18. Loser

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I ragazzi si stanno allenando per gara1 di finale scudetto ed io rido, seduta sugli spalti mentre li guardo: sono dei bambini, durante la partitella non fanno che farsi dispetti.

Coach Medei non sa più che pesci pigliare e si passa una mano sul viso <<Dimmi perché gli alleno>> sospira rassegnato, più o meno.

<<Perché un po' gli vuole bene>> rispondo divertita.

Mi guarda e sospira di nuovo <<Potrebbe, ma molto in fondo>> chiarisce <<E ti ho detto di darmi del tu, Ilaria, almeno una decina di volte>> mi riprende.

Alzo le spalle <<Prima o poi lo farò>> sorrido.

Scuote la testa e li richiama all'ordine, dando per concluso l'allenamento; mi alzo per andare ad aspettarli fuori, ma mentre sto aggiustando la tuta che ho indossato, due braccia possenti mi tirano su <<Tsvetan, santo Dio!>> urlo spaventata.

Lui ride <<Ciao nana>> dice tranquillo.

<<Tse, dai, mettimi giù, sei anche sudato>> borbotto leggermente schifata.

Continua a ridere, ma non mi ascolta, andando verso l'angolo del campo dove si sono messi a fare allungamento; arrivato lì mi mette giù e con nonchalance si mette a fare allungamento <<Benvenuta tra i comuni mortali, nana>> sorride a trentadue denti.

Gli mollo uno schiaffo dietro la nuca <<Cretino, ci sarei arrivata da sola, bastava chiamare>> gli faccio notare stizzita.

Fa il labbruccio <<Ma così è più divertente>> dice e fa anche gli occhi dolci.

Alzo gli occhi al cielo: odio quando fa così. È grande e grosso, ma quando fa labbruccio e occhi dolci sembra un orsacchiotto di peluches tutto da abbracciare e coccolare <<Sei scorretto>> gli faccio notare.

Mi manda un bacio ed io chiudo la discussione con un gesto vago della mano: non cambierà mai, ma meglio così, gli voglio bene lo stesso.

Alla fine mi siedo vicino a loro a gambe incrociate, chiacchierando e ascoltando le loro impressioni sulla serie che inizierà domenica: Perugia, proprio mercoledì, ha battuto a gara 5 Trento nelle semifinali, guadagnandosi la terza finale della stagione dopo Supercoppa e Coppa Italia.

Domenica ci sarà anche lo scontro diretto con il Napoli per i ragazzi, chissà come stanno: mercoledì hanno beccato un pareggio assurdo a Crotone e il mister non sembrava così contento. Ho sentito poco sia Paulo che Gonzalo, perché a quanto pare sono stati rinchiusi a Vinovo a fare penitenza praticamente, così so ben poco di quello che sta succedendo anche con Federico.

Lui non lo sento da quella fatidica mattina: ha provato a mandarmi qualche messaggio e a chiamarmi un paio di volte, poi si è bloccato dopo la partita anche lui. Sono perfettamente consapevole di essere una stronza fatta e finita ad ignorarlo così, ma ho bisogno di tempo per realizzare la cosa e capire se davvero ne vale la pena.

<<Nana, sei tra noi?>> sento la voce di Tsetso chiamarmi.

Scuoto la testa e lo guardo confusa <<Dicevi?>> chiedo.

Mi guarda e sospira <<Sai che adoro quando vieni a trovarmi, ma sei parecchio strana. È successo qualcosa con Federico?>> si preoccupa.

Sorrido <<No, Tse, è solo un periodo un po' così>> decido di non dirgli niente.

<<Sicura? Ci facciamo una passeggiata in spiaggia e parliamo un po'>> continua poco convinto.

Mi alzo e mi abbasso al suo livello, ancora seduto a terra a finire l'allungamento <<Sicurissima, stai con i gemellini, io andrò a godermi l'aria di mare>> gli schiocco un bacio sulla guancia.

She said if you dare come a little closer// Federico BernardeschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora