Pov's Jimin
Le innumerevoli lacrime mi rigano il volto. Le mani e le gambe tremano e per fortuna sono seduto perché potrei cadere e cedere da un momento all'altro. Jungkook al mio fianco guarda il vuoto pensieroso mentre io mi limito ad ascoltare quella dolce melodia soffrendo il silenzio.First Love è diventata la mia canzone preferita. Amo il sentimento che mi nasce nello stomaco e mi arriva in gola facendomi perdere il controllo. Piano piano mi sto sempre di più innamorando della melodia e di un possibile scrittore.
Mi guardo attorno e un dottore mi tocca la spalla accarezzandomela lievemente trovandomi in quelle condizioni. Forse si trova in pena davanti ad un ragazzo con una grande felpa grigia e gli occhi gonfi e rossi come palloncini.
Jungkook con uno scatto si alza parandosi davanti all'uomo, dopo avergli fatto un inchino.
<Allora? Come sta Taehyung?> chiede impaziente, cominciando a legarsi al dito l'elastico della sua felpa nera.
<Devo parlare con i genitori. Sapete dov'è la madre?> domanda il medico, mettendosi in una postura alquanto seria passandosi tutto il peso sul piede sinistro.
<A lavorare> risponde prontamente il mio amico dandogli con lo sguardo un motivo in più per parlare a noi o meglio, a lui. Io non so se sono pronto.
<Il padre?>
Cala un silenzio sovrastante e fastidioso.
<Sergente del servizio militare> dico guardando davanti a me <Aspetteremo l'arrivo della signora Kim signore. Scusatemi ma vado a prendere una boccata d'aria> taglio corto sorridendo incerto a Jungkook ripetendogli che potevo andare pure da solo. Magari più a lui serviva la mia compagnia, ma non era il momento più adatto.
Comincio a camminare per i lunghi corridoi bianchi alla ricerca dell'uscita con ancora la dolce sinfonia sulle orecchie, iniziandola a canticchiare.
<Cosa ci fai qua?> mi volto appena sento una voce fredda e distaccata chiamarmi e perdo momentaneamente un battito. Forse ho lo sguardo spaesato così il ragazzo si avvicina a me indicandomi qualcosa da qualche parte <Se cerchi l'uscita è da quella parte e->
Pov's Yoongi
Trovato Jimin lo aiuto dandogli delle informazioni ma si fionda sulle mie braccia mentre un auricolare gli cade sulla spalla, facendomi partecipare alla sua playlist. First Love...sorrido mentalmente.La sua schiena comincia ad alzarsi e ad abbassarsi velocemente mentre nasconde la testa nell'incavo delle mie spalle. Gli accarezzo un fianco provando a calmarlo, non sapendo che altro fare <J-Jimin?> lo richiamo sotto voce insicuro.
Un singhiozzo mi arriva come risposta e lo obbligo a guardarmi alzandogli il volto con due dita sotto il mento.
Pura poesia vedo.
Due occhioni scuri che luccicano e arrossati a causa delle lacrime improvvise, due labbra perfette, piene, forse buone e...cosa vado a pensare? Aish. Scuoto la testa leggermente per scacciare via i pensieri accarezzandogli con il pollice le gonfie guance umide.
<Hey> mormoro abbracciandolo io non riuscendo più a vederlo in quello stato <Va tutto bene> lo tranquillizzo avvicinandomi ad una sedia nella sala da attesa per poi sedermi sopra, facendo accomodare Jimin sopra di me. Come un bambino.
<Che frase del cazzo> borbotta abbassando il volto alle mie magre gambe coperte da dei jeans neri strappati <Non va un cazzo bene> continua mostrandomi per pochi secondi le sue goti fatte improvvisamente rosee. Però devo ammettere che è fottutamente scopabile e-ANDIAMO!
<Perché dici così?> domando accarezzandogli un ginocchio vedendolo subito diventare di nuovo paonazzo, più di prima se è possibile.
<Perché sei qui?> svia il discorso guardando la mia mano che si ferma improvvisamente, stringendo di più la presa.
<Un mio lontano zio ha avuto un mancamento e mi hanno obbligato a venirgli a farli visita> alzo le spalle guardandolo dritto negli occhi <Tu?> ripeto più sicuro.
Poggia le sue piccole mani sulla mia più grande facendomi allentare la presa <Qualcuno ha fatto del male al mio migliore amico. Fisicamente e emotivamente. E chiunque sia stato la pagherà> sostiene il mio sguardo per poi leccarsi le piene labbra inferiori con uno scatto fulmineo, quasi invisibile. Ma io sono attento a tutto.
<Ne sei proprio sicuro che lo faresti mai?>
<Perché non dovrei?> domanda piegando il viso di lato distrattamente.
Guardo altrove alzando le spalle cominciando a sentire l'imbarazzo di quella posizione. Come cazzo ci eravamo finiti a metterci così? E perché non mi sono fermato? Perché me lo ha permesso? Sono orribile, nessuno mi vorrebbe mai. Penso e involontariamente la mia mano comincia a salire sempre di più nella sua coscia massaggiandola lentamente.
Quando me ne accorgo è ormai troppo tardi, quindi mi alzo in piedi ricordandomi più tardi di avere Jimin sopra le mie gambe e, con uno scatto, lo riprendo tra le mie braccia a modi sposa. Lo rimetto subito per terra grattandomi imbarazzato la nuca <Dovrei andare> mormoro guardandomi in giro perché se guardassi quanto é carino in quegli abiti larghi, penserei i modi più veloci per toglierli, ritenendoli inutili.
<Ci becchiamo in giro allora> mi saluta con una manina a malincuore.
<Sì, tipo ti andrebbe bene questo sabato per un cinema?> chiedo capendo solo dopo quello che ho detto maledicendomi da solo. Stupido, stupido, stupido. È ovvio che dice di no. Andiamo, guardatemi!
Porto le mani dietro la schiena e incrocio le dita per un rifiuto almeno non troppo doloroso, ma mi ritrovo un sorriso smagliante che riposa sulle sue labbra <Certo che mi andrebbe. Ti aspetto per le 20:00> mi manda un occhiolino andandosene via saltellando. Il mio sguardo ricade momentaneamente sul suo fondoschiena per poi riprendere di nuovo coscienza incamminandomi per la mia strada.
Non era triste? Dov'è finito il Park Jimin sempre imbarazzato e balbettante?
Ma aspetta...HO UN FOTTUTO APPUNTAMENTO CON PARK JIMIN.
Angolo autrice
Un po' in ritardo ma c'è! Almeno ho aggiornato, no? Mi volete più bene? Questo capitolo l'ho dedicato a @Rhoeming e niente, spero che vi piaccia.
Ora sì che si comincia a ragionare😏
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Shut up 조용한
Fanfiction*Yoonmin* Trama Yoongi non si sente abbastanza. Si chiude in casa a piangere, a rivivere quei brutti ricordi della povertà, del padre severo, dei suoi sogni infranti. Si alza e guarda lo specchio che ogni giorno lo giudica non ritenendolo abbastanza...