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Un paio di giorni dopo la festa, Yoongi e Jimin si stavano facendo un giro, poiché Yoongi voleva portare fuori il più piccolo in piazza e al negozio di musica per scegliersi qualcosa da ascoltare.

"Se vedi qualcosa che ti piace, dimmelo," disse Yoongi, e Jimin annuì, sorridendo. "Dunque, da quanto tempo hai una cotta per me? Tutte quelle volte che ti ho beccato a guardare attraverso la vetrina del negozio."

"Hyung." Gli occhi di Jimin si spalancarono, poiché non sapeva che Yoongi ne fosse a conoscenza. Era convinto che il maggiore fosse stato ignaro della sua esistenza, ma eccolo lì che ammetteva di sapere che Jimin lo avesse fissato tutte quelle volte, e aveva mantenuto il silenzio.

"Di solito io e i miei amici non abbiamo soldi per comprarci qualcosa, quindi andiamo a fare window shopping," ridacchiò Jimin, poggiando la guancia contro la spalla di Yoongi, mentre camminavano. Si avviarono all'entrata del negozio di musica ed entrarono; Jimin chiuse gli occhi per un attimo, rendendosi conto di non essere stato lì dal momento, in cui aveva fatto la figura del completo idiota di fronte a Yoongi. Il momento che aveva dato vita al tutto.

"Ero così imbarazzato, hyung. Stavo cercando di fare il figo, e tu non mi avevi nemmeno sentito, e poi sono inciampato sullo scaffale," si lagnò Jimin.

"Hey, hai attirato la mia attenzione," scherzò Yoongi, facendo l'occhiolino al ragazzo, che arrossì.

"Non nel modo in cui volevo."

"Ma ha funzionato, no?"

Jimin si limitò ad alzare gli occhi al cielo, e i due si avvicinarono ad uno scaffale di CD e album. "Hyung," proferì Jimin, guardando il maggiore con un sorrisetto sghembo.

"Cosa?" domandò con curiosità Yoongi.

"Quale album consiglieresti per... lo sai." Jimin picchiettò sul braccio dell'altro, il quale roteò gli occhi, allungando il braccio da dietro Jimin verso lo scaffale e tirando fuori un CD, come se niente fosse, come se conoscesse il negozio da cima a fondo.

"Goditelo, da solo," schernì Yoongi, baciandogli la guancia prima di spostarsi per vedere gli altri scaffali.

Jimin lanciò un'occhiata al CD, imbronciandosi, prima di rimetterlo al suo posto, raggiungendo il maggiore.

"Abbiamo bisogno di una canzone," parlò il biondo, al che Yoongi sollevò un sopracciglio.

"Tutte le coppie migliori hanno una canzone, sarebbe carino," sorrise Jimin, strattonando la manica del ragazzo.

"Non possiamo semplicemente decidere di avere una canzone, dobbiamo metterci d'accordo e deve essere speciale, stupido," sbuffò Yoongi. Jimin tirò fuori la linguaccia, e il maggiore attorniò le sue spalle con il braccio.

"Sei troppo carino."

-

Uscirono dal negozio, le buste piene di CD presi dalla scatola di musica gratuita, poiché erano vecchi come il tempo. Jimin aveva domandato al proprio fidanzato perché avesse deciso di prendere proprio quelli, e Yoongi aveva risposto che fossero i migliori, perché si potevano trovare delle gemme nascoste.

Jimin arricciò il naso e gli diede dell'idiota.

Il suo sorriso scomparve, e gli occhi s'incupirono, non appena s'imbatté in una faccia fin troppo familiare. "Andiamo dall'altra parte," disse Jimin, sbrigativo, mentre con lo sguardo fulminava la nuca del ragazzo.

"Perché?" chiese Yoongi, notando l'umore alterato del minore.

"È il tizio... dalla festa," farfugliò Jimin, e l'espressione di Yoongi mutò da preoccupata a furiosa in un batter d'occhio. Fece per avvicinarsi, ma Jimin lo afferrò per il polso.

"Non farlo," avvertì.

