IL DIARIO DI EREN

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Mentre Anya attaccava la testa al corpo, io ed Eren ci eravamo appartati un momento.
Volevo parlagli di ciò che avremmo fatto subito dopo.

<Allora? Dimmi> chiese il castano dopo un lungo silenzio che si era creato.
<Voglio chiederti se... ti andrebbe di venire a vivere da me> gli dissi, mentre lui faceva un piccolo sorriso.
<Mi piacerebbe, Levi. Però...> abbassò lo sguardo: <Ho paura che l'incantesimo fallisca...>
<Non succederà. Hanji è intelligente e riuscirà a praticarlo alla perfezione! Tu tornerai in vita e potremmo restare insieme>
Lui sorrise: <Mi fido di voi>
<È tutto pronto. Eren, vieni> disse Anya, spuntando da dietro l'angolo.

Il fantasma si teletrasportò in entrata ed io lo seguì.
Avevano coperto il cadavere con un telo e stavano accendendo un paio di candele trovate in giro.

Hanji aveva il cellulare in mano e stava ripassando la formula: <È assurdo che Google abbia un lato così oscuro> commentò il fantasma di Armin.
<Già. E dire che ci è voluto un po' per cercare quello stramaledetto incantesimo> commentò la bionda, posizionando l'ultima candela.

<Levi...> Eren richiamò l'attenzione del corvino: <Prendi la chiave> disse, indicando il collo della castana.
Con tutto quel trambusto se n'era del tutto dimenticato.
Prese l'oggetto di corsa, distraendo la castana che divenne nervosa, e corse nella stanza.

Infilò la chiave nella serratura della porta e l'aprì; un enorme letto matrimoniale, che sembrava essere anche in ottime condizioni, occupava l'intera vista del corvino, che girò lo sguardo verso il grande quadro che si trovava di fronte ad esso.

Infilò la chiave nella serratura della porta e l'aprì; un enorme letto matrimoniale, che sembrava essere anche in ottime condizioni, occupava l'intera vista del corvino, che girò lo sguardo verso il grande quadro che si trovava di fronte ad esso

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Rimase ad osservarlo per qualche minuto, rapito da tale bellezza, ma soprattutto dall'artista.
All'epoca, non esistevano le macchine fotografiche, ma quella lo sembrava.

<L'artista aveva una memoria fotografica> disse Armin, apparendo alle sue spalle: <Me lo ha detto Eren qualche giorno fa... non era fiero di questo quadro, perché gli ricordava il passato. Quando era un assassino spietato e, all'inizio, senza rimpianti> aggiunse poi, sfiorando l'immagine con le mani.

<Perché mi ha fatto entrare qui dentro, secondo te?> chiesi.
<Non saprei esattamente, ma prova a cercare qualcosa. Forse troverai oro antico o gioielli che varranno milioni in quest'epoca> disse, tornando a guardare il quadro, come se ne fosse innamorato.

Cominciai a frugare in qualche cassetto, trovando bottiglie di chissà quanti anni vuote, medaglie antiche dal valore inestimabile e vestiti dell'800, un po' bucati per via degli insetti.

<Guarda meglio> ripeteva il ragazzo fantasma, ancora ammaliato dal quadro.
Ero leggermente invidioso.
Cercai in altri cassetti, ma trovavo quasi sempre le stesse cose.

<Cosa sto cercando per la precisione?> chiesi, non capendo il motivo di frugare nella storia di Eren.
<Te l'ho già detto. Non lo so. Forse aveva dell'oro nascosto, oppure delle foto> rispose, distogliendo lo sguardo e incrociandolo con il mio: <O anche un diario> aggiunge.
<Non credo che sia stato una femminuccia> dissi, immaginando Eren, in pigiama, steso sul letto, che ad ogni lettera che scriveva si metteva a ridere e finiva sempre col baciare la pagina e disegnare cuoricini prima di dormire.
<Non per tutti gli uomini di un tempo tenere un diario era sinonimo di essere femminuccia, anzi. Scrivevano i loro viaggi, le loro nuove esperienze, i loro primi amori e altre cose interessanti. Sono sicuro che un soldato come Eren ne aveva uno> fece un sorriso.

The Ghost (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora