14. Serata

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ATTENZIONE: PRESENZA DI SCENE ESPLICITE, SE SENSIBILI PASSATE OLTRE. GRAZIE E ARRIVEDERCI.

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In questo momento c'è una sola domanda che mi ronza per la testa: chi è 'sto armadio, ora?!

È sabato e come da tradizione, ormai, siamo andati con alcuni dei ragazzi a vedere la partita di Ilaria e delle ragazze; come sempre le abbiamo aspettate fuori, ma il mio piccolo diavolo tentatore ci ha tranquillamente snobbato, saltando in braccio ad un armadio stagionale.

Ora voglio sapere chi cazzo è 'sto qua.

Sì, sono geloso e tanto. Me ne fotto le palle del rapporto e di tutta quella roba: lei è sempre venuta da noi dopo le partite, Gonzalo o Mario la tirano su e si complimentano e poi mi avvicino io a stuzzicarla. Non è che un giorno a caso arriva lui dal nulla e rovina tutto; no, per niente. Lei è il mio piccolo diavoletto, nessuno deve mettersi in mezzo.

<<Io direi che potresti anche darti una calmata>> mi sussurra Paulo.

Fulmino pure lui <<Ti devo ricordare cosa siete? O fai da solo? Perché altrimenti possiamo tornare tranquillamente al discorso sull'innamorarsi>> si aggiunge Gonzalo.

Sbuffo <<Non si stacca nemmeno con l'acido da quell'armadio>> borbotto.

Sorride felice e rilassata, lo conosce e anche bene e questa cosa mi manda in bestia, perché non mi ha mai parlato di lui e non mi ha detto sarebbe venuto. Me ne sarei rimasto a casa, poco ma sicuro.

<<Dio santo, o la smetti o la smetti, mi stai facendo innervosire>> sibila Mario.

Sbuffo, ma smetto di muovermi come un attarantolato anche notando Ilaria avvicinarsi con l'armadio al seguito <<Ciao ragazzi>> ci saluta <<Scusate se vi ho ignorato, ma non vedevo Tsetso da tanto>> ci spiega con un sorriso di scuse.

Federico non cedere, per l'amor di Dio, sei geloso marcio e devi tenere la tua posizione. Non ne hai il diritto, lo sappiamo, ma fallo lo stesso.

Sorrido a mezza bocca <<Tranquilla, aspettavamo solo te dopotutto>> dico e scommetto abbia sentito la velata ironia.

Mi lancia un'occhiataccia <<Loro sono i ragazzi di cui ti ho parlato: Mario, Paulo, Gonzalo e Federico>> ci indica <<Ho visto anche gli altri, ma credo siano già andati via>> aggiunge <<Ragazzi, lui è Tsvetan, un caro amico pallavolista>> lo presenta.

Gli stringiamo tutti la mano con cortesia, nonostante si veda lontano un miglio che il mio sorriso è falso come una moneta da cinque euro <<Rimani molto?>> gli chiede il numero dieci.

Ma anche no!

<<No, purtroppo>> scuote la testa <<Domani sera gioco, oggi sono riuscito a strappare un permesso al coach per venire a salutare Ilaria>> spiega sorridendo e stringendola per le spalle.

Leva quelle mani da lei, pertica.

Anche Gonzalo sorride, traditore pure te <<Peccato, è sempre bello scoprire qualcosa sulla piccola Ily>> dice sincero.

Il ché non è nemmeno tanto sbagliato, ma lui sta invadendo degli spazi che non sono suoi e questo mi manda in bestia, perché è una cosa che posso fare solo io.

Oddio, Federico, ma ti senti?! Sei geloso di una ragazzina che te l'ha fatta sudare, quando puoi averne a centinaia; senza contare il fatto che ti stai comportando come un fidanzatino geloso e possessivo, tre cose che tu non sei.

Devo smetterla di parlare con la mia testa, specialmente se quando risponde ha la voce di Danilo: è alquanto inquietante.

Ritorno con l'attenzione alla conversazione e vedo i ragazzi salutare Ilaria e l'armadio <<Dai, ti accompagno in stazione e poi me ne torno a casa, quelle là ci hanno spompato stasera>> gli sorride.

She said if you dare come a little closer// Federico BernardeschiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora