Capitolo 8

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Il giorno seguente andai con Yuma a depositare la mia iscrizione. Al contrario suo, che sembrava sprizzare gioia ed entusiasmo da ogni poro, il mio umore era palesemente passivo: sembrava che tutte le informazioni mandate dai sensi passassero per un filtro che le inibiva, rendendole inerti. Conclusa la registrazione ci venne dato un cuore con un frammento rosso: lo avremmo dovuto riempire con altri frammenti per passare alla fase finale del torneo. Io sapevo già che il mio folle cammino si sarebbe interrotto alle eliminatorie, ma il mio compagno fantasticava con noi due protagonisti. Credeva che ci saremmo incontrati in finale e che avremmo mostrato al mondo il duello più entusiasmante di sempre. Questa sua idea mi faceva vagamente sorridere.

-Vedo che anche tu sei pronto per questa nuova avventura, vero Iulio?-

Aveva frainteso il mio sorriso, ma infrangere quei suoi sogni mi sembrava troppo barbaro. 

-Immagino lo stadio pieno, pronto a gridare i nostri nomi.-

Stavo recitando, ne ero perfettamente consapevole, ma la cosa non mi tangeva particolarmente. Sembrava come se mi venisse naturale mentire così spudoratamente a quella persona che chiamavo amico.

-Non riesco ad aspettare, mi sento bruciare. Voglio sfidare i più forti duellanti del mondo!- Alzò un pugno scaricando tutte le energie accumulate con quella frase.

Era un'anima serena,la sua. Ero inizialmente convinto trattarsi di una corazza questo suo carattere così esuberante, ma rettificai la mia idea quando compresi che una simile maschera era troppo pesante da portare per chiunque.

-Non vedo l'ora di incontrare nuovamente Kaito.-

Da come mi aveva raccontato era un cacciatore di numeri nettamente più abile di lui. Nel loro primo scontro lo aveva annichilito, facendolo cadere in depressione.

-Parteciperà anche Shark?-

Il bullo della scuola era uno duellanti più conosciuti. Aveva passato anni nel mondo dei duellanti professionisti prima di ritirarsi per aver barato durante una finale. Mi chiesi se lui e IV si fossero mai incontrati, ma scacciai quel pensiero: non mi interessava.

-Ho provato a convincerlo.- Iniziò portando le braccia dietro alla nuca. -Ma continua a voler rifiutare i miei inviti. Però verrà, ne son sicuro. Ama troppo duellare per tirarsi indietro così facilmente.-

Quelle parole che nella sua mente dovevano sembrare ricche di significato e amicizia, alla mia parvero pensieri di un bambino troppo poco conscio della realtà che lo circondava. Yuma poteva riassumersi come un'essere esistente solo nel suo mondo, capace di approcciarsi alla realtà solo attraverso il suo infantile modo di vedere le cose. Un tempo ammiravo questo lato di lui così energico e vivo. Persino il suo "energia al massimo" mi sembrava qualcosa di unico. Ora la mia visione del mondo si era distorta, infettata da un virus più potente di qualunque malattia. Lo stesso Yuma mi appariva fastidiosamente insulso e vuoto, troppo piatto per riuscire a comprendere i sentimenti che provavo. Una volta congedati rientrai a casa ed iniziai a riflettere sul possibile piano dei tre fratelli: qualunque esso fosse, non sarebbe stato facile portarlo a compimento data l'abilità dei rivali presenti, Kaito in primis. Non ero stato chiamato dalla loro parte per il semplice fatto che si trattava di una questione di famiglia, della quale io non facevo parte. Guardai quel cuore vuoto consegnatomi ad Heartland city: non era necessario che io perdessi, mi sarebbe bastato gettarlo in qualche tombino, fingendo di non saper più la sua collocazione.

Il primo giorno del carnevale arrivò e, conclusasi la cerimonia d'apertura, seguii Yuma, lasciandolo duellare contro tutti i rivali che si paravano davanti. Il mio scopo era quello di controllare la situazione circostante, tentando di individuare i miei pedinatori. Concentrato dalla mia missione, non mi accorsi della serie di vittorie confezionate dal mio compagno che procedeva come uno schiacciasassi. La sua esaltazione per simili idiozie era quasi lodevole. A giornata conclusa capii di non aver cavato un ragno dal buco e decisi di abbandonare Yuma per muovermi da solo durante il secondo giorno. La mia strategia parve funzionare. Notai che una figura incappucciata mi seguiva: affrontarlo fisicamente sarebbe stato un suicidio data la sua mole, così lo portai in un vicolo, dove lo affrontai verbalmente.

-Chi sei?-

La figura si tolse il cappuccio mostrando un ragazzo vissuto, con cicatrici che solcavano il volto. Portava i capelli biondi cortissimi, denotando un disinteresse nella cura del suo aspetto, e i suoi occhi azzurri erano stanchi e tristi.

-Non ti sei ancora ricordato, Iulio?-

Scossi la testa.

-Pensare che tutte le battaglie vinte fianco a fianco siano andate nel dimenticatoio in questo malo modo mi rattrista.-

Il suo sguardo si era perso nel terreno, sofferente per quanto appena appreso.

-Sono Leo. Ero un tuo fedele compagno fino a quel giorno.-

-Quel giorno?- Chiesi confuso.

-Sì, quello in cui tu apristi le porte dell'inferno gettando il mondo della distruzione.-

Lo osservai, non sapendo se credere o meno alle sue parole così inaspettate.

-E' una storia che non mi è concesso raccontarti, Iulio. Siamo riusciti a salvarti portandoti in questo mondo, ma ora che ricordi.- Fece una pausa. -Sono obbligato ad eliminarti.-

-Salvarmi dici.-

Indossai il D-Gazer lentamente, tentando di placare l'ira che saliva dal fondo del mio cuore.

-Voi non mi avete salvato.-

Indossai il Duel disk inserendovi il deck che venne mischiato in automatico.

-Avete dato il mio animo in pasto alla solitudine. E'vero, di voi non ricordo nulla, ma son sicuro che duellando parte dei miei ricordi torneranno e saprò cosa farne di te.-

Il mio sfidante fece le mie stesse azioni preparandosi a duellare.

-In questa partita i life points persi provocheranno danni reali. Una volta scesi a zero.-

-Moriremo.- Conclusi la sua frase.

Egli annuii, fissandomi. Era evidente che non volesse lottare contro di me, ma qualcuno lo obbligava a farlo. Sapevo che duellando parte dei miei ricordi sarebbero tornati, almeno quelli inerenti a Leo. Una vecchia versione di me provava un forte legame nei suoi confronti: ero sicuro si trattasse di un mio fidato compagno. Polvere di stelle risuonò nella mia tasca. Cercava di mandarmi un messaggio.

"Non fidarti"

-Non ho bisogno che tu me lo dica.- risposi attivando il Duel disk.

Secondo la sua versione io avevo portato la distruzione nel nostro mondo, ma il fatto che lui si trovasse lì significava che avevo fallito nel mio intento. Me ne rammaricai.

-Duelliamo!-

Yu-Gi-Oh! Zexal: Forbidden Memories (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora