi spiriti aveva messo a dura prova la sua pazienza, ma non poteva arrabbiarsi con loro. Aveva deciso tutto all'improvviso quando quel nome maledetto era giunto alle sue orecchie. Era stato proprio Crux ad avvertirlo. Lui che seguiva tutti gli spiriti e i loro padroni, stava osservando Leo e la conversazione con Laxus, così quando era giunto alle sue orecchie il nome, si era svegliato di colpo e dato l'allarme.
- Deve dirci perché non possiamo aiutare la Principessa.- Virgo comparve davanti al Re mettendosi in ginocchio e implorando una spiegazione che tutti i presenti volevano conoscere, così il re cedette. Si sedette incrociando le gambe e fece accomodare tutti i suoi amici. Sbuffò di nuovo prima di iniziare, quasi a richiamare tutta la sua determinazione nel raccontare.
- E' una storia antica, una leggenda più che altro. Si dice che esista una persona, un demone così forte e colmo di magia che persino Zeref teme. Davanti a questo demone nessuno può rimanere in vita e questo vale anche per gli spiriti. Seere Carman...- fece una piccola pausa cercando di rendere le sue parole convincenti, provando a far capire ai suoi amici che questa volta non potevano affrontare questa prova insieme alla loro padrona.
- Chi è?-
- Molti dicono sia un demone, altri un mago potentissimo. La sua magia consuma e distrugge qualsiasi cosa e noi non facciamo eccezione. Non posso permettere che la più grande oscurità di Fairy Tail ferisca anche il mondo che io governo.-

Riuscire a sognare qualcosa che non le ferisse il cuore fu liberatorio, nonostante stesse rivivendo le vecchie avventure con il suo team, fu in grado di bearsi di quell'atmosfera serena e rilassata, in cui godeva di ogni istante e ringraziava per la fortuna che aveva avuto ad incontrare persone così speciali. Si ritrovò a battibeccare con Natsu che continuava a farle battute assurde, che riuscivano ad imbestialirla e allo stesso tempo divertirla. Poi si ritrovò sotto il grande albero di Magnolia dove era certa che Natsu le avrebbe confessato i suoi sentimenti per lei e, in tutta la giornata, non aveva fatto altro che tormentarsi con domande e problemi su una sua possibile risposta. Ora lo vedeva li, fermo sotto quel grande albero, con la schiena poggiata contro il tronco ruvido e il viso basso. Sicuramente c'era qualcosa di diverso da fatto reale, ma i sogni sono strani e soprattutto imprevedibili. Chiamò il nome del compagno che a malapena riuscì ad alzare il viso, così si avvicinò piano provando a catturare la sua attenzione. Infondo ci aveva impiegato così tanto a scegliere gli abiti adatti, che lui doveva per forza guardarla.
- Voglio averti...- Lo disse piano, ma Lucy fu in grado di sentire quelle parole, tanto che le guance iniziarono ad infiammarsi e non riuscì a dire nulla. Il compagno era serio, come non lo era mai stato. In un istante lo trovò a pochi millimetri dal suo viso, percependo il calore delle sue fiamme e di quel desiderio che nella realtà non aveva mai mostrato. Infilò il viso tra il collo e la spalla e Lucy lo sentì inspirare a pieni polmoni, si stava beando del suo profumo e questo le provocava un piacere immenso. Poi però Natsu divenne più rude, la prese per i fianchi con tutta la forza che aveva e le dita di lui sulla pelle delicata di lei lasciarono il segno. Si sentì bruciare e provò a spostarsi, ma non riuscì a muoversi ne a svincolare da quella presa di fuoco, così decise di svegliarsi, doveva assolutamente farlo o quel fuoco l'avrebbe divorata. Quando si ridestò, oltre al calore delle coperte del suo letto sentì il peso di qualcuno sopra di lei e quel dolore non accennava a sparire, infine riuscì a mettere a fuoco la figura della persona che, a cavalcioni su di lei, la sovrastava e bloccava.
- Natsu! Cosa fai?- Come nel sogno, non fu in grado di vedere il viso del Dragon Slayer, che da subito pensò ad un inganno, ma il calore del fuoco di Natsu non poteva essere copiato da nessuno e il suo cuore, che batteva così veloce da volerle uscire dal petto, le diceva che quello era proprio il suo compagno. - Mi fai male, ti prego spostati.- Provò ad usare le mani, le sentì pesanti e doloranti e la forza che imprimette nello spostare il ragazzo, fu nulla, tanto che lui non si mosse. Lui rimase fermo, tenendola ferma per i fianchi, che ormai stavano diventando violacei, ma nulla di più, allora provò a comprendere quello strano comportamento. Spostò una mano verso il suo viso e lo accarezzò con tutta la dolcezza che poteva esprimere quel gesto così semplice, scoprì che la guancia del Dragon Slayer era umida.
