6. Trasferimenti

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ATTENZIONE: PRESENZA DI SCENE ESPLICITE, SE SENSIBILI PASSATE OLTRE. GRAZIE E ARRIVEDERCI.

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La giornata a Carrara con Federico si è rivelata bellissima: non avevo mai visitato la piccola cittadina e sono rimasta affascinata dalla sua bellezza. L'ho visto più calmo di quando è arrivato a casa da me la sera prima, probabilmente la mattinata al parco con me e Marcolino e la sua nipotina gli ha fatto liberare la mente e rilassarsi.

Tuttavia sono rimasta turbata dalla spensieratezza che ci ha avvolti quella mattina e appena siamo tornati a Firenze ho declinato la sua proposta di una nottata delle nostre e ho chiamato a raccolta Alessandra e Carlo. La loro risposta è stata solo che non mi andava di lasciarlo solo dopo una batosta del genere, visto che so come ci si sente; ma credo che nascondano qualcosa o che abbiano capito cose che io non ho ancora nemmeno pensato.

Sono passate due settimane da quel giorno: io ho fatto una piccola vacanza con Ale, Carletto e il barista del famoso locale dove ho lasciato Berna in bianco a Capri. Ci siamo divertiti tantissimo e il rapporto tra il mio collega universitario e Giovanni sembra andare per il meglio; sono rimasti chiusi un giorno e mezzo in camera ed io e Ale non siamo così sceme da non capire il perché.

Siamo ritornati in città da due giorni e io vorrei solo ritornare in quelle spiagge immacolate ad oziare e abbronzarmi ancora un po'; purtroppo il lavoro chiama e a quanto pare anche il mio allenatore <<Claudio, ciao>> rispondo confusa, a luglio non mi fa mai fare mantenimento.

<<Se te lo stai chiedendo, non ti chiamo per un allenamento extra>> mi rassicura subito, meglio non ne avevo veramente voglia e tanto meno testa <<Ho una notizia per te e vorrei che venissi in palestra>> mi dice poi.

Alzo un sopracciglio scettica <<Nessuna anticipazione?>> chiedo curiosa.

<<No, mi spiace. Venti minuti ti bastano?>> ribatte sarcastico.

Ridacchio <<Anche troppi, arrivo subito>> gli rispondo e chiudo la chiamata.

Per la testa mi passano tante possibilità: la fascia da capitano, dei bambini da allenare, un cambio ruolo, qualsiasi cosa; ma quando arrivo e vedo tutta la dirigenza e il mio vecchio allenatore, inizio a preoccuparmi seriamente.

<<Buongiorno a tutti>> saluto intimidita.

Marco sorride raggiante <<Ciao bambina>> mi saluta, il mio primo vero allenatore.

Quanto mi mancava quel soprannome, gli sorrido anch'io ma un po' spaventata poi è il presidente a prendere la parola <<Allora, rilassati, non dobbiamo cambiarti ruolo o espellerti>> mi rassicura scherzando e io tiro un sospiro di sollievo <<Abbiamo una proposta da girarti>> mi dice, entrando nelle vesti del presidente.

Mi faccio attenta e incrocio le braccia al petto <<Che tipo di proposta?>> chiedo.

Vedo i miei coach emozionati <<Una squadra di B1 ha mandato degli osservatori ad alcune partite di quest'anno>> inizia e io sgrano gli occhi <<Ad una di queste è rimasto colpito dalla piccola palleggiatrice col nome straniero, per citarlo testualmente>> continua.

Ed io di colpo realizzo: mi stanno proponendo di andare a giocare ad alti livelli <<Che società è?>> chiedo, che io sappia a Firenze non ci sono società con una squadra femminile così di alto livello.

Claudio si schiarisce la voce <<E' questo che ci preoccupa un po'>> dice <<La società è di Torino>> spiega poi.

Rimango bloccata, scioccata, senza parole: dovrei lasciare tutto e tutti, iniziare da capo in una città nuova, con nuove compagne, con un allenatore nuovo, ci riuscirò? Dopotutto ho sempre sognato di giocare ad alti livelli, certo la B1 non è la serie A, ma si inizia con piccoli passi, no? E poi, se si fa un buon campionato lo step successivo è l'A2 e sarebbe fantastico.

She said if you dare come a little closer// Federico BernardeschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora