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Minhee's pov
"Mi scusi, sa dove posso trovare l'aula numero ventisette?"
"Vada nel corridoio qua vicino e poi entri nella prima porta a destra signorina."
"Grazie mille."
Uscii dalla segreteria a passo veloce e imboccai il corridoio che mi era stato indicato.Adesso vediamo di trovare il mio armadietto...
Lungo i corridoi del piano terra erano sistemate file e file di armadietti in metallo, su ognuno era segnato il cognome di ogni studente. Il mio era a sinistra.
P... P... P... Eccolo!
Misi via i libri per le lezioni che avrei avuto dopo e finalmente aprii la porta della classe dove si sarebbe svolto il corso di Giapponese.
Notai che tutti stavano ancora chiacchierando, segno che il professore doveva ancora arrivare.Volete dirmi che ho fatto le corse per niente? Fantastico... pensai sconfortata
Passai in mezzo alle file di banchi salutando tutti con un sorriso e mi sedetti in fondo all'aula, nell'angolino vicino alla finestra.
Scambiai qualche parola con alcuni dei miei compagni ma senza instaurare una vera e propria conversazione; diciamo che più che amici li consideravo conoscenti.
Non sono una ragazza estroversa, al contrario, sono terribilmente timida. Ho paura del giudizio delle persone a causa del mio comportamento troppo peperino, come dicono certe ragazze degli altri corsi. Per questo preferisco stare da sola, mi piace di più. Almeno se faccio brutte figure nessuno mi dice nulla.∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞🎀∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞
Minhee's pov
Passai i seguenti dieci minuti a disegnare uno schizzo per il corso di disegno. Le mie dita correvano veloci sul foglio, sicure dei tratti che segnavano, e senza neanche accorgermi alla fine di tutto riprodussi una mascherina nera perfettamente dettagliata, come se a indossarla fosse stato un manichino invisibile fatto di carta.
Assomiglia tanto alla mascherina di quel ragazzo...
So che le mascherine sono tutte uguali, ma la sua mi aveva dato un non so che di diverso...come se anche lui nascondesse qualcosa che non voleva far vedere agli altri, come se l'avesse indossata per ordine di qualcun altro.
Non sarebbe mica una cattiva idea andare a parlarci...
Devo ammettere che tra tutti quelli che conoscevo lì, l'unico che mi era parso interessante era proprio lui.
Lo sbattere dei libri sulla cattedra mi provocò un leggero spavento e saltai dalla sedia di qualche centimetro. Troppo concentrata com'ero, non mi ero neanche accorta dell'arrivo del professor Nishimura. Iniziammo la lezione facendo l'appello e io mi rilassai, anche se a volte lanciavo uno sguardo confuso al mio schizzo. Il motivo per cui l'avevo disegnato mi era ancora sconosciuto: "Anasaki Yokimura... Jung Minseo... Park Minhee..."
"Presente!" Alzai la mano e un sorriso spontaneo apparve sul volto del professore. Era uno dei pochi professori che apprezzava la mia vivacità. Dopo l'appello il professore iniziò la spiegazione. Cominciai a prendere appunti fin da subito mentre i miei compagni ascoltavano e basta.Se loro mi chiedono gli appunti, io sono scappata al Nord pensai coprendo il mio quaderno dalle occhiate indiscrete dei miei vicini di banco
Avevo ancora il foglio di disegno aperto sul banco e ogni tanto sistemavo qualche particolare, facendolo sembrare più reale ogni minuto che passava: "...Qualcuno sa dirmi la pronuncia e il significato di Felicità?" chiese Nishimura. Presa com'ero dal mio disegno ero riuscita a sentire solo quella domanda, a cui per fortuna sapevo rispondere. Vedendo che nessuno alzava la mano mi offrii volontaria: "Sì, Minhee?"
"Si dice Yuki e per i giapponesi ha un significato molto importante, quasi quanto l'onore" spiegai: "Esatto Minhee". Si girò a scrivere alla lavagna la definizione. Sorrisi a quel gesto, ma un dolore appena percettibile mi attraversò la guancia sinistra.Cavolo, mi sono dimenticata del ghiaccio...
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Minhee's pov
L'ora passò velocemente e appena l'aula si svuotò rimanemmo solo io e Nishimura. Mentre mi avviavo verso l'uscita il professore si avvicinò: "Hai passato delle buone vacanze?" mi aprì la porta della classe e io lo ringraziai: "Sì signore, mi sono riposata e ho studiato. Lei invece?"
"Tutto bene ti ringrazio". Mi sorrise e mi accompagnò fuori.
Ci salutammo con l'inchino tipico coreano e mi ritrovai di nuovo in corridoio, stavolta però ero immersa in un mare di studenti.
C'era chi correva da una parte all'altra in cerca della propria classe, chi rideva, chi scherzava, chi prendeva il caffè alle macchinette.
Mi girai verso il mio armadietto e lo vidi, a pochi passi da me.Il ragazzo di stamattina...
Il suo armadietto era di fianco al mio e come tutte le persone normali stava sistemando i suoi libri dentro.
Era la mia occasione per parlarci, così accantonai per un momento l'idea di andare in infermeria.
Sistemai le mie cose e dopo aver chiuso per bene la serratura a scatto mi girai verso di lui con un sorriso stampato in faccia, nonostante il leggero dolore alla guancia: "Ciao!"
Le sue mani si fermarono, ancora dentro al piccolo spazietto riservato alle cartelle elasticizzate. Si voltò e mi fissò sorpreso, o almeno così mi sembrava... I capelli coprivano quasi del tutto i suoi occhi: "Ciao anche a te" disse.
Senza togliermi lo sguardo di dosso chiuse l'armadietto e si sistemò lo zaino sulle spalle: "Ti ho visto stamattina, davanti all'entrata" dissi in imbarazzo: "Per caso sei la ragazza con gli anfibi alti fino al ginocchio che è corsa dentro all'atrio come una furia?" chiese curioso.
Abbassai lo sguardo sulle mie scarpe e risi nervosamente: "Esatto, proprio quella".
Abbassò un momento lo sguardo e poi lo rialzò subito.
Gli tesi una mano imbarazzata: "Puoi chiamarmi Minhee", e gli strinsi quella che mi stava porgendo: "Minhee... D'accordo."
"E tu sei...?"
"Mi chiamo Hyungmin."
Gli sorrisi e guardai l'ora sullo schermo del telefono.10:30. Tra poco devo andare a disegno
Mi sistemai lo zaino su una spalla e feci un piccolo colpo di tosse: "Hyungmin... È stato un piacere conoscerti. Ora però devo andare".
"Dove vai?"
La mascherina rendeva la sua voce ovattata. Era quasi tenera.
Feci spallucce e guardai a terra: "Prima di andare a lezione devo andare in un posto."
"Fammi indovinare... In infermeria?"
Sbarrai gli occhi e strinsi di più la presa sullo zaino: "Come fai a saperlo?"
Lui alzò le mani vedendomi sospettosa: "Scusa non volevo spaventarti, ma ho visto la tua guancia rossa ed è stato il mio primo pensiero."Come ha fatto ad accorgersi che mi sono fatta male?
Mi domandai sorpresaInvolontariamente il mio viso si voltò verso un'altra direzione, in imbarazzo.
Lo salutai con un cenno della mano e uscii dal corridoio in fretta e furia, coprendomi il viso ormai rosso ovunque.Hyungmin's pov
Mi ha parlato. Finalmente mi ha parlato pensai trattenendo a stento la gioia
La guardai allontanarsi e con un sorriso da ebete stampato in faccia mi allontanai in direzione della parte opposta.
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|Black Mask|↭|Jeon Jungkook|
RomanceE se Jungkook cambiasse identità per inseguire la ragazza che ama?