- Lucy...- pronunciò quel nome con un filo di voce, il cuore della maga stellare sussultò. Non sapeva cosa aspettarsi da quello strano comportamento, forse avrebbe dovuto allontanarlo come faceva di solito, urlare o provare a prenderlo a pugni, ma non fece nulla. Rimase stretta in quella morsa infuocata e per un po' sperò anche che quel contatto diventasse qualcosa di più. - C'è qualcosa che non va in me...-
- E' tutto ok Natsu. Capisco come ti senti, ti starò vicino se ne hai bisogno.- Il giovane annuì semplicemente e si sdraiò su di lei, su quel corpo morbido che gli stava provocando una miriade di sensazioni confuse ed eccitanti allo stesso tempo. Lucy lo abbracciò quando lui le lasciò i fianchi, era stato brusco, ma lei non se ne curò. Rimase ferma quando sentì il viso di lui muoversi e cercare con le labbra la sua pelle, rubandone il suo profumo e il sapore. - Natsu non credo che dovremmo fare una cosa del genere.- Non ricevette risposta o il minimo segno di volersi fermare. La mano di Natsu iniziò ad esplorarla, si infilò sotto la maglia del pigiama e si sentì stringere un seno così forte da farla gemere, mentre con l'altra riuscì a prendere entrambi i polsi di lei e bloccarli contro la testata del letto.
- Perchè non è come dovrebbe essere? Perché non provo la stessa cosa?-
- Natsu smettila mi stai spaventando e mi fai del male se ti comporti così.-
- Perché diavolo non sei tu!?- Lo gridò così forte che persino i vetri della finestra iniziarono a vibrare e gli occhi della maga si riempirono di paura e lacrime. Riprese a toccarla, ma fu brusco e ogni contatto le bruciava la pelle di quel fuoco che sono Natsu poteva sopportare. Iniziò a resistere e a divincolarsi, ma senza successo.
- Natsu basta! Smettila!-
- C'è qualcosa che non va in me... qualcosa che si muove nel mio corpo e tu... dannazione... non riesci a calmarlo.- Infine alzò lo sguardo e nonostante il buio della stanza, quell'occhio colpì subito l'attenzione della maga. Color dell'oro, ma pieno di un'oscurità senza fine. Quando si accorse di lei lo stava fissando, finalmente la lasciò libera per schermarsi dalla sua vista e Lucy ne approfittò per scappare da lui. Scivolò tra le gambe del Dragon Slayer e poi giù dal letto ricadendo in malo modo sul pavimento. Natsu premette le unghie contro la pelle del suo viso, riuscendo persino a ferirsi pur di non farsi vedere da lei in quelle condizioni. Quando aveva iniziato a sentirsi strano e quella sensazione aveva iniziato a prendere possesso del suo corpo, con tutto se stesso provò a cacciarla da lui. Era scappato di casa per evitare di ferire ulteriormente il piccolo Happy e aveva corso per la foresta infiammando il suo corpo sempre più spesso nella speranza di espellerla, ma senza successo. Nella sua mente c'era solo una smania di possessione e una voglia irrefrenabile di qualcosa che non riusciva ad identificare. Così quando quella sensazione stava diventando troppo forte e il suo corpo non la tratteneva più era corso dall'unica persona che aveva sempre voluto. L'aveva scelta tempo prima come sua compagna di team e voleva averla accanto con tutto se stesso, quindi solo lei poteva calmarlo, ma Lucy non ci era riuscita e questo lo stava distruggendo. - Non ho fatto che pensarci, sei l'unica che vorrei in questo momento eppure non vai bene e ti sto anche facendo del male.- Colpita da quelle parole provò a consolarlo. Era vero che i segni che le aveva lasciato bruciavano e facevano male, ma non poteva palesarlo in nessun modo. Ormai era chiaro che il comportamento di Natsu era dovuto a qualcosa di estraneo, non era stata solo la perdita subita a modificare il suo modo di essere e, in quel momento confuso e assurdo, fu persino in grado di fare ragionamenti coerenti. Era sicuramente stato l'essere comparso alla gilda quella mattina, non poteva essere altrimenti. Natsu l'aveva guardata e questo lo stava cambiando, quindi con tutta la forza di volontà che aveva in quel momento, si rialzò e tornò sul letto, tendendo le braccia verso di lui lo abbracciò facendogli poggiare la testa sul suo seno e provando a trasmettergli un po' di calma. Natsu continuò a bruciare e a farle del male, ma non cedette per nessuna ragione.
- Troverò una soluzione, dovremo parlarne anche con il Master e...-
- No!- La scansò di colpo lasciandola completamente basita, ora il viso del Dragon Slayer era furioso e non c'era più traccia di incertezza o paura, come fino a pochi secondi prima. - Il vecchio non lo deve sapere o me la porterà via.-
- Chi ti porterà via?-
- La mia signora... devo andare da lei!- Lo vide sparire dalla finestra in pochissimi secondi, si ritrovò da sola con l'aria fredda della notte che le feriva il viso bagnato dalle lacrime. Si vestì in fretta tirando fuori un maglione a maniche lunghe e lungo fin sotto la vita. Non ci aveva ragionato, era stato istinto, ma quello le avrebbe sicuramente coperto i lividi che si erano formati sulla vita e che presto avrebbero segnato anche i suoi polsi. Infilò nella cinta dei pantaloni la borsa con le sue chiavi e mentre usciva di fretta di casa ne strinse una richiamando nuovamente Leo e sperando in un appoggio, ma quando lo invocò qualcosa bloccò la sua magia. La porta non si apriva. Tentò di nuovo senza successo e provò anche con la chiave di Virgo e di Aries, anche se in quel momento non sarebbero state d'aiuto, ma non accadde nulla.
- Perché non funziona, eppure non sono stanca, sento la magia dentro di me.- I portali dei suoi amati spiriti stellari erano bloccati e lei, per la prima volta da quando aveva assaporato l'amore della famiglia di Fairy Tail, si sentì così sola da non riuscire neanche più a respirare.  

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