•Rapita•

2.1K 155 28
                                    

∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞🎀∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞

|Lunedì|

Messaggio da: Lee Hyungmin

12:40
Sei arrivata a casa? ✔✔

12:41
✔✔Sì

12:41
Tutto a posto? Stai bene?✔✔

12:42
✔✔Sì. Sto bene.

12:42
Perché sei così? Ti ho detto che mi dispiace...✔✔

Ultimo accesso alle 12:43

******************************

|Sabato|

20:00
Minhee...non puoi non parlarmi più...✔✔

20:00
✔✔Sì che posso

20:01
Ma l'hai appena fatto! ✔✔

20:02
✔✔....
✔✔Idiota.

******************************

Minhee's pov

Erano passate tre settimane dall'ultimo messaggio che Hyungmin mi aveva mandato e nel frattempo febbraio aveva lasciato spazio al venticello primaverile di marzo. Ero triste come non ero mai stata, ero di nuovo sola, non potevo più parlare con nessuno. Certo, andare da Hyungmin sarebbe stata una buona idea, ma non voleva più parlarmi, perciò questa possibilità era esclusa.
Ero andata da Haneul e le avevo spiegato tutto, sfogandomi con l'unica persona che riusciva a capirmi davvero, ma neanche lei era riuscita a darmi un consiglio, qualcosa da fare per poter scacciare la solitudine.
I giorni passavano lentamente. I secondi diventavano minuti, i minuti ore, ma non riuscivo a tornare felice come prima. La scuola iniziava a darmi problemi, capivo sempre di più che i miei compagni stavano con me solo perché dovevano sparlarmi dietro, e questo non faceva altro che aumentare il mio malcontento. Anche il professor Nishimura se ne era accorto: "Minhee, ti vedo un po' pallida ultimamente, è successo qualcosa?" mi chiese quel giorno: "Non è successo niente, non si preoccupi. Sto bene, come sempre" mentii spudoratamente.
Lasciai la classe e finalmente mi avviai verso casa mia, completamente ristrutturata e con la cucina a posto. Erano le nove di sera e tirava un vento leggero. Mentre camminavo lungo il marciapiede, calciavo i sassolini e sbuffavo di tanto in tanto.

Forse sono così triste a causa del senso di colpa?

Sbuffai di nuovo.

Ma che senso di colpa e senso di colpa, non è mica colpa mia se lui fa cavolate

Presi le chiavi dallo zaino e mi avvicinai al cancello di casa. Quella sera teoricamente la signora Jeong sarebbe andata via per una riunione di lavoro, perciò verso le nove e mezza sarei andata da lei per tenere Kim.
Stavo giusto pensando a cosa fare insieme a lui, quando una voce sconosciuta parlò: "Bello il giardino, lo cura tutti i giorni?"
Mi voltai sorpresa, trovandomi davanti una figura scura difficilmente distinguibile: "Mi avete spaventato!" esclamai posandomi una mano sul petto: "Non era mia intenzione, volevo solo farle le congratulazioni".
"Congratulazioni?" ripetei confusa: "Sì, per aver trovato la vostra nuova guardia del corpo".
La figura uscì dall'oscurità e si fece vedere alla luce di un lampione poco distante. Sussultai e indietreggiai di qualche passo: "V-voi..."
Quell'uomo, lo stesso che aveva picchiato Chu il mese scorso, mi era davanti e aveva un ghigno pauroso stampato in faccia: "Vedo che vi ricordate chi sono".
Deglutii e strinsi tra le mani le chiavi: "Certo che mi ricordo di voi, avete picchiato la povera bestiolina che abita qui di fianco".
L'uomo si avvicinava pericolosamente e io iniziavo ad avere un pessimo presentimento. Non potevo urlare, perché nessuno mi avrebbe sentito. Ormai erano le nove e mezza, la signora Jeong doveva già essere andata via, confidando che sarei arrivata da lei il prima possibile: "L'ho picchiato per il semplice gusto di farlo, il mio obbiettivo era un altro" disse lui ghignando.
Mi guardò malizioso e io sgranai gli occhi inorridita: "Speravate che io lo salvassi, non è così?"
"Sei perspicace ragazzina".
Ero talmente pietrificata che non mi ribellai nemmeno quando mi afferrò il polso, stringendo aggressivamente: "Non vedevo l'ora di poter stare da solo con te. Quel moccioso stavolta non ti salverà".

Hyungmin... pensai sgomenta

"C-che cosa volete da me?"
Provai a liberarmi ma fu inutile, la mia paura aumentava di secondo in secondo: "Voglio giocare con te, ovviamente; e vendicarmi della soffiata che hai fatto al mio complice. Sai non è stato così facile farlo entrare in casa tua".
Il mio cuore si fermò: "Sei stato tu a organizzare tutto?!"
Mandai al diavolo la formula di cortesia, sempre più scioccata.
Non mi trattenni più e cominciai ad urlare, mentre sentivo già le lacrime agli occhi. Nessuna delle luci del quartiere si accese, era un luogo troppo isolato quello dove ci trovavamo: "Lasciami andare!" urlai per l'ennesima volta.
Lui rise e mi allacciò le sue luride braccia intorno alla vita, bloccandomi il respiro: "A-aiuto..." sussurrai in preda agli spasmi: "Fa silenzio o non arriverai viva a domani" minacciò lui.
Mi zittii e cercai di prendere fiato, mentre piangevo a dirotto: "T-Ti prego...lasciami andare..." implorai.
Si avvicinò al mio orecchio e morse il lobo: "Sarà fantastico mettere le mani su quel tuo bel corpicino. Di certo non mi lascio scappare un bocconcino del genere".
Passò una mano sui miei fianchi e io impotente rimasi lì a piangere, con le mani bloccate e l'anima stremata dal terrore.
Tirò fuori dalla tasca un panno all'apparenza bagnato e lì il mio corpo prese improvvisamente vita, conscio di quello che stava per accadere: "NO NO NO!" ricominciai a urlare, scalciando a più non posso.
Mi liberai quel giusto che bastò per tirargli una gomitata e cominciare a correre. Subito lui si riprese e partì al mio inseguimento.
Correvo senza neanche sapere dove stavo andando, allontanandomi da casa sempre di più. Con gli occhi offuscati dalla lacrime cercai il telefono e digitai un numero, aspettando che qualcuno all'altro capo potesse rispondere: "Risponde la segreteria telefonica di-"
"MALEDIZIONE!" urlai frustrata.
Non appena partì il segnale acustico cercai di parlare, ma mi uscirono solo grida spaventate e singhiozzi. Speravo con tutto il mio cuore che quel qualcuno sarebbe riuscito ad ascoltare il messaggio: "Hyungmin...ti prego...se a-ascolti questo messaggio...d-devi aiutarmi...un pazzo sta cercando di-"
Una mano mi prese per la spalla e tirai un grido disperato: "TI PREGO AIUTAMI!"
L'uomo ringhiò: "Corri veloce mocciosa, ma non abbastanza".
Recuperò il cellulare e spense la chiamata con una risata.
Mi immobilizzò di nuovo. Per quanto io mi sforzassi, le sue braccia mi tenevano più forte di prima.
"Buonanotte bimba".
Mi spinse a forza il panno sul viso, coprendo completamente naso e bocca. Non respiravo, le lacrime non smettevano di scendere, e io ero nel panico più totale.

Hyungmin...ti prego ho bisogno di te...

Cominciai a vedere tutto buio, poi il sonnifero fece effetto, ed io crollai a terra.

∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞🎀∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞

|Black Mask|↭|Jeon Jungkook|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora