Capitolo 11

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-Ehy frocetto- disse un ragazzo spingendo Aitor contro il muro. Lui e due suoi amici lo stavano fissando con dei ghigni stampati in volto.
-Che cazzo volete da me?- chiese infastidito il turchese. Nel corridoio non c'era nessuno, se non loro quattro.
-Non l'hai capito frocetto?-
-Smettila di chiamarmi così- disse Aitor guardando male il ragazzo dinnanzi a se.
-Vuoi farmi credere che non lo sei?- disse il ragazzo ridendo, seguito a ruota dagli altri due.
-Cosa ti fa pensare che io lo sia?- ribatté il minore. Uno dei due ragazzi mostrò ad Aitor un fogliettino con su scritto 'Gabi♥' in penna.
*Flashback*
Aitor sbuffò. La lezione di matematica non gli interessava affatto. Iniziò a fare degli scarabocchi a caso. Disegnò un fiorellino, un pallone da calcio, qualche stella e poi si ritrovò a scrivere il nome di Gabi con accanto un cuoricino. Aitor se ne rese conto solo alla fine dell'ora, dopo aver fatto minimo altri venti disegnini. Strappò il pezzo di foglio con scritto il nome del ragazzo, lo accartocciò e lo buttò a terra distrattamente prima di uscire dall'aula
*Fine flashback*
-Perché credete sia mio?-
-Ti ho visto buttarlo- disse il ragazzo che teneva in mano il foglietto.
-Cazzo...- borbottò Aitor.
-Sai... I froci non sono ben accetti qui. Specialmente non da noi. E sai che facciamo ai frocetti come te?- chiese il ragazzo che teneva Aitor contro la parete alzandl il pugno. Il turchese chiuse gli occhi e si preparò al dolore, dolore che non arrivò mai. Aprì piano gli occhi e notò due codini rosa. Quando mise a fuoco la situazione si stupì. Gabi teneva bloccato il braccio del ragazzo.
-Lasciate stare il mio amico- disse freddo. I tre ragazzi si allontanarono un po.
-Altrimenti?-
-Vi devo ricordare chi è sua sorella?-
-Il frocetto non dirà una parola- ghignò uno dei tre.
-Lui no, io sì. Filate, la campanella sta per suonare-
Neanche a finire la frase che la campanella suonò e i tre bulli si allontanarono.
-Grazie...- sussurrò Aitor.
-Di nulla tappo- gli sorrise il rosa andandosene. Il turchese però, sentì che qualcosa quel giorno sarebbe andato storto, peggio di come era andata mo, specialmente perché la sorella non era andata a scuola e lui pensava solo a cosa potrebbe esserle successo.

-Sei solo uno stupido codini rosa!- urlò il turchese. Lui e Gabi si erano messi a litigare perché a detta del maggiore Aitor aveva fatto apposta a passargli male la palla per farlo cadere.
-Da che pulpito!-
-Se non sai neanche prendere una palla forse dovresti proprio smettere di giocare a calcio- commentò il turchese guardandolo male.
-Hanno ragione! Tutti hanno ragione! Sei inutile, non servi a un cazzo! I tuoi genitori hanno fatto bene ad abbandonarti perché sei insopportabile! Devono essere impazziti quando avevano voluto riprenderti! Ma forse avrebbero fatto una buona cosa, almeno non ti avrei mai più rivisto!- urlò scazzato il rosa e Aitor si bloccò all'istante. Abbassò lo sguardo per qualche secondo e strinse i pugni. Il minore era davvero imprevedibile, ma di certo nessuno si sarebbe aspettato la reazione che ebbe.
-Hai ragione- disse alzando lo sguardo e puntando i suoi occhi colmi di lacrime in quelli azzurri di Gabi.
-Sono inutile e non servo un cazzo. Hai ragione. Tutti hanno ragione! Ma stai tranquillo, da ora in poi né tu nè nessun altro vi dovrete più preoccupare di me-
Poi corse via. I ragazzi della squadra, che erano raggruppati intorno ai due litiganti, guardarono male Gabi.
-Hai esagerato- disse Arion.
-Non mi sarei mai aspettato di dirlo ma... Gabi stavolta il tappo ha ragione. Hai preso tu male la palla e hai davvero esagerato- commentò Riccardo. Gabi emetté un verso di frustrazione e prese il suo zaino con l'intento di tornarsene a casa, ma poi gli venne in mente una cosa.

*Flashback*
-Aitor, perché hai tante cicatrici sulle braccia?- chiese Gabi scrutando il corpo nudo del minore.
-Eh? Ah, me le ha fatte il gatto...- disse Aitor.
-Da quand'è che le hai?-
-Un annetto- disse il turchese svogliatamente. Gabi però capì che mentiva. Lui e Leire avevano il gatto da meno tempo. Qualunque fosse il motivo, Aitor non voleva rivelarlo.
*Fine flashback*

Autolesionismo... pensò il rosa lasciando cadere lo zaino e correndo verso casa del turchese sotto lo sguardo confuso della squadra. Corse più veloce che poteva fino a raggiungere la casa. Le luci erano accese, segno che Aitor era in casa. Bussò ripetutamente ma nessuno aprì, allora sfondò la porta e corse nel bagno dove trovò Aitor seduto a terra, in posizione fetale, a piangere con i polsi sanguinanti.
-Idiota- disse a denti stretti il maggiore correndo da Aitor.
-C...Che ci fai... Che ci fai qui?- balbettò il turchese alzando leggermente lo sguardo.
-Ti salvo la vita cretino- disse Gabi prendendolo in braccio e portandolo sul divano. Corse nuovamente in bagno e tornò con bende e disinfettante. Aitor si fece fasciare i polsi in silenzio, tenendo lo sguardo basso.
-Che cazzo ti è saltato in mente?- sbottò Gabi irritato dal silenzio che stava.
-Perché sei qui?- chiese Aitor ignorando la domanda.
-Te l'ho già detto, ti salvo la vita-
-Mi odi. Non volevi più vedermi. E ora vieni qui a salvarmi la vita?!- chiese incazzato Aitor scattando in piedi -Non potevi lasciarmi morire?! Non è ciò che volevi? Oh, certo. Vuoi fare la parte del buono. O avevi i sensi di colpa? Non volevi avermi sulla coscienza, certo. Oppure hai paura di mia sorella? È per questo che sei qui? Così Leire non ti ammazzerà?-
Il turchese riprese a piangere. Gabi lo guardò, addolcendo lo sguardo. Si sentiva in colpa, sì. E sì, aveva paura di Leire. Ma non era lì per quei motivi.
-Ho detto tante cazzate prima. Niente di quel che ho detto lo penso. Non ti odio Aitor. Ho sbagliato a dirti tutte quelle cattiverie-
-Però l'hai fatto- disse acido Aitor. Silenzio. Poi il turchese prese coraggio.
-Non abbiamo più parlato di quel famoso bacio-

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