Capitolo 1

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-STO ANDANDO A VEDERE SE LEIRE STA GIÀ A CASA DI MARK!- urlò Aitor uscendo. Voleva davvero tanto rivedere sua sorella. Prima che partisse era la sua unica amica, e dopo che se n'è nulla è cambiato se non che i bulli hanno potuto facilmente prenderlo di mira. Il turchese aveva il gps sul telefonino quindi era abbastanza sicuro di non perdersi. Prese una strada secondaria che passava da davanti alla Raimon così si fermò ad osservarla. Non sapeva bene che pensare. Lui non si è mai aperto a nessuno. È sempre stato un piccolo stronzetto a cui piace far scherzi e prendere in giro gli altri. Dopo che i genitori avevano abbandonato lui e Leire ha smesso di fidarsi di tutti se non della sua famiglia.
Chissà se mi riuscirò ad ambientare... pensò Aitor. A distoglierlo dai suoi pensieri fu una voce che proveniva dal campetto della scuola.
-ATTENTO!- sentì, poi un dolore forte alla testa e in fine il buio.

Aitor aprì piano gli occhi per farli abituare alla luce. Si alzò a sedere e sentì un forte dolore alla testa.
-Ahia- bofonchiò piano.
-Ti sei svegliato! Scusa davvero. Noi non volevamo colpirti- disse una voce. A parlare era stato un ragazzino, probabilmente di un anno più grande di lui, con i capelli castani con delle specie di vortici.
-Arion sei proprio un idiota fattelo dire- disse un ragazzo basso, poco più di Aitor, con i capelli azzurri e la pelle scura.
-Ma non l'ho fatta apposta...- si scusò il ragazzo che da quel che Aitor aveva capito si chiamava Arion.
-Michael non essere così duro con lui- ne disse un altro. Anche lui aveva i capelli castani e i suoi capelli sembravano piastrati.
-Io non ci sto capendo un cazzo- sbottò Aitor stendendosi di nuovo e sospirando.
-Ah già che stai ancora qui- disse l'azzurrino che si dovrebbe chiamare Michael.
-No sono andato nello spazio- disse il turchese sarcastico.
Una porta si aprì di scatto e da essa entrò una ragazza dai capelli color carbone con sfumature turchesi e gli occhi felini.
-Che avete combinato stavolta? Non ho tempo da perdere- sbottò subito. Aitor non poteva essere più felice.
-E sentiamo principessina, che avrebbe lei di così urgente da fare?- disse Aitor per schernirla. Tutti i presenti meno la ragazza fecero un passo indietro e spostavano lo sguardo da Aitor alla ragazza, dalla ragazza ad Aitor terrorizzati. Sfidarla era la cosa peggiore da fare. Ha fatto più anni di lotta libera e karate ed è molto forte nonché violenta. Mettersi contro di lei e schernirla è una pazzia e in più odia a morte essere chiamata principessa.
Ma la reazione della ragazza stupì tutta la squadra. Lei sorrise.
-Non so stronzetto-
-La stronza qui sarai tu-
-Da che pulpito-
-Ho imparato dalla migliore-
-Idiota-
-Cogliona-
-Cretino-
-Scema-
-Micetto-
-Principessina-
I due si fulminarono tra di loro con lo sguardo prima di scoppiare a ridere. Il più piccolo scese dalla panchina sulla quale l'avevano fatto stendere i ragazzi e abbracciò la maggiore.
-Mi sei mancata sai?- disse.
-Anche tu peste- gli sorrise la ragazza stringendolo a se.
-Ma che cazzo...- borbottò Michael non abituato a vedere la ragazza essere così affettuosa con qualcuno che non fosse il suo migliore amico.
-Leire, ci spieghi??- chiese il piastrato.
-Lui è mio fratello. Fine-
-Hai un fratello??-
-In teoria sì. Anche se continuo a pensare che sia un gatto-
Aitor si staccò dall'abbraccio dandole una gomitata.
-Ti odio- sbuffò.
-Tanto lo so che ti sono mancata- disse lei allegra -comunque loro sono Arion, Riccardo, Victor, Michael, Eugene, Adé...-
Li indicò ad uno ad uno.
-E Miss codini rosa chi è?- chiese lui schernendo il giovane.
-Lui è Gabi- disse la mora ridacchiando al nomignolo affibbiato da suo fratello al suo amico.
-Tuo fratello mi sta già simpatico quanto te- disse sarcastico il rosato.
-È stato bellissimo conoscervi ma in teoria tu hai finito lezioni, allenamenti e tutto giusto?- chuese il turchese alla sorella.
-Sì-
-Bene- disse afferrandole il polso -i nostri tutoti muoiono dalla voglia di rivederti-
La trascinò via mentre lei salutava con un cenno di mano i ragazzi.

-JO! XAV! VA TUTTO A FUOCO!- urlò il più piccolo entrando in casa. I due tutori si precipitarono in direzione della voce del loro figlio adottivo. Si misero a guardare ogni angolo dell'ingresso.
-Scherzavo- disse Aitor.
-AITOR NON SI FANNO CERTI SCHER...- iniziò Jordan ma si bloccò non appena vide la ragazza che il figlio teneva per il polso.
-Peste mi ridai il mio polso?- chiese sarcastica la mora. Aitor le lasciò il polso e poco dopo la giovane si ritrovò stritolata da Xavier e Jordan, i suoi tutori.
-Ci sei mancata tanto!- disse Jordan sul punto di piangere.
-Anche voi mi siete mancati- rispose staccandosi dai tutori.
-Ho chiamato Mark poco fa. Verso sera porterà qui tutte le tue cose così te le sistemi in camera tua principessina- disse Xavier ottenendo una gomitata da parte di Leire per via del nomignolo.
-Sempre la solita...- bofonchiò il rosso facendo ridere tutti. Mise il broncio ma dopo poco si unì anche lui alle risate. Erano di nuovo una famiglia.

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