Capitolo 5.

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Capitolo 5.

Lasciata nuovamente la Sala Comune andarono a seguire la loro prima lezione di volo.

Non fu affatto difficile per Harry e Draco farsi obbedire dalla scopa volante.

Solo Neville ebbe dei problemi e dopo esser caduto dalla scopa si era rotto anche un polso perdendo la ricordella che aveva nella tasca.

Draco la raccolse e disse: «Se l'avesse stretta si sarebbe ricordato di cadere sul sederone»

Ron tese la mano verso il ragazzo: «Dammela, Malfoy!»

«No! La metterò dove Paciock deve andare a prendersela. Sul tetto» detto questo prese il volo. Ron lo seguì per riprendere la sfera, ma Harry l'affiancò e crearono uno schema tutto loro mettendo il ragazzo in difficoltà.

Piton che passava da quelle parti rimase a guardare quella partita improvvisata e gli venne un idea appena i due ragazzi scesero a terra.

Si avviò verso di loro e disse: «Potter! Malfoy! Con me subito» i due ragazzi scopa alla mano lo seguirono fino a raggiungere l'aula di Difesa Contro le Arti Oscure.

L'uomo busso alla porta ed entrò: «Professor Raptor mi servirebbe Flint per un attimo» il professore sussultò, ma fece un cenno al ragazzo che uscì dall'aula.

I quattro entrarono in un aula poco distante.

Piton, allora, disse: «Ti ho trovato due cercatori per la squadra»

«Molto bene. Vi farò sapere appena ci saranno gli allenamenti e potrete mostrarci quello che sapete fare» disse il ragazzo per poi lasciare la stanza e i due ragazzi nelle mani del professore.

Harry e Draco lasciarono l'aula assieme al professore e il ragazzo biondo gli chiese: «Hai mai visto una partita di Quidditch? No, che stupido, ti mostrerò dei libri appena andiamo nei dormitori così ti farai un idea»

«Grazie. Credo di essere negato in questo sport» ammise Harry, ma Pansy arrivò poco dopo e prendendolo per il polso lo portò fino alla tecca dei trofei: «Non potrebbe essere il contrario. Tuo padre era il cercatore più bravo e tu ce l'hai nel sangue»

Rientrati in dormitorio Draco fece leggere a Harry i libri sul Quidditch.

A ora di cena andarono in Sala Grande a mangiare e poi, al termine della cena, tornarono alla loro casa.

Harry, però, ancora non aveva lasciato perdere l'idea di capire cosa stesse bollendo in pentola.

Chi meglio del guardiacaccia poteva chiarirgli le idee su quello che era stato preso dalla camera blindata? Nessun altro per questo si mise in testa, appena avesse trovato il tempo, di andargli a parlare.

Quella sera Harry, però, non aveva sonno così visto che non era ancora scattato il coprifuoco si incamminò per i corridoi della scuola giungendo un po' per caso al corridoio chiuso del terzo piano.

Per sfuggire a Gazza e alla sua gatta varcò una porta chiusa e si ritrovò di fronte ad un enorme cane a tre teste che teneva la zampa ben piantata su una botola.

Nonostante tutto si richiuse la porta alle spalle capendo bene che alla fine il pacchetto prelevato da Hagrid alla Gringott era ben celato sotto le zampe dell'enorme cagnolone a tre teste.

Stando attento ad ogni rumore tornò in dormitorio ed andò a letto.

Una volta disteso tra le calde coperte, Salazar si acciambellò nel suo cesto e si addormentò. Harry rimase ad osservarlo sorridendo mentre ripensava a quello che aveva scoperto e gli accarezzò la testa sussurrando: «Buona notte, Salazar»

Chiuse gli occhi poco dopo e si addormentò anche lui. 

Un'anima in guerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora