IL VERO NEMICO

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Le travi erano più salde che mai.
I chiodi, nonostante siano stati arrugginiti, erano ancora resistenti.

<Levi, vieni qui! Dobbiamo andarcene!> gridava Hanji, ma non le diedi ascolto.
Le feci segno di venirmi a dare una mano.
Eren non doveva distrarsi, sennò perché mi aveva chiesto di fargli questo favore?

Travi, massi e oggetti appuntiti volavano nella mia direzione, ma il giovane fantasma riusciva sempre a scansarli.
Il minimo che potevo fare era aiutarlo.

La ragazza non sembrava disposta a lasciare da solo il povero signor Arlert, spaventato per ciò che stava accadendo.

Cosa dovevo fare?
Andarmene e lasciare Eren "libero"?

Lo spettro aveva smesso di guardarmi, dato che un grosso pezzo di ceramica stava volando verso Armin ed Hanji, ma senza colpirli.

Mi guardai intorno.
Doveva esserci qualcosa in grado di togliere le travi dalla finestra.
Non trovavo niente lì in giro, così tentai un'altra volta di levarle con le mie mani, ma i chiodi sembravano essere resistenti.

<Hanji, cazzo!> gridai, attirando, però, l'attenzione di Carla, che provò a scaraventarmi addosso dei vecchi mobili.

Quelli, Eren, non li aveva notati.
Provai a schivarli, riuscendo più o meno nel mio intento.
Uno dei mobili si ruppe e la maniglia del cassetto mi arrivò in testa con molta forza, facendomi uscire sangue.

Il dolore era indescrivibile, ma potevo sopportarlo.
Mi avvicinai con fatica verso Hanji e l'uomo, che erano presi dalla battaglia tra i 3 fantasmi.

<Hanji... ti prego...> dissi, trattenendo il dolore: <Aiutami a togliere quelle travi dalla finestra...!>
Lei si voltò verso di me e, spaventata, venne in mio soccorso, strappandosi un pezzo della maglietta e avvolgendomelo attorno alla testa.

<Levi, andiamo finché->
<No!> la interruppi: <Eren mi ha detto che dobbiamo togliere quelle stramaledette travi da quella cazzo di finestra!> sussurrai a denti stretti.

<Ma Levi...>
<Vieni con me! Aiutami!> le urlai.
Annuì e mi seguì verso il punto desiderato.
Afferrammo i pezzi di legno: <Bene! Tira!>
Entrambi, con tutta la forza in corpo, riuscimmo a levare una delle 3 travi che si trovavano attaccate alla finestra.
Poi l'altra e poi l'altra ancora, riempiendo un punto della stanza con i raggi del sole, che si andarono a schiantare sulla figura trasparente del padre di Eren, che svanì in una nuvola di fumo.

<Ma... è morto?!> chiese Hanji.
<Credo...> mi voltai verso lo spirito del ragazzo, che ci stava sorridendo, riconoscente.
Carla smise per un attimo di combattere: <CAROOO!> il suo urlo era orribile. Un urlo di agonia.

<Levi! Va via di lì!> gridò Eren che, appena io e Hanji ci spostammo, distrusse il muro, facendo entrare altra luce, che prese in pieno la madre, facendola esplodere anche lei in una nuvola di fumo.

Io e la castana gioimmo per l nostra vittoria.
Ci demmo il 5 e poi andammo verso il fantasma del povero Eren Jaeger, concentrato nel guardare i punti dove aveva visto i suoi genitori "morire" una seconda volta.

<Ce l'abbiamo fatta! E tutto per merito tuo, Eren!> gridava Hanji, presa dall'emozione, ma il fantasma non sembrava provare le stesse cose.
Se ne stava lì, fermo, a guardare i raggi entrare in quella casa che negli anni è sempre stata immersa nell'oscurità.

<Eren...?> chiese il vecchio, avvicinandosi sempre di più al suo amico: <Va... tutto bene?>
<Si... tutto ok...> rispose, facendo un piccolo sorriso.

<Quindi... oggi abbiamo scoperto... che Eren Jaeger in realtà non ha mai ucciso nessuno? Quindi non era lui il vero nemico, ma i suoi genitori!> disse la castana, ricapitolando ciò che era accaduto.

<Ti sbagli> disse lo spirito del ragazzo: <Sono stato io ad uccidere la famiglia dei Bodt e degli Hoover... ed è stato dopo che me ne sono pentito>
<Quindi mi stai dicendo che eri tu all'inizio il vero assassino e poi i tuoi genitori...?> chiese, mentre lui annuiva.

<Ci racconti... perché ti sei pentito?> chiese la ragazza, mettendosi accanto al signor Arlert, che si era seduto sopra uno dei massi che avevano lanciato, mentre io mi mettevo vicino ad Eren, che era poco più in là.

<Beh, mi sono pentito perché erano persone innocenti... tutto qui> rispose.
Hanji ci rimase un po' male per la risposta poco curata che diede lo spirito.

<Beh, allora, ci racconti perché i tuoi volevano così tanto ammazzare la gente?> ritentò.
<Perché odiavano il fatto che degli sconosciuti venivano a casa nostra dicendo che era la loro. Erano... gelosi, tipo>
Un'altra risposta che non piacque all'occhialuta.

Fece per parlare ma la interruppi: <Eren, cosa vuoi fare adesso che i tuoi se ne sono andati? Vuoi continuare ad essere un fantasma o preferisci andartene da questo mondo una volta per tutte?>
Il ragazzo fece un mezzo sorriso: <Dimmelo tu. Cosa faresti al mio posto, Levi?>
Quando pronunciò il mio nome, una strana sensazione mi percosse dentro; precisamente nel cuore.
'Ma che cazz...?' pensai, non capendo l'utilità di quella strana emozione provata.

<Io rimarrei> risposi: <Questa villa... è enorme e bellissima. Se riparata e pulita a fondo, tornerebbe come una volta!> mi venne un'idea.
Mi girai verso la ragazza: <Hanji... ti va di fondare il nostro quartier generale qui? Sarebbe bello, non credi?>

Lei rimase a pensarci su per un po'.
Io, nel frattempo, volevo parlare con Eren, divertito nel vedere la Quattrocchi cervellarsi così tanto: <Oi, Eren> lo chiamai, facendolo sobbalzare.
<Dimmi> rispose.
<Mi racconti... come sei morto?> ero un po' titubante nel fargli quella domanda poco discreta, ma a lui non sembrava dargli fastidio.
Però, il suo volto divenne cupo.



*angolo autrice*
I suoi genitori se ne sono andati per sempre, mentre lui è rimasto.
Ma continuerà a restare o anche lui tenterà di andare nell'altro mondo?
No, davvero, non ho idee.
Ho sempre fatto dei cazzo di lieto fini, ma adesso vorrei drammatizzare un po'!
Bah, è sempre così.
Dico una cosa e non la farò mai!
*si chiude nell'armadio e non esce più*

The Ghost (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora