|Black Mask|↭|Jeon Jungkook|

•Lavoro time•

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Minhee's pov

Scesi dal taxi e guardai meravigliata l'enorme edificio che si ergeva davanti a me.

Finalmente, la Bighit

Salii i gradini ed entrai nell'atrio rivestito in legno e marmo. Era tutto bellissimo e non mi sembrava vero poter essere finalmente all'interno della casa discografica dei miei sogni.
Mi diressi verso il bancone della segreteria mentre Plimp mi seguiva scodinzolante: "Buongiorno, mi chiamo Park Minhee e ho appuntamento con il signor Bang Si-Hyuk" dissi dandole la carta d'identità.
Lei sorrise e digitò qualcosa al computer, poi si alzò e si avvicinò a me: "Il signor Si-Hyuk la sta aspettando, per di qua prego".
Annuii e la seguii su per le scale dell'edificio e attraverso i numerosi corridoi che alla fine ci portarono davanti ad una porta di vetro opaco, presieduta da due uomini in giacca e cravatta. "Lo teniamo noi signorina" disse uno di loro accennando a Plimp.
Sorrisi e gli misi l'estremità del guinzaglio in mano. La segretaria bussò alla porta e dopo aver aspettato un attimo la aprì silenziosamente: "Prego" disse gentile.
La ringraziai e feci il mio ingresso nel grande ufficio del capo della Bighit. Era molto spazioso e gli unici mobili presenti erano una scrivania, tre sedie e due grandi scaffalature ai lati della stanza.
Si-Hyuk era seduto dietro alla scrivania. Non appena mi vide sorrise e mi fece segno di sedermi.
"Buongiorno Minhee, come stai?" mi chiese sorridente.
Sentivo le mani tremarmi dal nervosismo. Era da molto che aspettavo quel momento ma tutto quello che mi ero immaginata non si avvicinava minimamente alla realtà: "Molto bene signore, spero sia lo stesso per voi".
Lui rise e annuì: "Vedo che hai portato i tuoi dati di riferimento".
"Sì, tenete".
Gli misi in mano la cartellina e aspettai mentre guardava curioso tutti i fogli che avevo stampato una settimana prima: "Sarà difficile farti integrare. Come penso tu sappia, in generale qui lavorano solo persone sposate".
Annuii: "Sì ne sono a conoscenza, ma spero che questo non sia d'intralcio per l'azienda".
Lui rimise a posto i fogli e si distese sulla sedia girevole: "No non sarà un problema così grande, fortunatamente sono riuscito a farti assumere nel settore grafico e design".
Sorrisi e ripresi la mia cartellina, poggiandola sull'altra sedia: "Ho già provveduto a trovarti un appartamento qui vicino, spero non sia un problema".
Mi bloccai di colpo, spalancando gli occhi: "Appartamento?" ripetei confusa: "Certo, dovrai lavorare qui cinque giorni su sette, a intervalli regolari ovviamente".
"Ma pensavo-"
"Pensavi di doverti fare un'ora e mezza di macchina ogni giorno?" finì lui guardandomi con sguardo ovvio.
"Qualcuno mi ha fatto sapere della tua situazione e non mi è sembrato giusto caricarti di un'ulteriore fatica".
Aggrottai la fronte confusa.

Qualcuno?

Subito mi venne in mente una mascherina scura e sorrisi.

Hyungmin...

Mi riscossi dai miei pensieri e tornai a rivolgere lo sguardo verso Si-Hyuk: "Non è un problema, anzi, la ringrazio molto per questa gentilezza, non doveva disturbarsi così tanto".
Nonostante fossi felice, mi sentivo anche un po' in colpa: era come se Si-Hyuk avesse fatto un favoritismo verso di me, mentre tutti gli altri dipendenti si erano guadagnati il lavoro con fatica e tanto impegno. Io ero arrivata lì solo grazie ad un rapimento.
"Non sentirti in colpa" disse lui improvvisamente.
"Ma come-"
"Lo vedo dai tuoi occhi" rispose sorridendo.
"È un aiuto, non un favoritismo, lavorerai come tutti qui dentro, senza agevolamenti".
Tirai un leggero sospiro di sollievo: "Certo, mi impegnerò più che posso".
Lui batté le mani sulla scrivania e si alzò. Sembrava molto soddisfatto: "Coraggio, ti accompagno dai ragazzi".
"Quelli del mio reparto?" chiesi emozionata: "No no, loro ora sono in pausa, te li farò conoscere dopo".
"Se posso chiedere, di chi stiamo parlando allora?"
"Delle sette persone che hanno reso possibile tutto questo" esclamò Si-Hyuk aprendo la porta dell'ufficio.
Il cuore iniziò a battermi più velocemente.