SPARIZIONE

1.9K 184 40
                                    

<E domani... andiamo in montagna!> urlò Hanji, un venerdì pomeriggio, mentre tornavamo da scuola: <Visiteremo un bosco con degli alberi enormi!!! Sono troppo emozionata!>

Eravamo d'accordo di fare quest'uscita da ormai una settimana e la castana sembrava la più emozionata del gruppo.

Quando fummo davanti a casa mia, la invitai dentro.
Ormai vivevo praticamente da solo; i miei nonni se n'erano andati e mio Zio non si era ancora fatto vivo.

La ragazza si buttò, come al suo solito, sul vecchio divano mezzo rotto e si rilassò, mentre io andavo in cucina a prendere da mangiare: <Ti vanno delle patatine?> le chiesi, frugando negli scaffali.

Ricevetti un 'sì', così le presi e andai a sedermi al suo fianco.
<Sai, appena arriviamo scatterò un botto di foto!> disse, infilandosi una patatina in bocca.

<Basta che non prendi anche me> aggiunsi.
<Ascoltiamo la radio, ti va?>
<D'accordo>
La ragazza la accese e qualche volta cambiava canale.

<Uff... non c'è niente di interessante... provo a mettere il telegiornale... forse parleranno di morte o di incidenti>

<...così hanno deciso di chiamare un'ambulanza per il povero ragazzo, ancora mezzo vivo, sul ciglio della strada... e ora, ultime notizie. Ieri, alle 8 di sera, circa, è stata denunciata la scomparsa dell'anziano Armin Arlert> annunciò una voce femminile alla radio, attirando l'attenzione mia e di Hanji: <Pare che l'uomo sia uscito di casa verso quell'ora, per poi scomparire nel nulla. La mattina dopo, non fece ancora ritorno a casa. I suoi vicini ci hanno informato che era la prima volta che l'anziano signore, dopo anni e anni, ritornava nel grande bosco, vicino al villaggio. Hanno anche confermato che si è diretto verso un punto preciso, ma nessuno sa quale. La polizia ha mandato una pattuglia a cercarlo, ma per adesso, è stato tutto inutile. Vi aggiorneremo appena avremmo scoperto qualcosa di nuovo>

Spensi la radio e guardai la ragazza al mio fianco, che aveva gli occhi spalancati in un'espressione impaurita e preoccupata: <Che sia...> non finì la frase, ma avevo intuito ciò che stava per dire.

<Potrebbe> risposi.
Non volevamo tornare in quel posto, ma dovevamo cercare il signor Arlert.
Non potevamo abbandonarlo ad un destino crudele, che forse si era già compiuto nell'arco della notte.

<Cerchiamolo!> disse Hanji, alzandosi in piedi e afferrando giubbotto e zaino: <Andiamo!>
La seguì senza fiatare.

Dopo aver chiamato gli altri, ci dirigemmo verso il bosco.
Nessuno sembrava molto felice di tornare nella casa, ma ognuno di noi, in quei mesi, aveva provato affetto nei confronti del signor Arlert.

Ci aiutava a studiare, ci raccontava storie e soprattutto, ci offriva sempre qualcosa al bar.
Ognuno di noi lo amava per la sua gentilezza e per la sua infinita pazienza.

Non potevamo perderlo.
Non volevamo perderlo.

Lo cercammo ovunque, fino a tarda serata, ma senza controllare nella casa; secondo alcuni, poteva trovarsi da tutt'altra parte e non per forza in quel posto abbandonato.

Nemmeno una traccia fu trovata da ognuno di noi.
Nessuna...

Ci restava solo un posto, ma la paura delle esperienze passate ci bloccava.

<Tentar non nuoce> disse Erwin, quando fummo davanti alla grande villa.
<Io non ho paura! Entriamo> dissi.

L'interno non era più come una volta.
Il soffitto era rimasto rotto, ma la cosa più spaventosa erano gli scheletri, o almeno dei resti, di Petra e Oruo.

The Ghost (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora