"Non voglio che tu te ne vada," bisbigliò Jimin, che si trovava alla porta d'ingresso insieme a Yoongi più tardi quella notte, mentre sua madre dormiva. Erano in un caldo abbraccio, le braccia di Jimin allacciate al collo del maggiore e le loro fronti premute una contro l'altra.
"Jimin, è okay, ti basta mandare il tuo piccione viaggiatore e sarò qui, okay?" scherzò Yoongi, e Jimin sospirò incredulo, lasciandosi scappare una sbuffata per quanto alle volte potesse essere ridicolo il più grande. Si sentiva solo nella sua casa, specialmente poiché ora come ora abitava praticamente nella sua stanza e per ovvie ragioni non voleva rivolgere la parola a sua madre.
"Cerca di risolvere con lei, Jimin," disse Yoongi, strofinando il naso contro quello di Jimin prima di baciarlo.
"Come faccio?" sussurrò Jimin, facendo cadere le mani dalle spalle di Yoongi alla sua vita, le dita strette ai passanti della cintura per tenerlo più vicino.
"Non lo so, ma non è una buona cosa avere un brutto rapporto con i tuoi genitori. So che a volte è inevitabile, ma è tua madre e lavora sodo per te e ti vuole bene," disse Yoongi, la sua voce bassa e roca. Jimin si limitò a scuotere la testa, un sorriso raggiante sul volto.
"Che bravo ragazzo."
"Cerco di esserlo, ma ci sono alcune cose a cui devo rimediare," si strinse nelle spalle Yoongi, al che Jimin aggrottò le sopracciglia, incerto di cosa volesse dire l'altro.
"Ci vediamo più tardi, okay?" domandò Yoongi, e Jimin gli sorrise. Protese le labbra per un bacio, che Yoongi ricambiò con piacere, stampando velocemente un bacio sulle sue labbra, prima di stringere la vita del minore, e poi se ne andò.
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Il lunedì successivo, quando Jimin si presentò a scuola, vide Taehyung e Jungkook che lo attendevano al suo armadietto, senza spiccicare parola l'uno all'altro, e Jimin era più che sicuro che l'intera giornata e i giorni a seguire sarebbero stati insopportabilmente imbarazzanti.
"Potete non comportarvi in modo strano?"
"Di che parli?" chiese Jungkook, come se non avesse mai confessato i suoi sentimenti per Taehyung e poi fosse fuggito. Jimin non sapeva cosa fosse accaduto dopo che Taehyung aveva inseguito Jungkook. Tuttavia, da come vedeva lui le cose, pareva che non ne fosse uscito nulla di buono.
"Voi due potete anche fare finta che non ci sia nulla tra voi due, ma tutto ciò sarà imbarazzante, quindi fate pace, vi prego," supplicò Jimin.
Taehyung e Jungkook si lanciarono un'occhiata prima di tornare a guardare il curioso Jimin. "Non sappiamo di cosa tu stia parlando," fece le spallucce Jungkook.
"Sì, certo, come no, non è che voi due abbiate fatto irruzione in casa mia, interrotto me e Yoongi, e poi confessato, vero?" sbuffò Jimin, aprendo il proprio armadietto e afferrando il suo album di disegno che pensava di aver perso. Aveva praticamente mandato a soqquadro la sua stanza nella ricerca, fino a ricordarsi di averlo lasciato nell'armadietto, poiché il venerdì prima aveva troppe cose nella borsa.
"Ci si vede a pranzo." Jimin si allontanò, alzando gli occhi al cielo. Non voleva essere beccato in mezzo alla loro piccola faida.
Taehyung e Jungkook si scambiarono un'occhiata, squadrandosi da capo a piedi, prima che Jungkook lasciasse uscire un sospiro. "Devo andare in clas-"
"Comunque... potremmo parlare," mormorò Taehyung con sguardo basso. I due rimasero gli unici rimasti in corridoio, beh, fatta eccezione per Jimin che origliava dietro l'angolo.
"Perché dovremmo? Non c'è niente di cui parlare," rispose Jungkook.
"Mi piace Hoseok, ma mi piaci anche tu, Jungkook," pronunciò il maggiore, stringendo il polso di Jungkook.
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hyung ; yoonmin
FanfictionE così tu hai sedici anni e lui ne ha venti? Non è il tuo ragazzo, è il tuo babysitter. ©88GLAMOUR translated by parkfect