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Minhee's pov
Avevo appena finito di allenarmi in palestra e in quel momento non ci voleva niente di meglio che un bel bagno caldo nella vasca con una bathbomb tutta colorata e tanta schiuma schiumosa.
La cosa che mi piaceva di più di quella casa erano le camere grandi, il bagno in particolare. Aveva una grande vasca circolare in fondo alla stanza, e tutto era piastrellato con piccoli e carinissimi mosaici lilla e bianchi.
Lasciai che l'acqua colorata mi lambisse il collo, lasciando libere le mani che tenevano strette 'Memorie di una Geisha' di Arthur Golden.
L'acqua era così calda e avvolgente che mi lasciai scivolare fino in fondo, appoggiando la testa su un cuscinetto incorporato alla vasca. Notai il mio corpo disseminato di brillantini colorati e mi venne da ridere.Faccio invidia ad un arcobaleno
Nella stanza c'era un bel silenzio, o almeno c'era stato, fino a quando il telefono portatile non iniziò a squillare, facendomi prendere un colpo e inghiottire schiuma: "Dannazione!" esclamai mettendomi seduta.
Tossii, misi giù il libro e presi tra le mani il telefono poggiato a bordo vasca: "Pronto?" il mio tono era un po' schifato, a causa del sapone rimastomi in bocca: "Pronto? Ciao tesoro, sono la mamma".
Il mio cuore si fece improvvisamente pesante e la tranquillità se ne andò:
"Ah, sei tu" dissi in tono piatto.
Dovete sapere che io e la mia famiglia non siamo in buoni rapporti, per vari motivi che più avanti vi spiegherò. Per ora vi basti sapere questo.
"Perché non rispondi mai al cellulare? Potresti mettere la suoneria, non ti pare?" La sua voce era così mielosa che trattenni un conato di vomito: "No non voglio, preferisco tenerlo in silenzioso". La sentii sospirare: "Volevo solo sapere come stavi. È da tanto che non ci sentiamo".
"Sto bene" risposi freddamente.Almeno fino a che non hai chiamato
"E a scuola come va? Ti trovi bene? Hai fatto amicizia?"
Odio quando fa così. Perché deve sempre fare la finta interessata quando mi chiama?
Pensai alzando gli occhi al cielo"Sto alla grande. La scuola è bellissima".
Non vedevo l'ora che la conversazione finisse: "Bene, mi fa piacere" disse apparentemente tranquilla.
Poi silenzio. Attimi di silenzio in cui mi aspettavo già cosa presto avrei dovuto sentirmi dire. E infatti: "Minhee...tesoro..." cominciò mia madre con voce tremante: "Cosa c'è?" chiesi esasperata: "In azienda si è liberato un posto, potresti venire qui...tornare a casa..." sospirai annoiata. Era da quando me ne ero andata che non smetteva di farmi quella proposta che io saltuariamente rifiutavo: "Sono già a casa. E questo tu lo sai" mia madre non si diede per vinta: "Ma tesoro, qui troveresti di meglio, avresti un lavoro..."
"Mamma..." iniziai io.
Lei continuava a parlare, ignorando il mio tono di avvertimento. Potevo immaginare i suoi occhi accendersi di una piccola luce, una luce di speranza. Sperava sempre che io prima o poi avrei ceduto, ma questo non sarebbe mai accaduto: "Papà vuole che torni a casa, dice che-"
"Mamma".
Alzai il tono di voce, stringendo il portatile tanto da farmi diventare le nocche bianche. Riuscivo a sentire lo scricchiolio della plastica sotto le dita: "Ascoltami...noi siamo la tua famiglia, quello che ti diciamo lo diciamo perché vogliamo solo che tu sia felice, ma se continuerai a stare lì finirai per-"
"Smettila!" urlai con le lacrime agli occhi.
Le labbra mi tremavano, piccole lacrime si confondevano con l'acqua della vasca mentre cercavo di moderare il tono della voce: "Perché? Perché non potete semplicemente accettarlo?" singhiozzai. Dall'altro capo del telefono sentii un lungo sospiro frustrato e la voce di mio padre mi invase i timpani: "Noi ti rivogliamo a casa, vogliamo che torni qui. Cerca di capire, sei ancora in stato di shock, stare lì non ti fa bene, lei non-"
Riattaccai prima ancora che potesse finire la frase, tanto sapevo già cosa voleva dirmi. Probabilmente avrebbero richiamato tra cinque minuti, ma io non avrei risposto.
Crollai sulla vasca, smuovendo di poco l'acqua che ormai era diventata fredda. Non mi avevano mai capito, e probabilmente non l'avrebbero mai fatto...ma quella frase, quella stessa identica frase che mi ripetevano sempre mi provocava un dolore terribile, un dolore inimmaginabile: "Lei non tornerà, Haneul non tornerà"
ripetei a bassa voce le parole che mio padre non aveva fatto a tempo a dirmi. Chiusi gli occhi e li riaprii subito dopo, fissando il soffitto e facendo respiri profondi.Stai calma Minhee... Devi solo dormire un po', poi passerà tutto.
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Hyungmin's pov
Non riuscivo a fare a meno di pensare al disegno di quella mattina...i tratti di Minhee erano così decisi e precisi, come se mi vedesse tutti i giorni. Diedi un'altra occhiata al mio bozzetto che in realtà si era rivelato un vero e proprio ritratto. Ero orgoglioso di me stesso, era uno dei migliori disegni che mi fosse mai venuto.
Sentii qualcuno bussare alla porta e lasciai entrare il mio coinquilino: "Ti serve qualcosa hyung?" dissi spostandomi sulla sedia girevole.
Lui si avvicinò e osservò il mio lavoro, ridacchiando: "Cavolo amico, adesso sei inquietante però".
"Perché?" chiesi confuso.
"Le hai fatto pure un ritratto?"
"Sì, ma non mi sembra così inquietante. Anche lei me l'ha fatto".
Mi tirò un pugnetto amichevole e rimise giù il foglio: "Hai fatto proprio colpo, eh?"
Si sedette sul letto a gambe incrociate e mi fece segno di andargli vicino, così mi alzai e mi buttai di fianco a lui.
"Comunque, volevo dirti che qualcuno ha telefonato poco fa".
Mi stiracchiai e sbadigliai peggio di un ippopotamo:"Chi era?"
Lo vidi rabbuiarsi e la sua voce farsi ancora più bassa e profonda di quanto non lo fosse già: "Erano i ragazzi".
Spalancai gli occhi a quella frase, irrigidendomi di colpo: "Cosa volevano?"
"Hanno detto che gli manchiamo..."
Rimasi in silenzio, immagazzinando la sua risposta: "Anche a me mancano, ma vedrai che andremo presto a trovarli. In fondo, Seul non è lontana da qui" dissi riprendendomi.
"Lo so ma...ascoltami".
Si girò e mi guardò con un misto di serietà e tristezza: "Questa cosa prima o poi dovrà finire".
Mi alzai e lo guardai a mia volta, stringendo i pugni: "Perché dovrebbe? È una cosa così tanto grave innamorarsi?"
"No, dico solo che stiamo ritardando troppo i tempi, e prima o poi dovremo tornare a Seul. Dovrai lasciarla".
Guardai sbigottito il mio migliore amico: "So benissimo che dovremo farlo, ma siamo qui solo da poche settimane, Si-Hyuk non può aver già cambiato idea".
Non li capivo proprio. Prima mi avevano aiutato a cercare Minhee e adesso volevano portarmi via da lei...Aigoo...che casino...
Mi passai una mano tra i capelli e tirai un lungo sospiro, alzando la testa al soffitto: "Vuoi tornare a casa vero?"
"Sì..." la voce flebile del mio migliore amico rieccheggiò per la stanza: "Allora penso sia il caso che tu vada".
Stavolta fu lui a stupirsi, guardandomi con quei suoi occhi grandi e scuri:
"Che cosa?"
"Ho detto che puoi andare. Capisco se non vuoi più stare qui".
"Mi dispiace tanto...non è perché non voglia aiutarti, ma stare qui senza i ragazzi non è la stessa cosa" mi disse abbassando la testa.
Ci alzammo dal letto e lo abbracciai per tranquillizzarlo: "Non ti preoccupare, va tutto bene. Se vuoi ti aiuto a sistemare le tue cose".
Annuì sulla mia spalla e sistemammo tutto nelle valigie, poi gli chiamai un taxi: "Quando arrivi, dì ai ragazzi e a Si-Hyuk che sto bene e che presto verrò a trovarvi. "
Aveva le lacrime agli occhi: "Mi sento così in colpa..." scossi la testa per dirgli di calmarsi: "Non devi sentirti in colpa hyung, so che è difficile per te. Vederti così mi fa stare male, quindi torna a casa".
Lui aprì la porta dell'appartamento, ma prima di uscire mi lanciò un ultimo sguardo: "Ciao Jungkook".
Gli sorrisi tristemente: "Ciao Taehyung".∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞🎀∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞
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|Black Mask|↭|Jeon Jungkook|
RomanceE se Jungkook cambiasse identità per inseguire la ragazza che ama?