Capitolo 13

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Quella notte feci sogni strani e disturbanti, probabilmente dovuti ai fumi dell'alcol. Vedevo esseri umani mutilati e raggruppati in montagnette di cadaveri, demoni che si cibavano delle carcasse dei miei simili. Sembrava tutto uscito da uno di quei incubi che ogni persona ha e che ricorda con angoscia e ansia. Eppure, io mi trovavo estasiato a tale visa, come se quella strage fosse l'incarnazione del mio desiderio supremo. Ridevo, nel mondo onirico. Potevo quasi sentire l'odore ripugnante di sangue e morte inebriare le mie narici.
Sentii qualcuno punzecchiarmi. Inizialmente credetti si trattasse di una parte del sogno, ma pian piano la mia mente tornò alla realtá, mostrandomi quella ragazza svampita in una lunga vestaglia bianca.

-Alice.-

Ero ancora sul divano con il bicchiere di whisky vuoto fra le mani. La mia bocca era impastata, forse per il sogno troppo strano, forse per la bevanda alcolica, non riuscivo a comprenderlo.

-Pensavo ti fossi suicidato con la cicuta.-

Mi guardava preoccupata e dubbiosa, come se fosse rimasta tutto il tempo ad osservarmi indecisa se svegliarmi.

-Se decidessi di uccidermi non sceglierei del veleno,ma qualcosa di piú sfarzoso, come tagliarmi le vene, fasciarmi ed invitare tutti ad una magnifica cena.- risposi sarcastico.

Mi fulminó con lo sguardo.

-Piuttosto, perché sei vestita in questo modo e, soprattutto, perché sei in casa mia?-

-Perché ho dormito di sopra.-

Casa mia non era piú un posto sicuro.

-Chi ti ha dato il permesso?-

-Me lo sono preso, in fondo sono la tua ragazza.- disse sorridendo.

Per poco il bicchiere non mi cadde in terra frantumandosi. Possibile mi fossi dimenticato di qualcosa di tanto importante? Sia chiaro, non era rilevante il fatto di avere o meno una consorte, quanto a dover prendere contromisure contro un simile impedimento. Alcuni ricordi iniziarono a riemergere facendomi rivivere episodi passati con lei. Alice amava la letteratura e, che io ricordi, avevo il suo stesso piacere per essa. Passavamo intere giornate a parlare di autori o interi romanzi, prima che la guerra scoppiasse sia chiaro. Eravamo felici, davvero tanto felici. Repressi quel barlume di umanitá che stava per tornare in mé andando a riempire nuovamente il bicchiere di Whisky ingerendone un lungo sorso.

-Ti é sempre piaciuto berlo, ne avevi sempre una scorta in casa.-

Non potevo liberarmi di lei come se nulla fosse, tantomeno ignorarla. Fu allora che capii: una donna innamorata farebbe qualunque cosa per il proprio uomo. L'avrei usata facendo leva sui suoi sentimenti. Trattenni a stento un sorriso sporco e malato.

-Perché sei ritornata qua?-

-Ti ho visto, ieri sera. Riesco a leggere dietro al tuo sguardo e so che qualcosa ti turba. Soffri e non poco. Un sentimento ti sta lacerando dentro corrompendo ogni cosa, ma non riesco ad afferrare quale esso sia. Sei così cambiato, eppure resti sempre il mio amato Iulio, non riesco piú a capire.-

Elaborai su due piedi una storiella da propinarle con parti vere ed altre inventate. Le raccontai la piú profonda delle storie di sofferenza, nella quale esprimevo tutto il dolore provato nel scoprire la veritá e la sofferenza psicologica derivatane. Per mia fortuna abboccó, credendo ad ogni parola come un'allocca.

-Capisco. Ti aiuteró a ricordare, Iulio. Tornerai quello di una volta, quello che amo.-

Il bacio che mi diede fu profondo e ricco di passione dalla sua parte, ma freddo e insipido dalla mia. Sentivo quasi un fastidio nel dover sottostare ad una simile idiozia.

-Neil ha approvato la tua idea di venire da me?-

-Sì, anche negandomelo non mi avrebbe fermata, quindi non ha neanche provato a farmi desistere. Vedi, lui vuole fermarti ora, senza lasciarti ricordare alcunché. É convinto che tu sia davvero malvagio e che le porte dell'inferno le abbia davvero aperte tu, si é lasciato abbindolare da quei fusionisti. Ma io credo in te e so che hai sempre agito a fin di bene.-

La abbracciai per non farle vedere il mio sorriso folle e psicopatico. Avevo tra le mani la marionetta piú facile da usare fra tutte quelle a mia disposizione. Era un'infiltrata perfetta, conosceva il mio passato e non si sarebbe mai azzardata a tradirmi dato il forte amore che provava per me. Mi feci scappare una lieve risata.

-Che succede?-

-Niente, sono solo felice di riaverti con me.-

Non mi importava piú nulla della moralità, ormai sapevo cosa fare e quando farlo. Avrei usato chiunque pur di riuscire nel mio intento, persino la donna che un tempo amavo.

Yu-Gi-Oh! Zexal: Forbidden Memories (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora