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Min decise di stare con me per la notte.

La sua richiesta mi lasciò perplesso ma non troppo.

Non sapevo esattamente cosa stesse tramando, ma sospettavo fosse l'ennesimo dei suoi giochetti.

Min sapeva cosa nascondesse il mio cuore.

Sapeva che al momento si trovava diviso tra amore, e il desiderio di collocare la nostra strana relazione dentro uno spazio neutro dominato dal sesso.

Non gli dispiaceva che avessi cambiato atteggiamento in maniera tanto radicale, ma desiderava comunque mantenere viva la sua stretta emotiva.

Due piccioni con una fava.

Doppio divertimento.

Accettai di tenerlo con me, perché dopo essermelo fatto tra le cabine in legno del lungomare volevo nascondere la brutalità dell'atto, sotto una cortina di gentilezza.

Ancora non riuscivo a vederlo unicamente come un oggetto sessuale.

Volevo bene a Min, per quanto irrazionale fosse tale sentimento.

Che lui avesse gradito, passava in secondo piano.

Chiuso nel mio bozzolo di emozioni faticavo a trovare una via d'uscita, che mi consentisse di maturare una visione obiettiva e fredda del mio rapporto con lui.

Il tragitto dal lungomare sino all'appartamento si rivelò piuttosto strano.

Impiegai parecchio prima di mettere pace nell'animo.

L'eccitazione provata ed i sensi di colpa sembravano essersi alleati, per tenere sulla corda i miei poveri nervi.

Min sembrava felice.

Cinguettava contento, mentre narrava degli appuntamenti avuti nel pomeriggio, tra cui quello con il tizio della lingerie femminile.

Lo ascoltai solo in parte, impegnato com'ero a ritrovare equilibrio interiore.

Fu allora che Min parlò, gettandomi in faccia l'ennesima delle sue verità.

"Insudicia un po' quel tuo cuore immacolato" disse aggrappandosi al mio braccio.

"Cedi all' oscurità. Con me puoi, e so che in fondo all'animo lo desideri da morire."

"Lasciami in pace" risposi provando a cambiare argomento.

"L'amore è un sentimento stupido. L'unica cosa davvero potente è l'oscurità. Cedere alle tue emozioni più viscerali, godere solo per te stesso senza tenere conto di nient' altro. Zero sensi di colpa, scrupoli, o il doverti censurare, perché ritieni le tue pulsioni troppo sudicie. Un universo di egoismo perfetto, dove tu sei protagonista."

Tacqui per evitare ulteriori discussioni, ma quelle parole mi avevano ferito nel profondo.

In ogni essere umano alberga un luogo segreto, dove le tenebre prendono il sopravvento mascherandosi in mille modi.

Educazione, buon senso, logica, amore e molti altri concetti nobili tengono a bada tali mostri, impedendo loro di spadroneggiare.

Min parlava diretto a quel grumo di oscurità, portandolo insistentemente in primo piano.

Lui faceva parte di tale universo; lo conosceva a menadito e poteva tentarti a suo piacimento, usando la carta di una libertà fasulla.

Tuttavia, alla fine dei conti, aveva anche ragione.

Con Min potevo sguazzare nella palude di tenebra celata in me, senza incappare in alcuna conseguenza.

Ciò che sembrava impossibile da realizzare veniva da lui accettato ed incoraggiato, perché l'oscurità nutriva il suo animo demoniaco.

Nonostante ciò, tentennavo.

Forse il mio cuore era davvero troppo immacolato, e questo mi fece sentire stupido.

Non volevo sentirmi stupido.

"Gli scrupoli, conservali per altro" aggiunse "Immergiti senza timore nelle tenebre... Ti assicuro che è divertente!" rise.

"Ho fame" dissi, per troncare il suo sin troppo efficace tentativo di farmi scivolare verso il lato oscuro.

"Fermiamoci al supermercato" conclusi guardando fisso davanti a me.

Non sono così innocente e puro, pensai ficcando nel cestino una confezione di gamberetti.

Min sta solo provocando. Usa il quasi infallibile metodo di farti figurare come un cretino, solo perché desideri tenere fede a determinati valori.

Resta il fatto che con lui, posso dare fondo a tutte le mie perversioni. Se esito, è perché vorrei altro. Nonostante tutto, vorrei altro...

Una volta a casa arrangiai dei noodle fritti con verdure e gamberetti, perché dopo tutto quel movimento necessitavo calorie.

Min apri una lattina di birra bevendola tutta d'un fiato.

Se ne aprì una seconda, buttando giù pure quella in un batter d'occhio.

"Queste te le tolgo di mano, altrimenti non avrò nulla da bere" sillabai portando via il pacco.

"Puoi bere dell'acqua!" sghignazzò "Ho bisogno di alcool dopo la magnifica scopata che ci siamo fatti!"

Mugugnai, colto da uno strano senso di imbarazzo ed orgoglio.

"Dobbiamo rifarlo, che ne dici?" aggiunse scivolandomi accanto.

"Quando vuoi!" risposi simulando indifferenza.

Con abile gioco di polso girai i noodle nella padella, pensando a quanto fosse carino e malefico quello strano demone del quale mio malgrado, ero ancora innamorato.

"Mi assento un istante" annunciò svanendo nell'aria.

"E che cazz..." esclamai colto alla sprovvista.

Digerivo male questa sua particolarità.

Mi inquietava, anche.

Era l'elemento che lo rendeva vincente su tutti i fronti, vanificando ogni tua resistenza, o tentativo di fuga.

Min riapparve dopo circa dieci minuti.

Mentre mangiavo si materializzò accanto al tavolo del soggiorno, e per poco non mi strozzai con la birra.

Lui rise, palesemente divertito da quella pietosa scenetta.

Aveva nuovamente cambiato abiti.

Abbandonato il look sfoggiato poco prima si presentò in pigiama, ed avvolto in un cardigan troppo largo.

Faceva tenerezza.

Il pattern a dinosauri stilizzati sui pantaloni poi, costituiva la ciliegina sulla torta.

Min sembrava in vena di sfoggiare il suo lato carino.

Strinse le braccia avvolgendosi nella gigantesca giacca di lana, affogando in essa come un bambino.

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Se vi va di lggere il romanzo per intero e darmi qualche soldo, seguite il link esterno qua sotto. Cheers.

Min (Incubus)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora