Capitolo 7 ~ Chiappetta d'oro bucata

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Keeran

L'urlo straziante di un uomo che muore, il rantolo del suo ultimo alito di vita, il tonfo sordo del suo corpo che cade scomposto sull'erba, il suono tagliente della lama che affonda nella carne, l'odore del sangue, il tanfo di morte, era tutto dannatamente vero. La paura che avevo provato per me stesso e per Wynne, il sudore che colava dalla fronte, il petto che si muoveva velocemente, il tremore delle mie mani, il dolore del colpo infertomi, tutto dimostrava che non si trattava di un sogno. Ma, se così era, se davvero quello non era solo un sogno infernale, allora Wynne aveva ucciso una persona reale. Perciò, mi chiesi di nuovo, questa volta con una nuova consapevolezza, dove diamine fossimo finiti. Voltai il capo, cercando di non compiere movimenti bruschi che avrebbero potuto aumentare la mia agonia, per trovarla nel chiarore della debole luce dell'alba e assicurarmi che, almeno lei, stesse bene.

La vidi immobile, ai piedi del cadavere, con l'espressione smarrita di chi ha appena realizzato il peso delle sue azioni, mentre il sangue del pugnale che ancora stringeva tra le mani colava sull'abito sgualcito e sulle sue dita, ora non più immacolate. I capelli erano arruffati e i piccoli ciuffi neri, che sfuggivano dalla retina argentea che li avrebbe dovuti trattenere, accentuavano il pallore del suo viso. I suoi occhi erano vitrei, fissi sulla figura di quello che un tempo era stato un uomo e che ora non era più di un semplice cadavere su cui volteggiavano i corvi intenti a banchettare. Fortunatamente, il viso del morto non era visibile dalla posizione in cui mi trovavo, ma ero più che certo che lei l'avesse visto e, soprattutto, che non lo avrebbe mai dimenticato. Mi feci forza, sollevandomi da terra per raggiungerla e condurla lontano da quel macabro scenario. Tamponai con la mano la mia ferita sul sedere, cercando di alleviare il dolore e, contemporaneamente, fermare il flusso di sangue che continuava a fuoriuscire. Strinsi i denti, per evitare di urlare come una femminuccia, e zoppicai verso Wynne. Era stronza, acida come una vecchia zitella, dannatamente irritante e calcolatrice, eppure sapevo che se non fosse stato per lei sarei stato io il morto. Inoltre, nonna Armanda non sarebbe stata affatto felice se avessi lasciato sola una 'povera donzella indifesa senza nessun cavaliere a proteggerla', nonostante lei fosse tutto meno che indifesa. Anche se, quando la osservai, ormai a pochi passi di distanza da lei, potei notare con sconcerto come, in quel momento, non fosse più la solita Wynne sadica e sarcastica e quasi desiderai che tornasse a prendersi gioco di me. Le scossi la spalla per incitarla a tornare in sè e lei, in tutta risposta, sollevò il pugnale pronta a colpirmi. Non era ferita, grazie a Dio. Non mi mossi, per evitare di spaventarla, e lasciai che scrutasse la mia figura prima che mollasse la presa sul pugnale.

- Dove sei ferito? - la sua voce, solitamente acuta e cristallina, si era ridotta a poco più di un sussurro.

- Sì. Ho un taglio su... beh... sulla ... chiappetta - risposi nel più totale imbarazzo, sentendo le guance imporporarsi.

- Vuoi dire che... sul culo? Avevo visto il cacciatore colpirti lì, ma non ne ero certa. Quindi è... davvero? - chiese, con un velo di divertimento nella voce.

Un piccolo sorriso fece capolino sul suo volto, quasi si fosse dimenticata di tutta quell'orribile situazione, e ne fui rincuorato.

- In realtà solo su una chiappa. La sinistra, per essere precisi - risposi, continuando a tenere la mano sulla ferita.

- E tu adesso ti stai toccando il culo, quindi? Sporcaccione! - continuò lei a deridermi.

- È solo sangue, mica cacca! - ribattei infastidito.
Quasi quasi la preferivo muta. No, non è vero.

- Ti stai toccando il culo, perciò potrebbe essere merda. Non lo escluderei affatto - affermò ridendo.

Le diedi le spalle, con non poche difficoltà dovute al sedere dolorante, e mi avvicinai al ruscello per ripulirmi dal sangue prima che si seccasse.
La sua risata aumentò notevolmente nonostante la lontananza e venne accompagnata dall'esclamazione: -Bel culo, Ciccione!

Scriptorium - Come Vi Distruggiamo Il Lieto FineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora