«no amico!» disse Andrew

«io direi di si»

«Cristine... ehm... guarda la...» disse toccandomi la spalla

«m-mia madre, oddio!» dissi

«andiamo in questo stanzino» disse chiudendo la porta

«wow genio! Ora che si fa?»

«hai qualche idea?» disse

«andiamo la e affrontiamo la situazione, hai tren't anni Leonardo!» esclamai

«va bene, ma digli di stare a bada»

Uscimmo dallo stanzino

«dove vi eravate cacciati?» disse Andrew

«eravamo la dentro» dissi indicando lo stanzino

«a fare? Siete dei maiali»

«veramente ci stavamo nascondendo da mia madre, che ama Leo»

«ah» sospirò

«ciao mamma!» dissi avvicinandomi a lei

«ciao! Leo?»

«è qui» dissi afferrandolo dalla cravatta

«posso rubartelo un secondo?» disse

«fa pure» affermai calma anche se dentro la mia anima urlava

Corsi nel bagno afferrai la prima cosa che c'era e la scaraventai, un urlo di rabbia uscì dalle mie labbra.

«ahhhh! Non ne posso più! Cazzo! Cazzo! Che vita di merda!» urlai

«perchè proprio a me?» dissi mettendomi le mani nei capelli «non ce la faccio!»

Nel frattempo...

«un bel posto...» disse mia madre

«si, si...» disse Leo girandosi per cercarmi

«che c'è qualcosa ti turba?» disse mia madre strisciando il suo tacco contro la sua gamba

«vado in bagno, è urgente»

In bagno

«perchè sono così brutta e ho una madre cosi, cazzo!»

«posso aiutarla?» disse un ragazzo

«lascia stare, non capiresti» affermai fumando una sigaretta

«posso dargli un fazzoletto? Ha tutto il trucco colato»

«grazie» dissi alzandomi da terra e afferrando la sua mano

«come si chiama bella fanciulla?» chiese

«Abagnale, Cristine Abagnale. E tu?» dissi asciugandomi la faccia

«Frank Belfort» disse stringendomi la mano

«dove ti eri cacciata! Mi hai fatto preoccupare!» urlò leonardo aprendo la porta del bagno

«scusami papi, dovevo sfogarmi» dissi

«e lui?» domandò

«ah, questo ragazzo mi ha prestato il fazzoletto per il trucco»

«hai pianto?»

«si, tanto ora il mio corpo è pieno di lacrime, pieno di dolore»

«su andiamo» disse trascinandomi

«ci vediamo, vienimi a trovarmi: Hotel Avenue» sussurrai al ragazzo lanciandogli un bigliettino e facendogli un occhiolino

«va bene» sussurrò per poi farmi un cenno col capo

«madre, te non devi cucinare? È meglio andare a casa...»

«si, andiamo»

Immaginate, me la dovetti sopportare anche durante il ritorno a casa, che palle!

«oh papà! Sei tornato!» dissi abbracciandola

«ciao figlia mia! Chi è lui?» chiese

«un amico, stasera mamma lo ha invitato a cenare con noi»

«va bene, ci vuole proprio una bella cena in compagnia»

«vado in camera a cambiarmi»

«va bene»

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