Epilogo

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Nella penombra dai riflessi sanguigni, dieci uomini stavano inginocchiati a capo chino.

Ciascuno di loro portava un collare stretto alla gola, e sui loro membri brillava una lacrima d'oro puro.

Poi, c'ero io.

Nudi, la schiena rischiarata dal lucore fluttuante di alcuni bracieri, attendevamo il giungere di colui per il quale avremmo dato qualsiasi cosa.

Una stella ardente, scintillava poco sopra lo sterno di ciascun soggetto.

Il loro colore variava, pulsando in tutte le tonalità del rosso.

Il mio, appariva rosso sangue.

La sfera sembrava una cosa a sé stante, separata ed indipendente dalla persona davanti alla quale fluttuava, rivelando ad una più attenta osservazione la presenza di fini catenelle d'oro.

Queste, collegavano le piccole stelle al petto degli uomini, alle quali appartenevano.

I nostri cuori se ne stavano lì, esposti, pronti a divenire nutrimento.

Min giunse all'improvviso, camminando sinuoso sul pavimento nero pece.

Aveva le sembianze di un angelo decaduto, la cui bellezza superava ogni possibile immaginazione.

Il corpo nudo dalle linee quasi androgine spiccava pallido, aureolato da un tenue lucore d'argento.

Grandi ali rosso scuro spuntavano dalle sue scapole.

Sul fondo le penne acquisivano barbaglii di fiamma, divenendo simili a tizzoni ardenti.

Sul capo, al posto delle tradizionali corna demoniache, si innalzavano due raggi di luce mistica.

Anch'essi si presentavano rossi così come le labbra di Min, e gli artigli sulle sue mani.

Lo guardai, riconoscendo in quell'immagine tutto quello che mi aveva affascinato in lui, rendendomi schiavo.

Min, marciando orgoglioso quanto un imperatore, passò in rassegna la fila di uomini.

Poi, prese vita il rituale vero e proprio.

Al suo comando, ciascun individuo si alzò in piedi.

Baciò il primo della fila, usando una voracità lontana da quel suo aspetto celestiale.

Nel mentre le dita del Demone si strinsero attorno il cuore di luce lacerando brutalmente la catenella d'oro sospesa tra di esso, ed il petto del suo possessore.

Quando ciò accadde l'uomo inarcò il busto all'indietro, lanciando un grido intriso di sofferenza e godimento.

Dal membro in erezione fuoriuscì un fiotto biancastro che si dissolse al suolo, perdendosi nel nulla.

Min premette la stella contro il petto, facendola penetrare.

Ansimò e si contorse come in preda ad un orgasmo, mutando per un istante nel demone oscuro che tutti i presenti avevano imparato a conoscere.

Quando alzai lo sguardo per controllare l'uomo crudelmente defraudato del suo cuore, lo vidi ginocchioni mano sul petto.

Una tenue luce rossa filtrava tra le dita aperte.

Min passò alla vittima successiva.

Ad uno ad uno li torturò tutti, divorando cuori senza pietà.

Sapevo che non sarebbero morti; Min li voleva sempre a disposizione, pronti a cedergli il loro incondizionato amore.

Ben presto le stelle si sarebbero riformate, regalando all'Incubus il lusso di un nuovo inebriante pasto.

Quando Min giunse davanti a me chinai il capo, sottomettendomi ai suoi voleri.

"Benvenuto, Michael" disse in tono dolce.

"Benvenuto nella mia stanza del tesoro."

A tali parole sollevai la testa, rimanendo abbacinato dalla sua bellezza.

"Da oggi sarai mio per sempre."

Tra i suoi palmi distesi apparve un collare, identico a quello indossato dagli altri.

Piegai il busto offrendo il collo al demone oscuro, che amavo più di ogni cosa al mondo.

Sentirlo stringersi alla gola, fu un'emozione paragonabile al più dolce degli amplessi.

Ero perduto, e felice di esserlo.

Min mi baciò con passione, mutando nel giovane dai riccioli scuri a me caro.

Quando aprii gli occhi lo vidi davanti a me, bello e sorridente come sempre.

"Ciao Michael" disse piano.

Sentii le sue mani cercare le mie, stringerle, trascinarmi via.

"Voglio stare con te" aggiunse, portandomi con sé in camera da letto.

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