Colpita e ferita

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Finalmente è arrivato venerdì e come al solito la sveglia suona come se non ci fosse un domani, torturando i miei poveri timpani.

DRIIN! DRIIN! DRIIN!

Alzo controvoglia un braccio per poi afferrare saldamente l'aggeggio in metallo e scaraventarlo contro il muro. Ops! Piccolo errore: l'ho rotta.

È in mille pezzi! Non l'hai rotta...l'hai distrutta!

Non esagerare. Non sono di certo Hulk! Scuoto il capo, stropicciandomi gli occhi ed alzandomi dal mio nuovo "letto". Mi avvicino traballante alla sveglia e raccolgo i cocci con calma. Ok, forse ho un po' esagerato e l'ho frantumata in mille pezzi, ma questi sono dettagli irrilevanti. Purtroppo però ciò che è successo ieri non mi è piaciuto per nulla e devo ammettere che la guancia destra mi fa ancora male. La tocco delicatamente e dalla mia bocca esce un gridolino soffocato.

«Ahia!»

Improvvisamente tutto ciò che è successo ieri riaffiora nella mia testa in maniera estremamente nitida, procurandomi un forte dolore al cuore. Immediatamente inizio a piangere, maledicendomi di essere troppo debole, di non essere abbastanza forte quando serve. Argh!

Flashback

CRASH!

Ma cosa staranno combinando quei due di là? Mi sono stufata di tutto questo baccano! Esco dal bagno incavolata come non mai con i capelli ancora umidi, sgocciolanti liberamente sulla mia profumatissima maglietta viola. Arrivo in sala da pranzo in poche falcate e subito noto che il vaso di vetro è in frantumi a terra mentre Stefany chatta beatamente al cellulare e Jace raccoglie lentamente i cocci.

«Mi spieghi che diamine è successo? Chi ha fatto cadere il vaso?» Ringhio contro la rossa che svogliatamente alza il capo per guardarmi con non calanche.

Si alza lentamente dal sofà, ancheggiando a destra e a manca come fosse in passerella. Si avvicina alla sottoscritta con un ghigno maligno e sadico quando poi comincia a parlare, o meglio squittire: «Sai, Jace non riesce proprio a trattenersi quando abbiamo un contatto fisico. Se non si fosse rotto il vaso...chissà! Magari saremmo andati in camera sua ed avremmo...»

Non termina la frase perché mi fiondo su di lei, tirandole uno schiaffo in piena faccia e tirandole i capelli. Immediatamente i suoi occhi s'accendono infuriati mentre artiglia le mie braccia con le sue unghie kilometriche. Ed è così che comincia una vera e proprio lotta. Dopo poco però Stefany è già in vantaggio. Ma come è possibile?! Lei è umana ed io mi sto allenando da così tanto tempo...Non può battermi! Capovolgo la situazione, ringhiando e digrignando i denti, perciò ora sono io ad essere a cavalcioni su di lei mentre le tiro furente i capelli. Improvvisamente mi sento sollevare di peso per poi ritrovarmi a faccia a faccia con un Jace indemoniato.

«Stefany vai via di qui! Non sei più la benvenuta!» Sbraito contro la rossa.

«Non rivolgerti mai più in questo modo alla mia ragazza!» Urla Jace.

Mi volto verso lui profondamente colpita e disgustata.

«Perché? Cosa mi faresti?» Lo sfido infuriata come non mai.

«Non ne hai idea ed è meglio così. Ti consiglio vivamente di non sfidarmi perché io...io...sono...ho praticato anni di arti marziali.» Mente spudoratamente.

Possibile che non si ricordi nemmeno che io so della sua natura?!

«Anche io ho praticato arti marziali.» Lo lincio con lo sguardo.

Mi volto di scatto verso la rossa per poi prenderla saldamente per un braccio strattonarla successivamente verso la porta d'uscita.

«Lasciami andare immediatamente!» Sbraita come una cagna quale è. «Jace aiutami!»

La tiro letteralmente a calci fuori dalla porta e, appena mi volto, mi ritrovo il volto di Jace rosso per l'estrema rabbia a pochi centimetri dalla mia faccia.

«Chiedi subito scusa alla mia ragazza e falla rientrare.» Sibila a denti stretti.

«Mi spiace, ma questa casa non è un lupanare e le ragazze che si aprono di gambe non sono le ben venute.» Incrocio le braccia al petto sempre più sicura di me.

«Rimangia immediatamente quello che hai detto! Sto perdendo la pazienza.»

«Uuuh, che paura! Non è colpa mia se la tua ragazza è andata a letto con mezzo campus. E poi, tanto per la cronaca...»

Non termino la frase che mi ritrovo a terra con il viso rivolto verso il pavimento e la guancia destra letteralmente in fiamme. Tocco scioccata il punto dolorante e le mie dita si tingono di sangue. Le osservo incredula mentre avverto la mia linfa vitale colorare le mie gote. Mi alzo lentamente e traballante per poi notare un Jace totalmente impietrito. Il mannaro indietreggia meccanicamente, si volta di scatto e si chiude a chiave in camera sua. Subito mi catapulto in bagno e noto un graffio non troppo evidente vicino l'orecchio. Mi ha tirato uno schiaffo troppo forte ed a causa dell'orecchino mi ha graffiata. Roteo gli occhi al cielo, stufa di questa situazione ormai insostenibile per poi tamponare delicatamente la ferita e chiudermi in camera. Piango, piango fino a quando esaurisco totalmente le mie energie, accasciandomi poi nel sacco a pelo.

Fine Flashback

Mi dirigo in bagno e noto che la sua camera da letto è ancora estremamente blindata. Sospiro stanca, scuotendo energicamente il capo. Chissà cosa gli prende ora! Purtroppo devo ammettere che ieri sera mi sono spaventata a morte, mi sono agitata così tanto da avvertire il mio cuore fuori dal petto. Nessuno mi aveva mai alzato le mani prima d'ora, se non i miei genitori quando ero piccola e facevo la cattiva bambina, ma nessuno si era mai spinto con me sino a questo punto. Più tento di scacciar via le immagini di ieri, più non ci riesco. Mi sembra un incubo dal quale non poter uscire. AAAAH! Mi chiudo in bagno, sbattendo prepotentemente la porta, per poi lavarmi la faccia e le ascelle. Indosso qualcosa di pesante ma comodo al tempo stesso per poi uscire dalla toilette. Prossima destinazione: ex-dormitorio del custode.

Il figlio della luna---La resa dei conti (Da Revisionare)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora