Pezzi di cuore

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Layla Pov's

Il mattino seguente prego mio padre di partire per il campus quanto prima, nonostante non gli abbia dato un valido motivo per ascoltare pazientemente la mia richiesta. Alla fine però mi ha assecondata così, dopo aver salutato mamma, sono andata via. Ed ora eccomi qui, al campus più deserto che mai. Studio l'ambiente circostante, domandandomi il perché di questo malsano silenzio. Scendo dal veicolo e subito il freddo pungente dell'inverno m'investe nello stesso modo in cui un'onda s'infrange prepotentemente contro uno scoglio. Papà spegne l'auto per poi uscire dal veicolo ed abbracciarmi forte a sé.

«Ci vediamo a Pasqua.»

«Va bene.» Sorrido fintamente tranquilla. «Chiamerò te e mamma appena avrò un minuto di tempo.»

«Ha detto tua madre d'invitare anche il tuo ragazzo, sperando che non fugga come questa volta.»

«Tranquillo papà, non lo farà o almeno lo spero.» Ammetto sinceramente. «Glielo dirò sicuramente ma devo comunque avvertirti che Jace è un tipo imprevedibile quindi non ti aspettare tanto presto una risposta da parte sua.»

«Non ti preoccupare. L'importante è che lo sappiamo massimo due giorni prima.» Afferma con un sorriso genuino stampato in volto. «Solo perché poi mamma deve preparare qualcosa di buono ed io devo fare la spesa in anticipo. Solo per questo!»

«Mmm...mmm...Sbaglio o Jace piace anche a te, papà?» Domando alzando un sopracciglio alquanto divertita.

«Mi sembra un ragazzo apposto, ma ciò non toglie il fatto che sarò sempre geloso di mia figlia. Forse però la gelosia diminuirà quando ti vedrò sposata.»

«Papà!»

Alza le mani in cielo in segno di resa, sorridendo come fa solo in rare occasioni. Proprio per questo motivo il suo viso si distorce in maniera così buffa da farmi ridere a crepapelle. Di tutta risposta mi guarda stranito così scuoto energicamente il capo e mi avvicino di più a lui. Gli scocco un sonoro bacio sulla guancia ed afferro prontamente il borsone a tracolla per poi incamminarmi all'interno campus. Mentre passeggio, il sorriso da ebete stampato in faccia, si dilegua appena vedo Jace e Stefany tenersi amorevolmente la mano. Mi fermo stupefatta quando un moto d'ira s'impossessa di me, ma viene subito spazzato via da un turbine impetuoso di delusione. Non può essere! Non è reale! Non lo è! Sento gli occhi pungermi, ma trattengo prontamente le lacrime che tentano in tutti i modi d'uscire. Le mani mi tremano ed il corpo è scosso da mille scariche contrastanti. Le gambe sembrano fatte di gelatina scaduta tant'è che perdo l'equilibrio, ma fortunatamente mi sento sorreggere ed abbracciare da dietro da delle braccia familiari.

«Layla, andiamo via. Devo spiegarti un po' di cose.» Mi sussurra debolmente all'orecchio Anastasia.

«IO NON MI MUOVO DA QUI! Anzi, sai che ti dico?! Vado a far vedere a quei due chi sono!» Urlo frustata contro la mia amica.

Nel frattempo i pochi studenti vaganti nel giardino si voltano nella mia direzione, osservandomi con un sorriso da ebeti stampato in volto. Focalizzo la mia attenzione verso i miei due obiettivi ma, mentre avanzo incollerita verso i due piccioncini, sento inconsapevolmente commenti del tipo "guarda ora ne vedremo delle belle" oppure "ora assisteremo ad una lotta tra docenti" e cose insensate di questo tipo. Senza rendermene conto dopo qualche istante mi ritrovo a pochi passi dai due. Mi fermo come fossi un automa e li osservo furibonda. Stefany mi sorride beffarda mentre Jace ha lo sguardo perso nel vuoto. Mi avvicino ancora di più al mannaro per poi tirargli un sonoro schiaffo in pieno volto tanto da fargli spostare leggermente il capo.

«Mi fai schifo!» Grido in preda alla delusione.

Prima che possa continuare a colpirlo, mi blocca prontamente il polso con la mano sinistra e me lo stringe sino a farmi male. Tengo i miei occhi fissi nei suoi, ma non riesco più a trovare il mio Jace, quello amabile e capriccioso, bello e dannato, misterioso e solare, geloso e passionale. Avverto le lacrime di dolore pizzicarmi gli occhi, ma mi mordo il labbro pur di non demordere, nonostante il polso stia sicuramente diventando livido a causa della presa esageratamente ferrea. Improvvisamente sento Anastasia urlare agli altri studenti di andar via per poi avvicinarsi a noi in poche falcate.

Il figlio della luna---La resa dei conti (Da Revisionare)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora