Capitolo 19

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La trascinai con me verso la reception per andare a ritirare il necessario per la giornata.
«Signor Marcuzzo, ecco a lei» disse la ragazza seduta dietro al bancone, porgendomi delle chiavi e una carta di credito probabilmente per poter pagare le eventuali spese.
«La moto è parcheggiata qui fuori» mi informò sussurrando.
«Grazie mille» le sorrisi io e notai il suo sguardo scendere dal mio volto alla mia mano intrecciata.
«Guarda che se preferisci puoi portarti lei» mi bisbigliò Federica all'orecchio.
«Non sapevo fossi gelosa» sussurrai. Mi fulminò con lo sguardo.
«È inutile che mi dici "senza pregiudizi" se poi rimani il solito stronzo» sibilò e uscì fuori dall'hotel. La raggiunsi in fretta, non potevo già permetterle di rovinare la stabilità che avevamo appena trovato.
Tornai al suo fianco e ci dirigemmo verso il parcheggio senza dire alcuna parola.
«Una Harley-Davidson» strepitai non appena vidi l'unica moto rimasta.
«Non ci posso credere è fantastica». Ero eccitato come un bambino a cui viene regalato un gioco nuovo.
Federica mi stava fissando divertita, così mi venne spontaneo chiederle:«Ti fidi di me?».
«Ma che domande sono?» domandò con tono ironico, forse per lei era così scontato.
«No ovvio che no» concluse, spezzando così l'entusiasmo del momento.
«Beh dovrai farlo per forza perché guido io».
«Okay, sono pronta» disse dopo essersi seduta nel posto del passeggero. Io colto alla sprovvista dalla sua intraprendenza, mi accomodai e infilai le chiavi. La moto si accese con un rombo potente.
«Mettiti il casco!» urlai per farmi sentire.
«Non è obbligatorio, stiamo andando in mezzo al deserto» mi rispose con lo stesso tono di voce.
«Non era una proposta, era un ordine. Non voglio scuse te lo devi mettere» le imposi, ma lei non accennava a muoversi per indossare ciò che le avevo chiesto. Scesi dalla moto e presi il casco agganciato al sellino e glielo poggiai sulla testa. Delicatamente le spostai i capelli e le agganciai il laccetto. Lei deglutì ma non rispose, rimase completamente immobile, così le domandai: «Va tutto bene?».
«Sì, sì» rispose distratta. Decisi di non indagare ulteriormente perché non volevo rovinare il momento. Stava andando tutto abbastanza bene, non ci eravamo ancora scannati, perché rischiare di creare una situazione spiacevole.
Mi risedetti sulla moto e riaccesi il motore. Non appena partii, sentii due mani aggrapparsi al mio petto. Non avevo mai provato una sensazione così confortevole in tutta la mia vita.

20 stelle e 50 commenti per il prossimo!♥️

Chissà se ti arriva il mio pensiero♥️ #RedericaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora