PRIMO GIORNO DI SCUOLA

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<Tu sei... Levi Ackerman, giusto?> mi chiese il preside, controllando un documento.
<Si> risposi.
<Bene, bene... e dimmi, quanti anni hai?>
'Che domande sono?'
<17>
<Quindi, dovresti andare in quarta, capisco> guardò ancora il documento: <Allora, Levi Ackerman, ti ho messo nella 4°B, seconda aula a destra. Piano terzo, va bene? Se preferisci non fare figure di merda entrando nella classe sbagliata, ti faccio accompagnare da Sasha. Tanto quella farebbe di tutto per il cibo> scoppiò a ridere sotto il mio sguardo sorpreso.
Sembrava un giovane dentro il corpo di un vecchio.

La bidella mi pregò di farsi accompagnare per ricevere in cambio, dal preside, una ciambella alla crema.

Mi portò fino all'aula assegnata e bussò.
Entrammo dopo che qualcuno disse 'avanti'.

Una donna un po' più, anzi, molto più bassa di me, mi sorrise e mi presentò alla classe: <Ragazzi, lui è Levi Ackerman e da oggi studierà in questa scuola. Fate i bravi e trattatelo bene>
La donna aveva i capelli di un biondo spento, come quelli di Armin Arlert, raccolti in uno chignon e aveva 2 occhi molto grandi e azzurri.
Vidi in lontananza, Furlan ed Isabel farmi cenno di sedersi in mezzo a loro, dato che c'era un banco in più.

Andai verso la loro direzione, seguito da molti sguardi di seduzione da parte della ragazze e di frustazione da parte dei ragazzi.

<Perdonali, ma pensano che adesso sia tu il più figo in questa classe> mi sussurrò Isabel, dopo aver visto il mio sguardo interrogativo.
<E perché?> chiesi.
La risposta mi arrivò guardandomi intorno.
Molte ragazze mi salutavano e mi facevano l'occhiolino.

La lezione fu abbastanza noiosa.
Furlan ed Isabel erano davvero molto simpatici; la rossa ci aveva invitato a casa sua per fare i compiti, dopo scuola.
Io e il ragazzo accettammo.

Arrivati nella sua dimora, cominciammo a tirare fuori i libri per fare matematica e inglese: <Isabel! Ti prego! Basta!> Furlan sgridò la ragazza che continuava a fare storie con il cellulare.
<Zitto! LEVIIIIII, saluta!>
Alzai lo sguardo e la fulminai, ricevendo in risposta uno sbuffo da parte sua: <Almeno dimmi come ti chiami su instagram, così ti taggo e ti seguo> mi disse.
<Levi punto Ackerman>
<Oook! Fatto!>
Mi arrivò poco dopo la notifica di Isabel che mi aveva taggato su una storia.
<Bene, adesso continuamo!> disse il biondo.

Quando avemmo terminato gli esercizi delle 2 due materie, andammo a sdraiarci sul divano.
Cadde il silenzio.
Guardammo un po' dappertutto, fin quando la ragazza non parlò: <Voi che ne pensate della prossima uscita?>
<Quella per andare alla casa?> chiese quello alto.
<Si... io, sinceramente, non ho molta paura>
<Tch, secondo me te la fai sotto> dissi, accennando un sorriso.
La ragazza arrossì: <Non è vero! Ma comunque, non mi dispiacerebbe morire per mano di Eren Jaeger! Lo trovo abbastanza carino!>
<Stai scherzando, spero!> disse il biondo: <È un assassino. Sia da vivo, che da morto!>
<Ma rimane un figo!> ribattè lei.
<Levi?>
<Bah, io penso che quel mostro deve morire alla svelta>
<Visto? È un mostro>
<Si ma... lasciamo stare> il suo sguardo si fece più cupo.
<Che cos'hai adesso?> le chiesi.
<Io... non l'ho mai detto a nessuno, ma... vedete... la mamma di Eren... era la figlia della sorella della nonna di mia nonna...>
Spalancammo gli occhi per la sorpresa.
Isabel era una parente alla lontana di... Eren?
<Mi stai dicendo che... Carla Jaeger è... una tua cugina alla lontana?>
<Si... mooolto alla lontana... in teoria, io ed Eren siamo cugini... ma non ditelo a nessuno!> aggiunse, terrorizzata.
Io e l'altro ci scambiammo uno sguardo di stupore.

<Ok, adesso basta!> disse la rossa, dopo qualche minuto di silenzio: <Non traumatizzatevi! Io non sono un'assassina!>
<Invece si, ogni volta che vedi un ragno lo riduci in polpetta> disse, ridendo, il più alto.
Anch'io risi, ma non così forte come gli altri 2.

Accendemmo la TV.
Mentre Furlan faceva zapping, finì su un telegiornale.
Lo guardammo, interessati.

<Ultime notizie! Abbiamo trovato dei cadaveri nella vecchia casa della famiglia Jaeger!>
Io e gli altri ci scambiammo uno sguardo stupito.
Parlavano della casa.
Di QUELLA casa.
<Un uomo e sua figlia hanno trovato i resti di 3 ragazzini, all'interno della casa. Dicono che avevano sentito gridare e subito dopo, li hanno trovati. Uno delle vittime aveva all'incirca 15 anni, mentre gli altri erano solo dei bambini di 4 e 7 anni. Forse erano fratelli. La ragazza ha descritto che il più grande era stato aperto a metà e i bambini avevano un coltello ficcato dritto nel cuore e senza gli occhi. Una scena molto inquietante>
<Quanta... cattiveria... quei bambini...> Isabel era arrivata a piangere per la notizia: <Erano... piccoli e quello grande... no...> si coprì gli occhi e si asciugò le lacrime.
Furlan la consolò, prendendola in braccio e coccoladola.

Dopo le varie foto che facevano vedere, mi sentii ribollire il sangue dalla rabbia.
Quell'essassino non aveva avuto pietà!
Aveva ucciso dei bambini innocenti, che forse erano in gita con il fratello per visitare la casa abbandonata.
Una gita.
Non avranno nemmeno salutato bene i genitori.
Non gli avranno nemmeno detto un 'ti voglio bene' e forse non lo hanno ricevuto da parte loro.
Chissà come stavano, adesso, i due genitori.

Mi accorsi di star tremando di rabbia.
Volevo eliminare da questo mondo, quell'anima infame di Eren Jaeger.
Per sempre.

*angolo autrice*
Ok, so che è corta, ma nel prossimo capitolo devo scrivere una miriade di cose e preferisco metterle tutte insieme!

The Ghost (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora