STEFANO
Giorno cinquanta, o forse cinquantuno, non lo so più. Da quando "sto"con quel mostro di ragazza il cui nome è Emma, il tempo passa talmente lento che sembra un'eternità! Sono cambiato anche io e mene rendo conto, come se ne rendono conto i miei fans. Pubblico un video una volta al giorno, quando prima erano tre al giorno, non ho più tempo di fare nulla con quella la che gira per casa. Mi controlla, controlla quanto tempo ci metto ad editare, quanto tempo sto a registrare, è peggio di un orologio svizzero, l'unico mio sfogo ormai sono i video che registro, quei pochi che riesco a registrare. Meno male ho Salvatore, che quando non c'è quell'arpia mi rintano in camera con lui e per lo meno qualche rista me la fa fare!
-Come sta Francesca?- domando stravaccato sul suo letto tenendo in mano una pallina.
-Meglio..-risponde Surry guardando lo schermo del computer.
-sono contento..- rispondo -Mi manca..- sussurro. Salvatore si gira e mi osserva.
-lo so- risponde per poi tornare ad editare. Io torno a fissare il soffitto e a giochicchiare con la pallina.
-Che poi, domani la vedi..- esclama Salvatore girandosi e levandosi le cuffie e osservandomi, mi alzo dal suo letto, lancio la palla dietro di me ed esco dalla stanza. Vado in bagno e mi chiudo a chiave, mi fermo davanti allo specchio, mi guardo, no, non ce la posso fare,preso da un raptus di rabbia scaravento tutto quello che c'è sulla mensola di fronte a me a terra, urlo, diamine se urlo. Comincio a piangere come un bambino. Sono stremato da questa convivenza con quella, mi sta portando all'esasperazione, non posso uscire di casa se quella non c'è. Non ce la faccio più, non mangio quasi più.Urlo di nuovo, Salvatore da dietro la porta mi domanda se è tutto ok, lo mando via, ho bisogno di stare da solo, non ce la faccio più.
Esco dal bagno con gli occhi gonfi dal pianto, prendo le sigarette in salotto ed esco sul balcone, è inverno, e sono in maniche corte in terrazzo, non mi interessa niente. Ho chiesto io a Giuseppe di portarla via, l'ho fatto per proteggerla, non potevo perderla nuovamente, ma per far del bene, l'ho persa comunque. Lancio via la sigaretta e con lei se ne vanno tutti i pensieri. Rientro in casa e torno come prima. Apatico, senza emozioni, quasi peggio di Sal, il che è grave. Sento le chiavi girare nella serratura, è tornata..no. Mi siedo sul divano a fissare il muro bianco.
-Sono a casa!- cinguetta Emma chiudendo la porta. Non rispondo, continuo a fissare il muro, entra in salotto e mi abbraccia da dietro, non faccio una piega.
-Amore ciao!- esclama stampandomi un bacio sonoro sulla guancia.
-non chiamarmi così- sbotto freddamente, lei si blocca, e mi guarda, poi si alza
-Cosa ti prende oggi?- mi domanda stupita, come se gli altri giorni non la trattassi male, prepariamoci all'ennesima litigata.
-non mi devi chiamare così!- rispondo seccato. -ora vedi di lasciarmi stare- mi alzo e mi dirigo in camera, senza espressione, cupo e triste. Lei mi segue.
-Stefano datti una regolata! Ora stai con me! Dimenticati di quella la! Non ti meritava, tu meriti di meglio! Anzi, il meglio ce l'hai già!- finendo quella frase mi prende per mano e mi ferma in corridoio. Sento la rabbia salirmi da ogni dove. Per questa volta evito lo scontro verbale, tiro via la mia mano dalle sue con uno strattone e vado incamera chiudendo la porta a chiave. Mi siedo alla scrivania, tiro un pugno sul tavolo e poi mi accascio sulla sedia sospirando. Prendo il telefono e apro Instagram, scorro le foto e trovo la foto con Francesca, la prima che ci siamo fatti a Padova, la osservo e una lacrima mi riga il viso. Esco dalla app e blocco il telefono, lo lancio sul letto e tiro un colpo alla cassettiera che ho sotto la scrivania. Domani dovrei vedere Francesca ad un evento, ormai sono mesi che va avanti cosi, ci vediamo agli eventi e io ne soffro, non posso avvicinarmi a lei, non posso salutarla ne dirle quanto mi manca. Con Emma che mi segue in ogni momento non posso fare nulla.Voglio solo scappare.
Oggi è il giorno dell'evento, una fiera.. non so nemmeno quale, ormai gli eventi ultimamente sono tutti uguali. Salgo nel van, mi siedo il più infondo possibile ed Emma naturalmente viene a sedersi in fianco a me, sbuffo sonoramente. Sascha e Sabri e Lore si siedono nei sedili davanti, Sal si siede in fianco ad Emma, Sabrina si gira e mi chiede come va, io non rispondo, ormai ci conosciamo troppo bene, mi basta solo guardarla e lei capisce tutto. Mi sorride premurosa e torna a girarsi. Per ultimo entra Papà, si siede nei posti di fianco al guidatore, e di fianco a lui si siede Francesca. Eccola, sorridente come sempre, la vedo e il mio cuore comincia a battere, lei si gira emi osserva per qualche istante, le sorrido. Lei abbassa lo sguardo e torna a girarsi. Un piccolo istante di gioia in tanti giorni di inferno. Prendo le cuffie e mi metto con la testa appoggiata al finestrino, Emma appoggia la testa sulla mia spalla. Giro la testa di scatto quasi ringhiando
-Levati-le dico scrollando la spalla, per poi tornare a guardare fuori dal finestrino. Noto che nell'abitacolo cala un silenzio tombale, noto gli sguardi che si lanciano tutti, l'uno con l'altro. Mi dispiace ragazzi. Alzo il volume della musica e prendo sonno.
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Il sorriso che mi salvò dall'oblio|| Stefano Lepri|| Completa.
Fanfictionquando lui entrò a far parte della sua vita, lei ritornò a credere nell'amore. *** le mie labbra si posano sulle sue, e prendo quel bacio che tanto desider...