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Scarpe sportive, jeans, una t-shirt bianca e giacca scura, ero pronto all'appuntamento.

Sul fianco pesava la grossa borsa nera contenente un piccolo registratore portatile, una moleskine con penna e molto altro.

Anche se l'incontro con Min prevedeva solo manovre di avvicinamento per chiarire le cose sull'intervista e fare conoscenza, pensai comunque di portarmi appresso il minimo indispensabile per raccogliere impressioni ed appunti.

Giunsi davanti al Divine Treasure in anticipo di pochi minuti.

Min non c'era, così presi ad aspettarlo a lato del locale.

Per distrarmi e cercare di mantenere il cervello lucido spostai l'attenzione al mio smartphone.

Ebbi giusto il tempo di rispondere ad un paio di commenti sul mio ultimo post social, quando arrivò.

Min appariva di altezza media, snello, dal fisico slanciato ed elegante.

La massa dei capelli mossi, costantemente in disordine, era una gioia per gli occhi.

Min sorrise ed il volto austero, imbronciato persino cambiò totalmente, divenendo luminoso e carino da morire.

"Buongiorno!" esclamò tendendo la mano per un gentile, spontaneo saluto.

"Buongiorno! Come hai fatto a capire che ero io?"

Min alzò le spalle.

"Ho tirato ad indovinare. Dopotutto eri l'unico fermo qua davanti, con tutta l'aria di star aspettando qualcuno..."

Risi: "Molto logico!"

"Min. Anche se già lo sai" disse quando afferrai la sua mano.

"Michael, anche se già lo sai..."

"Hai un bel naso Michael, e gli occhiali. Mi piacciono i tipi con gli occhiali..." disse d'un tratto, sorprendendomi non poco.

Lo guardai ad occhi sgranati e lui rise.

"Non è piaggeria, sono onesto!"

Mi schiarii la gola cercando di riprendere controllo.

"Beh grazie, vado molto orgoglioso del mio naso!" sillabai facendo scorrere la punta dell'indice su quella curva calante, che un mio ex aveva definito "Greca".

Min indossava dei pantaloni aderenti, scuri, con un motivo tipo tartan.

Aveva degli scarponcini alti e stringati, una maglia scura con il collo drappeggiato, ed una giacca dal taglio minimale, stretta, aderente al corpo.

Al collo indossava un collare di cuoio decorato da piccole punte argentate.

Ci accomodammo in una zona un po' discosta.

Il locale sembrava uscito di peso da un'illustrazione vittoriana.

Scaffali in legno pieni di piatti e tazzine con motivi blu su fondo bianco, gigantesche torte dall'aspetto delizioso e casalingo, quadri ritraenti vedute della città, nei quali il bianco e nero punteggiato da macchie si alternava all'immortale seppia dei tempi andati.

Presi il menù, scrutando con la coda dell'occhio Min impegnato a levarsi la giacca.

Aveva le braccia nude.

Per un istante mi soffermai a guardarlo, rapito dalla semplice bellezza che emanava.

"La miscela della casa è ottima" disse agguantando il menù "E gli scones giganti. Ne prendiamo una porzione da dividere, che ne dici?" aggiunse come nulla fosse.

Min (Incubus)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora