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"Perché hai accettato?" sibilò Jimin, mentre sedevano in salotto in attesa della cena.

"Voglio piacere a tua madre, e cosa c'è di meglio di compiacerla durante la cena," disse Yoongi, mentre stringeva la mano di Jimin, seduti fianco a fianco. Tracciò il dito sul palmo di Jimin, mentre parlavano sommessamente da rendere la conversazione più privata. Provava piacere nel giocherellare con le piccole e paffute dita di Jimin, in quanto le trovava estremamente adorabili.

"Ti interrogherà come se non ci fosse un domani," avvertì Jimin, osservando con lo sguardo basso le loro mani intrecciate. Gli sembrava surreale persino sedere a fianco al ragazzo, per non parlare di essere in qualche sorta di sconosciuta e indefinita relazione con lui, qualsiasi cosa fossero o sarebbero stati.

"Non importa, posso sopportarlo," Yoongi alzò gli occhi al soffitto, e Jimin fece per baciargli la guancia, ma il maggiore si tirò prontamente indietro prima che le sue labbra potessero scontrarsi con la sua pelle. "Tua madre è letteralmente nella stanza a fianco."

Jimin esternò un piccolo gemito di lamento. "Non uscirà dalla cucina per un po', sta cucinando e non lascia mai la cucina prima di aver finito," spiegò, toccando il braccio di Yoongi, e quest'ultimo si voltò verso di lui. Jimin ghignò, andando a mettersi a cavalcioni sul ventre di Yoongi.

"Jimin," avvertì Yoongi, afferrando Jimin e sollevandolo per posizionarlo al suo posto iniziale al proprio fianco.

"Cosa?"

"Tua madre, idiota."

"Dovresti avere più esperienza in questo campo, no?"

"E tu dovresti essere più innocente per la tua età," ribatté Yoongi, roteando gli occhi.

"Non puoi semplicemente assecondarmi per favore?" domandò Jimin. Yoongi si chinò in avanti e lasciò sulle labbra di Jimin un leggero bacio a stampo. Le palpebre del minore si chiusero all'istante, prima di realizzare che nulla sarebbe accaduto al di fuori di quell'unico bacetto. Si alzò dal proprio posto, avanzando verso la cucina, dove si trovava sua madre. Infilò la testa all'interno, attirando la sua intenzione. "Mamma, possiamo salire in camera mia? Voglio mostrare a Yoongi la mia... collezione di fumetti."

"Ehm, d'accordo?" acconsentì lei, e Jimin sorrise prima di tornare di corsa da Yoongi e catturare la sua mano. Lo tirò su dal divano e su per le scale. Yoongi si ricordava, dalla prima volta in cui era stato lì, dove si trovasse la stanza di Jimin, compreso il triste tentativo del più piccolo di rimanere solo con lui con la scusa di fare schifo in matematica.

Jimin chiuse la porta, desiderando di riavere indietro al più presto la serratura. Yoongi si sedette ai piedi del letto, mettendosi comodo. Jimin ancora una volta si sistemò sul grembo di Yoongi, le mani risolutamente avvolte intorno al collo del maggiore. "Ora è più privato," affermò, strofinando il naso contro quello di Yoongi.

Il più grande spostò Jimin da sopra di sé, slacciando le sue braccia dal proprio collo. Lo posò sul letto, e questi gattonò indietro fino a trovare appoggio sugli avambracci con un lieve ghigno sulle labbra. Yoongi lo spinse, fino ad avere Jimin completamente adagiato sul letto, arrampicandosi sopra di lui e mettendosi a cavalcioni. "Sei un monello, lo sai questo?" Si chinò, premendo le labbra contro la sua guancia, e Jimin si sentì la bocca come colma di cotone, sembrava tutto una fantasia. Il suo intero corpo tremava per l'eccitazione.

"Se vuoi che mi fermi, dimmelo adesso," sussurrò. Jimin negò con la testa, e Yoongi prese a baciarlo lungo la mandibola. "O adesso."

"Oppure adesso," disse Yoongi, proseguendo sul collo del minore. Jimin gemette per la provocazione, affondando le dita nei capelli di Yoongi per poi tirarlo su in modo da guardarlo negli occhi. Il maggiore si morse il labbro con un sorriso sbilenco.

hyung ; yoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora