Yoongi's pov
La sveglia suona fastidiosamente, martellandomi insistentemente la testa. Aish.
Immergo le mani sui capelli e mi metto a pancia in su sopra il letto, respirando pesantemente.Devo andarci per forza? Sbuffo sedendomi sul bordo del materasso, irrequieto.
Volgo lo sguardo a destra e a sinistra, guardando la mia piccola stanza grattandomi goffamente la schiena. Infine mi alzo in piedi sbadigliando solo per rilanciarmi sotto le coperte del mio scomodo letto singolo.Ma, a mio malgrado, la mia sveglia suona ancora, quindi decido di prendere in mano il mio telefono, senza farmi mancare uno sbuffo. 6:00. Poggio dopodiché delicatamente il cellulare sul comodino, posto accanto alla testata del materasso e mi soffermo ad osservare il piccolo piano a muro messo in un lato della stanza, ricoperto da vari fogli sparsi. Ieri non ho dormito...ho lavorato così tanto per quella canzone.
Decido di alzarmi per avvicinarmi alla cassa in legno vecchio e prendo tra le mani uno spartito con varie cancellature. Mi gratto distrattamente la testa e passo velocemente una mano sui miei capelli azzurri prima di prendere la matita e sistemare delle note che per tutta la notte mi avevano tormentato. Cercando di migliorare il suono, canticchio la canzone scritta e mi siedo sullo sgabello, posizionando poi il foglio davanti ai miei occhi.
Una volta modificato il testo, passo le sottili dita sulla tastiera, cominciando a suonare e a intonare delle note lentamente, cercando di capire se tutto fosse armonico. Bene! Ora devo solo capire il testo...è da poco più di un mese che ci sto lavorando e vorrei portarla per tempo.
Mi corruccio frustrato, posando delle dita sul mio mento per riflettere al meglio, sbagliando di tanto in tanto i tasti con la mano che era ancora impegnata nel suonare. Dopo il successivo errore, mi alzo con rabbia, incamminandomi verso per la piccola cucina/sala da pranzo/salotto. Sentendo una voragine aprirsi nel mio stomaco, apro il frigo sbadigliando ripetute volte e prendo il latte in una mano per poi con l'altra chiudere la porta. Mi siedo sopra il tavolo dalla grandezza discutibile e bevo il liquido candito direttamente dal contenitore, senza alcuna voglia di rialzarmi per acchiappare una tazza.
Una volta finita la magra colazione, mi avvio verso il limitato bagno. Una volta soddisfati i miei bisogni mi cambio con i vestiti poggiati, il giorno prima, su un alto mobile accanto al lavandino bianco. La serata precedente avevo deciso di usare per oggi una semplice felpa nera con il cappuccio accompagnato da un paio di jeans scuri leggermente strappati.
Terminato ciò prendo in mano il mio spazzolino e ricopro le setole curve di dentifricio. Alzo gli occhi sullo specchio coperto da un asciugamano e comincio a spazzolare. Sospiro pesantemente e alzo una mano verso il telo e con un movimento lento lo sposto, intravedendo appena la mia faccia ricoperta da un paio di profonde occhiaie. Questa volta, però, ricopro immediatamente lo specchio dalla cornice semplice per poi risciacquarmi la bocca.
Preparatomi, esco dalla sottospecie di stanzino e calzo le mie scarpe nere, posizionata accanto alla porta d'ingresso. Infine prendo lo zaino posto sopra un piccolo tappeto vicino alla porta d'entrata e rapidamente lo riempio di alcuni libri e quaderni. Dopodiché metto il mio telefono e le mie cuffiette di casa nelle tasche dei jeans ed esco dall'appartamento, chiudendolo per bene con le chiavi che precedentemente avevo preso. Una volta avviato verso il lungo tragitto a piedi infilo nelle orecchie gli auricolari e ascolto un po' di musica.
Jimin's pov
Mi sistemo vicino al muretto della scuola e finisco di ripassare chimica per il test, con il libro della materia poggiato tra le gambe. Passo leggero le mie sottili dita sulle pagine sfiorandole delicatamente mentre i miei occhi scorrono veloci, alla ricerca spericolata di ricordare il maggior numero di informazioni. Dovrei prendere un bel voto così papà sarà felice per me e magari mi comprerà il motorino! Finito il ripasso generale chiudo il libro per rimetterlo dentro il mio zaino dal colore acceso, aspettando poi il suono della campanella o l'arrivo dei miei amici.
Mentre i miei occhi passano verso il desertico giardino dell'istituto, noto una figura scura passare silenziosamente e il mio sguardo non può che rimanere ancorato su di lui. Dalla mia posizione intravedo dei ciuffi azzurri fuggire dal cappuccio scuro e sorrido non smettendo mai di seguirlo con lo sguardo.
Anche se sono troppo distante da lui, posso notare le sue piccole labbra muoversi, magari mentre sono impegnate nel canticchiare qualche canzone. La curiosità di sapere che cosa sta dicendo mi sovrasta, così mi tolgo un'auricolare alla ricerca della sinfonia nascosta e inizio ad ascoltare attentamente, anche se nulla esce dalla sua bocca perfetta. Lo vedo però aumentare il passo velocemente, facendo terminare il contatto visivo appena entra nella struttura.
Abbasso verso l'erba lo sguardo confuso. Cosa è appena successo? Scuoto cercando di scacciare via i pensieri e sbuffo prendendo il telefono tra le mie piccole manine controllando le notifiche dei miei social. Non trovando nulla di interessante apro la telecamera interna e posiziono le mie minuscole dita che formano una V vicino ai miei occhi sorridendo. Scattata una foto, rimetto il telefono sulla tasca della felpa grigia e mi guardo intorno.
Non trovando ancora nulla di entusiasmante mi alzo, pulendomi attentamente i pantaloni della tuta per poi ritrovarmi davanti Taehyung tutto sorridente e pimpante. Alzo un sopracciglio alla vista del mio amico così pieno di energie e gli domando se tutto va bene, ridacchiando poi passandomi una mano distratta sui capelli rosa notandolo ancora più esuberante di prima.
Alla mia domanda annuisce lentamente e batte le mani contento, saltellando dalla gioia. «Si girano voci di un nuovo arrivato!» sorride euforico, non riuscendo a contenere la felicità.
Ridacchio scuotendo la testa e mi incammino verso le porte della scuola affiancato da Tae. Mi volto verso di lui, poi, cercando di capire le sue vere intenzioni. «E lo vuoi incontrare, vero?»
Il mio migliore amico apre le porte dell'istituto, volgendosi verso di me per regalarmi il suo solito sorriso squadrato. «Mi pare ovvio!»
Yoongi's pov
Mentre attraverso il giardino scolastico sento un continuo sguardo sconosciuto premuto sul mio volto, obbligandomi ad aumentare il passo, spaventato. Non mi guardate! Sono orribile...
Velocemente arrivo alla mia aula e, come al mio solito, mi siedo in ultima fila da solo, poggiando la copia dei miei spartiti sopra il mio branco, caratterizzato da delle incisioni fatte da me stesso. Immergo le mani sui capelli frustrato e sospiro profondamente chiudendo gli occhi, cercando di ricordarmi le parole che precedentemente avevo canticchiato prima di entrare nella classe.
«내 기억의 구석
한 켠에 자리잡은 갈색 piano...»Canticchio a bassa voce per paura che qualcuno mi senta, anche se effettivamente non c'è nessuno qui con me.
«...Piano ehhh...Aish!»
«Perché è tutto così difficile?» Sbraito nascondendo i vari fogli nella mia cartella, sentendo poi il suono della campanella infastidirmi le orecchie.
Non avendo voglia di ascoltare una solita noiosa lezione come le altre, immergo la testa sulle braccia incrociate, poggiate sopra il banco, e batto il tempo con le dita immaginandomi di suonare il pianoforte.
Non appena la mia attenzione viene richiamata verso l'entrata dei miei fastidiosi compagni di classe e dalla mia professoressa, chiudo gli occhi rilassandomi completamente, impegnato nel mio solito far niente.
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Shut up 조용한
Fanfic*Yoonmin* Trama Yoongi non si sente abbastanza. Si chiude in casa a piangere, a rivivere quei brutti ricordi della povertà, del padre severo, dei suoi sogni infranti. Si alza e guarda lo specchio che ogni giorno lo giudica non ritenendolo abbastanza...