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Jimin si guardò allo specchio, passandosi un paio di volte la mano tra i capelli. Mugolava tra sé e sé, quando il campanello suonò, e sua madre lo richiamò dal piano di sotto. Jimin annuì a se stesso, contento del proprio aspetto, prima di infilarsi le scarpe. Scese le scale e vide i suoi amici sullo stipite della porta.

"Ciao, mamma," disse Jimin, baciando la guancia della madre, e lei lo salutò con la mano. Uscì, trascinando dietro a sé gli amici per i polsi, mentre sua mamma li osservava scendere il vialetto lungo il marciapiede. "Non voltatevi," intimò Jimin sottovoce ai due, e Taehyung rise.

"Sei davvero carino oggi, è tutto per il tuo ragazzo?" lo stuzzicò, una volta che erano abbastanza lontani da non essere sentiti. Sua madre chiuse la porta, e il gruppetto si fermò.

"Non è il mio ragazzo," si lamentò Jimin, dandogli un pugno sulla spalla.

"Comunque, buona fortuna con il tuo appuntamento con il tuo sugar daddy," ammiccò Taehyung e tirò via Jungkook, chiacchierando allegramente mentre si allontanavano.

Prima che fossero troppo distanti, si girò, gridando un po' troppo forte per i gusti di Jimin. "Fai attenzione! Usate le protezioni!" Rise sonoramente, e Jimin alzò gli occhi al cielo, scacciandoli con un gesto della mano. Una volta andati, Jimin saltellò verso la casa di Yoongi, risalendo con entusiasmo gli scalini del portico.

Bussò alla porta un paio di volte prima che esse venisse aperta da Namjoon, e Jimin non si era mai reso conto prima di allora di quanto enorme fosse il ragazzo.

"Ciao, Jimin," sorrise Yoongi da dietro Namjoon.

"Hai finalmente trovato qualcuno più basso di te?" scherzò Namjoon, e Jimin arrossì.

"E più piccolo!" Jimin udì la voce di Hoseok, e Yoongi fece un giro su se stesso.

"Hoseok, giuro su Dio che ti prendo a calci in culo!" lo minacciò Yoongi e Jimin riuscì a sentire la risata fragorosa di Hoseok che proveniva da qualche parte remota della casa.

"Non preoccuparti, so che sono più piccolo di te, hyung," ridacchiò Jimin, e Yoongi sorrise per quanto fosse carino il minore.

"Forza, andiamo," incitò Yoongi, afferrando la mano di Jimin, e il ragazzo intrecciò le loro dita, mentre si lasciavano alle spalle la casa e il vialetto.

"Dove?" domandò Jimin, curioso, scrutando le loro mani con una sfumatura rosea sulle guance.

"Hai già mangiato?" chiese Yoongi, e Jimin scosse la testa. "Possiamo andare da qualche parte per pranzo," propose Yoongi.

"Dove?"

"Ovunque troveremo qualcosa di buono," rispose Yoongi, e Jimin sorrise con un cenno della testa. "Non parli molto, eh?"

"È solo che non so cosa dire quando sono nervoso, non sono mai uscito con un ragazzo che non fosse un amico e- oddio, mi dispiace, non intendevo che tu non fossi mio amico!" biascicò Jimin, coprendosi la bocca con la mano.

Yoongi sghignazzò, avvolgendo il braccio intorno alle spalle di Jimin. "Non preoccuparti," lo tranquillizzò.

"Possiamo prendere la pizza?" chiese Jimin, mentre camminavano lungo una strada delineata da una quantità infinita di negozi. A catturare il suo sguardo fu una pizzeria, dove spesso andava con i suoi amici.

"Certo," disse Yoongi e scortò Jimin alla parte opposta della strada, entrando nella pizzeria. Ordinarono la pizza, che dovettero attendere per un paio di minuti, e una volta presa, si sedettero al tavolo l'uno di fronte all'altro.

"Non mi è permesso uscire spesso per andare a mangiare."

"Parlando di uscite, essendo questo il nostro primo appuntam-"

hyung ; yoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora