1. Lo scontro

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Sono in ritardo. Che novità, ma questa volta posso scaricare la colpa sul traffico fiorentino: c'era un incidente e l'autobus è rimasto bloccato dieci minuti buoni. Non so se il prof la prenderà come buona, ma sinceramente non me ne può fregar de meno.

Fatto sta che sto correndo verso la facoltà per dare 'sto accidenti di esame, ricontrollando al volo i fogli che, nel caso arrivassi in anticipo -utopia-, mi servirebbero per ripassare quelle due o tre cose che ricordo troppo vagamente per i miei gusti. Ci ho impiegato tutta la notte a sistemarli e rileggerli attentamente, se dovessero cadermi farei un casino terribile. Detto fatto, qualcuno mi viene addosso e come se non bastasse mi fa anche cadere: gli lancio un'occhiataccia e mi alzo <<Ma te sei...>> inizio ad insultarlo, ma lui mi parla sopra.

<<Si, sono io. Vuoi un autografo?>>

<<...uno stronzo>> finisco io e lo guardo di nuovo male. Autografo?! Non so nemmeno chi sia.

Lui mi guarda male, mentre gli amici ridacchiano <<Scusa?!>> chiede scioccato.

Nemmeno alzo lo sguardo, cercando di riordinare l'ammasso di fogli <<Fortuna che parliamo la stessa lingua. Ti ho dato dello stronzo, visto che invece di guardare avanti e camminare come tutte le persone di questo mondo fai il divo con i tuoi amici. Dovresti stare attento a dove metti i piedi, sempre che gli appoggi>> concludo sfidandolo con lo sguardo e sfoderando un po' del mio fedele sarcasmo.

Lui corruga leggermente la fronte, poi torna all'espressione strafottente con cui ha chiesto se volessi un autografo <<Scusa?!>> ripete.

Io sbuffo <<E' italiano, se non capisci fai causa alle tue insegnanti a scuola. Io ho un esame da fare e sono già in ritardo>> lo sposto <<Non è stato un piacere>> lo saluto riprendendo a camminare svelta.

Ma guarda te se devo sempre incontrarli io i cretini. Speriamo che quelli prima di me siano stati trattenuti a lungo dal prof, così non dovrò cercare scuse credibili per il mio ritardo.

Fortunatamente il ragazzo che era prima di me è ancora dentro e sembra averne per molto <<Sempre in ritardo eh>> scherza Carletto, il mio fedele compagno di banco nelle noiose lezioni di storia e di tutte le altre materie.

<<Ti prego sta zitto. Oggi tutti io li ho beccati>> borbotto sedendomi e rivedendo alcune cose.

Lui si siede vicino a me e mi aiuta a sistemare i fogli e mi da qualche dritta sulle domande frequenti di questo appello, che a quanto pare sono i miei argomenti forti. Un po' di culo mi spetta oggi, dopo tutte queste avversità pomeridiane.

La vibrazione del mio cellulare mi fa prendere un colpo, talmente ero concentrata "Buona fortuna, nana" sorrido e rispondo con un cuore rosso ed una faccina spaventata.

<<Chi è il tuo spasimante?>> sorride malizioso Carlo.

Gli tiro un colpo sulla spalla <<Non ho nessuno spasimante, scemo. È un caro amico>> rispondo ridendo.

Lui fa un gesto con la mano tipo "sì, certo, come no" <<E comunque sei piena di spasimanti, tesoro, solo che non vuoi accorgertene>> mi dice con la faccia di uno che la sa lunga.

<<Ah si?>> chiedo retorica <<E chi sarebbero?>> chiedo sinceramente interessata.

Lui felice che gliel'abbia chiesto si siede composto ed inizia ad elencare <<Quello con gli occhi blu di spagnolo, la larva delle lezioni di storia moderna, bel culo a latino>> conta sulle dita della mano.

<<Hai sul serio nominato la larva?! Hai osato sostenere che mi venga dietro?!>> chiedo disgustata.

Carlo annuisce convinto <<Anche un prete ti seguirebbe con lo sguardo, tesoro>> mi fa l'occhiolino <<Anche alcuni dei miei amici dicono che un giro con te lo farebbero>> aggiunge.

She said if you dare come a little closer// Federico BernardeschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora