Jace è sotto incantesimo

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Da quell'orrenda notte è passata ormai una settimana. Oggi è domenica ciò significa che mi sveglio verso le 9:00. I raggi del sole entrano in camera, illuminando il contorno di parecchi oggetti variopinti e facendomi sorridere inconsapevolmente. Mi stiracchio tra le calde coperte, alzandomi poi finalmente dal letto. Barcollante e con le palpebre ancora molto vicine tra loro, mi dirigo in cucina. Quando arrivo a destinazione, non credo ai miei occhi: Anastasia è tornata! Corro verso di lei e la abbraccio da dietro come fossi un koala in cerca d'affetto.

«Mi sei mancata tantissimo! Dov'eri finita?» Esulto come una bambina alla quale hanno appena dato il suo zucchero filato.

«Sono felice di vederti anch'io.» Asserisce con un velo di tristezza.

La costringo a guardarmi per poi osservarla stralunata e chiedendomi per quale recondito motivo la mia amica stia così scontenta. È appena tornata a casa. Dovrebbe essere felice di rivedere me e la madre, ma a quanto pare no.

«Credo dobbiate parlare tra voi.» Esordisce Clare per poi dileguarsi.

«Ti va una colazione da Mic's?» Domanda Anastasia, guardando altrove.

«Va bene.»

Mi volto di scatto per poi andare in bagno e lavarmi il più velocemente possibile ed indossare qualcosa di pesante, poiché è fine gennaio e qui si gela. Afferro la mia fidata borsa beige a tracolla ed indosso infine il cappotto.

«Andiamo?» Chiedo, studiando sempre più preoccupata la mia amica che tenta in tutti i modi possibili di non incrociare neanche per sbaglio il mio sguardo.

Non la vedo in queste condizioni da circa un anno. Esattamente da quando scoprì Robert a letto con Melany. Ma che le sarà successo? La licantropa accenna un debole sì per poi prendere le sue cose ed uscire poco dopo dall'appartamento insieme a me. Mi rattristo nel vederla in questo stato soprattutto perché non ne capisco la causa. È sempre stata radiosa e felice, ma oggi sembra esattamente tutto il contrario. È come se un buco nero le avesse risucchiato tutte le belle emozioni. Noto che continua a camminare per la sua strada in assoluto silenzio senza fermarsi. Adesso basta! Accelero leggermente per poi bloccarla per un braccio.

«Che hai? Non ti vedo così giù da quando...»

Il suo sguardo da dura s'addolcisce seduta stante quando tutto ad un tratto scoppia in un pianto sfrenato e disperato. La abbraccio forte a me, sentendola singhiozzare contro il mio petto, perciò ci mettiamo in una parte appartata del campus, lontane da sguardi e orecchie indiscrete.

«Cos'hai? Mi stai facendo preoccupare seriamente.»

La osservo guardinga ormai in preda alla disperazione. Come ha fatto a ridursi nuovamente in questo stato deplorevole? Come?! È mancata poco più di una settimana e la ritrovo così! Mi deve una spiegazione esaustiva. Me la deve. Chino il capo e la osservo meglio, notando solo ora che ha due borse enormi e due occhiaie da far invidia ad un mostro, lo sguardo triste ed assente e per di più ha un'espressione affranta e terrorizzata allo stesso tempo. Sembra abbia visto un fantasma.

Forse lo ha visto...

Ma che stai dicendo? I fantasmi non esistono!

La solita ragazza superficiale!

Ehi! Come ti permetti d'insultare la ragazza che ti sta ospitando nel suo corpo?

Uno: in realtà sono parte di te e tu non mi stai ospitando nel tuo corpo. Due: credo che il fantasma sia Robert.

Bè, detto così non posso che darti ragione. Devo ammettere che il tuo discorso non fa una piega.

Lo so. Sicuramente sono più intelligente di te, almeno su questo non c'è alcun dubbio.

Il figlio della luna---La resa dei conti (Da Revisionare)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora