Fu il bussare alla porta che portò Jimin ad alzarsi. Erano passati circa due giorni, e durante questi Jimin non aveva fatto che piangere sulla spalla di Taehyung e Jungkook a causa di Yoongi e del bacio che aveva dato a Hoseok.
Taehyung ne era semplicemente furioso, complottando al telefono la morte 'accidentale' di Yoongi, il che sollevò un po' il morale a Jimin, che sperava comunque che fosse uno scherzo.
Jungkook, invece, aveva portato i suoi videogiochi per poter giocare insieme, in modo da insegnare a Jimin come giocare a PUBG, che rese il biondo alquanto frustrato, in quanto continuava a morire.
Dunque, quando udì bussare alla porta, la sua curiosità si risvegliò, poiché Taehyung aveva un appuntamento dal dentista e Jungkook aveva detto che sua madre lo aveva costretto ad andare a fare la spesa con lei, perché non le diceva mai cosa volesse.
Quando aprì la porta, fece immediatamente per chiuderla, ma una mano la bloccò.
"Vattene," sbottò Jimin.
"Non sei ancora arrabbiato per il passato, vero?"
Jimin sbuffò, scuotendo la testa. "Non molto passato, dato che è successo due giorni fa," mormorò il minore, e Yoongi aggrottò le sopracciglia. Jimin abbassò lo sguardo sulla rosa che teneva Yoongi, per poi alzarlo con disgusto sul ragazzo.
"Di cosa stai parlando?"
"Volevo perdonarti, Yoongi, dico davvero. Ci ho provato due giorni fa, venerdì," disse Jimin.
Il maggiore si accigliò. "Non ti ho visto venerdì."
Gli occhi di Jimin pizzicavano al solo pensiero. "I-io, però, ho visto. È stata una serata movimentata, suppongo, soprattutto per te, al vedere la tua bocca così occupata," proferì con amarezza.
"Non ha senso quel che dici." Yoongi gli porse la rosa, ma Jimin la schiaffeggiò via dalla sua mano. Atterrò sugli scalini, ma a Jimin non importava.
"Un grande baciatore Hoseok, eh, hyung?" domandò il biondo, accentuando con tono derisorio l'ultima parte. Un cipiglio gli caratterizzava il viso, mentre digrignava con rabbia i denti.
"Come hai-"
"Come ho cosa? Come l'ho scoperto?" Spinse con veemenza il petto di Yoongi. "Forse dovresti provare a chiudere bene la cazzo di porta se non vuoi che entrino persone, una buona idea, no?" scattò. Non riusciva più a sopportarlo e voleva soltanto andarsene. Non voleva più nemmeno stare nella propria casa.
"Non pensavo che saresti venuto, credevo che avessi rotto con me," si giustificò Yoongi, e Jimin esternò un verso di frustrazione.
"Ho detto che non potevo parlarti in quel momento. Ti risulta per caso che io abbia detto 'voglio rompere con te' o qualcosa di simile? O forse pensavi di scavare più in profondità, proprio come ha fatto la tua lingua nella gola di Hoseok due sere fa? Tu, disgustoso-"
Yoongi coprì la bocca di Jimin, ma questi chiuse gli occhi, lasciando scivolare una lacrima, perché non riusciva davvero a crederci. Spinse via la mano di Yoongi, asciugandosi gli occhi.
"Non significava niente."
"Nemmeno io, allora, se ti viene tanto facile baciare qualcuno. Come fai a dire queste cose per poi contraddirti e baciarlo?" La sua voce si spezzò, anche se egli non voleva risultare distrutto, nonostante lo fosse.
"Ho commesso uno sbaglio, Jimin."
"Non voglio stare con te, Yoongi," sentenziò il minore, i suoi occhi che si colmavano di lacrime.
"Non dire così piccolo." Yoongi afferrò Jimin per le spalle, ma lui scosse la testa, cercando di respingerlo.
"Sono stufo, Yoongi, sul serio. Sei esattamente la copia di mio padre," disse il ragazzo, mentre le sue lacrime precipitavano sulle sue ginocchia deboli, e avrebbe potuto crollare sul pavimento, se Yoongi non lo stesse tenendo.
"Lui beveva e tradiva, non voglio stare di nuovo male," gracchiò Jimin, lanciando uno sguardo al maggiore solo per un attimo, perché guardarlo troppo a lungo rendeva tutto più difficile. Gli occhi di Yoongi lo fissavano con preoccupazione e dolore.
"Non succederà più, ti prego."
"Non potrebbe mai funzionare, Yoongi, mai. È stato bello finché è durato, non sarebbe mai stato reale, era solo un amore superficiale," singhiozzò Jimin con occhi rossi e gonfi, allontanando da sé le mani di Yoongi e rientrando dentro casa.
Il maggiore lo seguì all'interno, afferrando la vita di Jimin e stringendolo al proprio petto, baciandolo rudemente. "Fermati," piagnucolò Jimin, spostando il viso.
"Non è questo che volevi tutto questo tempo?" chiese Yoongi, stringendo i fianchi del minore con le mani. Prese a baciargli il collo, e il ragazzo serrò gli occhi, mentre le due mani impugnavano il tessuto della camicia di Yoongi.
"Fermati," pianse, spingendo il maggiore non appena sentì le sue labbra sul proprio collo.
"Cosa posso fare per farmi desiderare da te?"
"Niente, io non ti voglio."
"Ti stai comportando in modo infantile, Jimin. Era solo cosa di una notte," borbottò Yoongi, al che i lineamenti di Jimin gelarono.
"Cosa?" fece. "Hai dormito con lui?" domandò, gli occhi che bruciavano dolorosamente, poiché non voleva più piangere.
"Pensavo sapessi anche questo."
"Ho davvero bisogno che tu te ne vada, adesso," affermò con urgenza Jimin, spintonando Yoongi fuori in veranda. "Noi abbiamo chiuso," concluse, chiudendo la porta prima di poggiare la fronte su di essa.
Sbatté il pugno contro il legno, mordendosi il labbro tanto forte da riuscire a sentire il sapore metallico del sangue.
Non voleva essere trattato come nulla. Yoongi non era mai cambiato, e ciò era chiaro. Il cuore gli faceva male per l'illusione nella quale aveva vissuto. Pensava che sarebbe stato capace di chiedere scusa e passare oltre con Yoongi.
Però... non poteva.
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hyung ; yoonmin
FanfictionE così tu hai sedici anni e lui ne ha venti? Non è il tuo ragazzo, è il tuo babysitter. ©88GLAMOUR translated by parkfect