"Lasciami," sibilò serio Yoongi, liberandosi dalla presa del minore, prima di porgergli la busta dei CD. Non sapeva cosa stesse per dire Yoongi al ragazzo, ma aveva l'aria di non essere nulla di buono, perché la successiva cosa che vide fu il ragazzo che spingeva via Yoongi.

Quest'ultimo lo spinse con ancora più forza, rabbioso, ma l'altro ricambiò con altrettanta violenza.

"Hey!" urlò con stizza Jimin. Era già pronto a rimboccarsi le maniche e a intromettersi.

A passo pesante si avvicinò ai due che stavano litigando e posò la busta per terra. "Pezzo di merda, che persona sei ad approcciare qualcuno che chiaramente non ti voleva, eh? Esiste una cosa chiamata consenso, coglione," sbraitò Yoongi, mentre un pubblico iniziava a raccogliersi intorno a loro.

Jimin si tirò fino al gomito le maniche della felpa, pronto a intervenire. "Hey, tu, stronzo!" gli urlò il biondo, spingendogli il petto. "Che razza di essere orribile sei, deficiente?"

"Oh, sei tu," sogghignò il ragazzo, e Jimin rabbrividì per il disgusto.

"Sei disgustoso."

"Non dirmi che non ti è piaciuto."

"Pensavo che fossi il mio ragazzo, brutto pervertito," sbottò Jimin.

"Mi dispiace se il tuo ragazzo non riesce a soddisfare le tue aspettative, vedendo quanto tu fossi disperato di essere tocca-"

Yoongi non riuscì a resistere e tirò un pugno in faccia al ragazzo, il cui suono risuonò per tutta la via. Il ragazzo si strinse la mandibola, esternando un grugnito, per poi togliersi la mano dalla faccia. Spinse da parte Jimin e avanzò un passo verso Yoongi, colpendolo anch'egli.

Il maggiore brontolò per il dolore, tentando di ricambiare ulteriormente, ma prima che ne avesse la possibilità, Jimin comparve alle spalle del ragazzo, saltandogli addosso e facendolo barcollare all'indietro. "Stronzo, non toccare il mio ragazzo," ringhiò Jimin, tirandogli i capelli. Il ragazzo cercò di scrollarsi di dosso il minore, ma questi lo stava già schiaffeggiando, affondando le unghie ovunque potesse.

Yoongi diede un pugno nello stomaco al ragazzo, e quest'ultimo indietreggiò, tentando di colpirlo, ma Jimin gli bloccò il braccio. "Ti do un cazzo di morso."

Yoongi fece frettolosamente scendere Jimin dalla schiena del ragazzo, tenendolo stretto, mentre il minore gli puntava un dito contro. "Giuro che se ti rivedo ancora!" gridò Jimin e si tolse la scarpa, lanciandola in testa al ragazzo.

"Dovremmo davvero andare-" Quando Yoongi e Jimin si voltarono per andarsene, incrociarono lo sguardo di un poliziotto, le cui braccia erano conserte sul petto.

"Merda."

-

"E ora cosa facciamo?" chiese Jimin dalla parte opposta della cella, osservando Yoongi appoggiato in tutta calma contro il muro, seduto sulla panchina.

"Mantieni la calma," sospirò Yoongi ad occhi chiusi.

"Sei in una cazzo di cella."

"Ho cominciato io."

"A causa mia."

"No, perché lui ti ha toccato e ti ha detto tutte quelle cazzate su di te, come se fossi un giocattolo."

Prima che Jimin potesse ribattere, da una delle stanze uscì un agente, una cartella tra le mani.

"Mr.Min, non sono sorpreso di rivederla qui."

Jimin si rianimò al sentire quelle parole. "Ehm... signor agente? Perché non è sorpreso?" domandò, sbirciando nella direzione di Yoongi, il quale guardava il biondo in silenzio.

"Diciamo che Yoongi ha fatto la storia qui dentro, magari chiedi al tuo amico di raccontartelo," ghignò l'agente, analizzando la cartella.

Jimin incrociò le braccia sul petto. Se solo gli sguardi potessero uccidere. Fissò Yoongi, che gli sorrise nervosamente.

"Già... sarà meglio che lo faccia."

hyung ; yoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora