Capitolo 12

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-Non abbiamo più parlato di quel famoso bacio-
Gabi lo fissò.
-Avevo detto di...-
-Di dimenticare tutto. Lo so. È questo che mi da un incentivo a pensarci di più. Perché l'hai fatto e poi hai di scordarmi tutto?-
Il rosa rimase in silenzio. Aitor sospirò, pensando che non avrebbe mai detto niente.
-Non lo so- confessò Gabi -Magari te lo dirò quando io per primo lo capirò-
Aitor lo guardò stranito, ma poi lasciò perdere. Aveva capito che era una causa persa.
-Devi andare a casa tua a farti una doccia- disse il turchese -Puzzi. Tanto-
Gabi lo guardò male.
-Dopo ciò che è successo te lo scordi che ti lascio solo in casa-
-Codini rosa, ti giuro che non mi faccio niente. Se vuoi puoi portarti le lamette, chiudere a chiave il bagno ma ora vatti a fare una doccia a casa tua-
Gabi capì che c'era qualcosa che non andava, ma sapeva che il minore avrebbe insistito fino a portarlo allo sfinimento. Acconsentì dubbioso, chiuse a chiave il bagno e uscì portandosi con se la chiave. Aitor sospirò sollevato. Nessuno doveva sapere che cosa faceva. Qualcuno bussò alla porta.
Appena in tempo... pensò Aitor felice che il rosa se ne fosse andato. Aprì e si ritrovò davanti un ragazzo abbastanza muscoloso, più grande di lui. I capelli biondi arruffati e gli occhi verdi smeraldo.
-Ho saputo che sei a casa da solo. Non dovrai venire da me, sono venuto io. Contento?-
-Di vederti? Mai- commentò acido il minore. Uno schiaffo.
-Non rivolgerti a me così. Forse non ti fregherà un cazzo di quello che ti faccio, ma ti ricordo che se non fai quello che ti dico sarà qualcun altro a subirne le conseguenze-
Aitor deglutì a vuoto. Come al solito si vedeva con questo ragazzo e faceva ciò che gli diceva per evitare che fosse un'altra persona a venir picchiata al posto suo. Il turchese non voleva che succedesse qualcosa a qualcuno per colpa sua.
-Non parli più eh?- disse il biondo chiudendo la porta e spingendo il minore contro il muro baciandogli il collo con foga. Il turchese sperava che quella tortura finisse presto. Odiava quando il maggiore lo faceva.
-Levati la maglia. Oggi è stata una brutta giornata. Ho bisogno di vedere il sangue fuoriuscire dalla pelle- disse sadico iniziando a graffiare il corpo pallido del turchese non appena questo si fu levato la maglietta. Gli lasciò dei morsi sul petto facendo venire le lacrime agli occhi ad Aitor per il dolore.
-Sei solo uno stronzo...- sibilò il turchese ottenendo uno schiaffo.
-Non parlarmi così chiaro? Ora levati i pantaloni e le mutande. Oggi si passa ad altro-
Il più piccolo sbarrò gli occhi per lo stupore.
No...nononono... pensò terrorizzato Aitor.
-No..- mormorò. Se prima lo fronteggiava fregandosene delle mazzate, ora sembrava un cucciolo indifeso.
-Ah no?-
Un pugno nello stomaco. Aitor si contorse dal dolore mentre il maggiore gli levò i pantaloni a forza. I vestiti erano coperti di sangue, sia quello che usciva dai graffi sia quello che Aitor aveva appena sputato. Il biondo alzò con due dita il volto del ragazzo e lo fissò dritto negli occhi.
-Ascoltami bene frocetto. Di te non frega un cazzo a nessuno, addirittura i tuoi genitori non ti hanno voluto. Ho sentito ciò che ti ha detto il ragazzo dai capelli rosa, ti odia anche lui. Tutti ti hanno lasciato solo. Non servi a un cazzo. Sei inutile e su di te comando io. Non puoi fare niente per evitarlo, quindi ti conviene lasciarmi fare e non rovinarmi ancor di più la giornata se non vuoi che finisca peggio-
Il minore annuì spaventato. Si sentiva impotente e questo lo faceva incavolare. Aitor chiuse gli occhi mentre il maggiore fece per abbassargli le mutande, ma qualcuno lo allontanò con forza dal minore frapponendosi tra i due.
-Non toccarlo- disse "l'eroe" di Aitor. Il turchese aprì gli occhi e si stupì nel vedere Gabi. Il rosa aveva gli stessi vestiti di prima, segno che non si era lavato.
-Altrimenti?- chiese l'altro ghignando prima di rivevere un pugno in volto.
-Perché difendi tanto il frocetto? Non serve a un cazzo. È un inutile ragazzino di merda. Perché invece non ti unisci a me nel divertimento?-
Fu allora che il ragazzo dagli occhi cielo non ci vide più. Saltò addosso al biondo iniziando a picchiarlo male, fino a farlo quasi svenire. Ma non si fermò. Continuò a picchiarlo comunque.
-G..Gabi...-
Fu la voce del turchese a far riprendere il rosa che si allontanò come scottato dal ragazzo che fino a un secondo fa stava picchiando. Si girò a guardare Aitor e gli si strinse il cuore. Il più piccolo lo guardava con la paura negli occhi. Aitor aveva paura di lui.
-Ho... Ho esagerato...- sussurrò il rosa avvicinandosi piano all'amico.
-Direi...- rispose il turchese con la voce tremante.
-Vattene- disse freddo il rosa al biondo, che riusciva a malapena a muoversi -Non toccare mai più Aitor-
Il biondo non se lo fece ripetere due volte che scappò come meglio riuscì. Quando se ne fu andato il rosa abbracciò forte il minore fregandosene del sangue che usciva dal suo corpo coperto di graffi.
-Ti...ti avevo detto di...di andare a casa tua a...a lavarti...- mormorò Aitor.
-Ti ho detto che non volevo lasciarti solo. Sono corso a casa a prendere dei vestiti con l'intento di lavarmi qui-
Silenzio.
-Volevi che me ne andassi per questo? Sapevi che sarebbe venuto?-
-Lo sospettavo...- sussurrò Aitor.
-Perché non hai reagito e mi hai cacciato?-
Silenzio.
-Aitor...-
Altro silenzio.
-Aitor... Dimmi il motivo- ritentò il rosa staccandosi dall'abbraccio e guardandolo negli occhi.
-Perché altrimenti avrebbe fatto del male a te-

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