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Non credetti a quello che i miei occhi stavano vedendo.
C'erano tantissimi ragazzi e ragazze, la maggior parte ubriachi, stavano giocando, li vedevo seduti in cerchio e al centro c'erano bicchieri e liquori per shot, inciampai in una di quelle bottiglie; mi invitarono a sedere e a giocare con loro, presi posto vicino una ragazza bruna e riccia e dall'altra parte un ragazzo biondo e muscoloso che subito si avvicinò al mio orecchio e con l'alito che puzzava di alcol.
"Sai che è un bel gioco?"
"Come si gioca?"
"Praticamente a giro devi dire qualcosa da fare a chi vuoi, se rifiuti l'obbligo devi bere uno shot."
"Divertente"
Non mi sembrava per nulla divertente, era stupido come gioco.
"Come ti chiami bella?"
"Camilla."
Di fronte a me c'era il ragazzo che condivideva con me la stanza e mi guardó da subito storto e accarezzò la gamba della ragazza che sedeva di fianco a lui , ma non fu un gesto di tenerezza, in quella carezza vedevo la voglia, la passione.
Cominciammo a giocare, mi obbligarono una volta a spogliarmi, un altra a baciare un ragazzo a caso, e dato che non volevo cominciai a bere due tre shot, l'alcol non sapevo reggerlo per niente ed ero ormai brilla, ero nelle loro mani, potevo fare di tutto, il mio compagno di stanza se ne accorse e si venne a sedere di fianco a me lasciando la ragazza che si strusciava contro di lui.
"Perché sei qua? Non si strusciava bene quella? "
L'alcol iniziava a farsi sentire e parlai urlando attirando l'attenzione di tutti e generando un risolio generale.
"Cacciamo tutti e andiamo a letto."
"No mi sto divertendo. Poi io e te non andiamo a letto insieme."
"Senti Camilla fai ciò che ti dico, stai ubriaca e potresti fare di tutto."
"Senti, non conosco il tuo nome e mi vuoi anche comandare?fottiti so badare a me stessa."
"Come vuoi."
Se ne andó e il ragazzo biondo, che si chiamava Simon ritornò vicino a me.
Molli, la ragazza che sedeva vicino al mio compagno di stanza, mi obbligò a baciare il biondo di fianco a me, inizialmente volevo rifiutare, e iniziai a riempirmi il bicchiere ma vidi in quel momento Molli fare un ghigno, quindi mandai giù il liquore mi girai e baciai Simon, lui ne approfittò e infilò la lingua nella mia bocca e mi strinse la vita con il suo braccio possente.
A rovinare quel momento fu il mio compagno di stanza che con un pugno lo fece allontanare da me, lo riempí di pugni e ormai Simon sanguinava da uno zigomo, ordinó a tutti di andare via ma tenni per mano il biondo, aspettando che tutti andassero via per pulire via il sangue.
"Ma che cazzo ti prende?"urlai al mio compagno di stanza.
"Fallo andare via. Vado a lavarmi fallo sparire altrimenti lo faccio io."
Simon non aveva più le forze neanche per controbattere.
Presi dei panni bagnati e levai il sangue dalla faccia, lui senza volerlo si addormentò nel letto del ragazzo, io iniziai a pulire la stanza e decisi di aspettare quest'ultimo per parlare. Entrò con solo un asciugamano alla vita ed era tutto bagnato, era lo spettacolo più bello che avessi mai visto e quando vide Simon nel suo letto inizio ad urlarmi contro.
"Cosa cazzo ci fa lui nel mio letto?"
"Gli stavo pulendo ciò che tu gli hai fatto e si è addormentato."
"Gli stavi pulendo la ferita?Non ti avevo detto di farlo andare via? Sei per caso sorda?"
"Senti, prima organizzi le feste nella nostra stanza senza dirmi nulla e poi ti lamenti se pulisco il sangue causato da te a un tuo amico? Sei patetico."
Piano piano la distanza accorciò tra noi, praticamente i nostri corpi si toccavano, mi bloccò tra il muro e il suo corpo e le goccioline d'acqua dei capelli cadevano sul mio petto, solo allora mi accorsi dei suoi occhi color ghiaccio. Si calmò, poi parlò.
"Non è mio amico, e tu devi stargli lontano."
Non ci capivo più niente la mia mente fantasticava, non so se era colpa dell'alcol e per il fatto che lo avevo con un solo asciugamano appiccicato al mio corpo.
"Senti lasciami, prendo un cuscino e dormo per terra, prendi tu il mio letto."
Così feci, lui si asciugó i capelli e si mise nel mio letto, non sapevo neanche se si fosse messo le mutande o meno, continuando a immaginare degli atti osceni con lui mi addormentai.

Mi svegliai nel mio letto con il petto nudo del ragazzo premuto sulla schiena e la sua mano sotto il seno sinistro, sull'addome, non mi spostai e aspettai il suo risveglio.
Si svegliò dopo poco, e senza spostarsi e senza sapere che io ero già sveglia cominciò a chiamami.
"Camilla svegliati."
Non risposi e lui mi lasciò un bacio sulla spalla poi mi spinse fino a farmi cadere giù da letto.
"Ma tu sei matto" dissi alzandomi da terra, lui rideva di gusto, ed era la prima volta che lo vedevo ridere.
"Cosa ci facevo sul mio letto? Non mi ero addomentata sul pavimento?"
"Senti vai a prepararti e svegliamo Simon."
"Si ma come ti chiami?"
"Ti cambia qualcosa saperlo."
"No ma, non posso mica chiamarti 'ragazzo'."
"Mark."
"Bene."
"Sei fidanzata eh?!"
"Si perché?"
"Non mi sembrava tanto ieri sera, hai baciato Simon."
"Non ti riguarda, nessuno ti ha detto di prenderlo a pugni poi."
Si avvicinò tanto e mi sfilò la maglia, io rimasi immobile.
"Ti ripeto che io faccio ciò che voglio."
Mi leccò lentamente la clavicola e il collo, poi soffiò sopra e mi fece rabbrividire,ero presa da quel ragazzo. Simon si svegliò
"Rovino qualcosa? "
Mark lo guardò storto.
"Prendi le tue cose e sparite insieme, non posso cambiarmi se ci siete voi in giro."
Lasciai Simon fuori la porta e andai nelle docce, lui della serata non ricordava nulla e per me era decisamente meglio così.
Passai la prima giornata e tutto trascorse normalmente, feci nuove amicizie e iniziai a conoscere le materie che avrei dovuto studiare, per tutto il giorno non vidi nè Mark né Simon.
Era l'ultima ora ed era filosofia, entrai per prima e presi posto al secondo banco, piano piano i posti cominciarono a riempirsi e l'unico rimasto vuoto era quello dietro di me, dato che i posti erano stati contati per il numero di iscritti era evidente che mancasse qualcuno, la lezione cominciò, il professore cominciò a spiegare il programma e via dicendo fino a quando un ragazzo alto e grosso fece varco nell'aula senza nè dare spiegazioni nè chiedere scusa per il ritardo.
"Buongiorno, tu sei?" Urlò quasi il professore.
"Tom." Disse il ragazzo.
"Bene, c'è un posto dietro, vai a sederti."
A dire il vero era molto bello e attiró molte attenzioni, ma io quel ragazzo lo avevo già visto, se solo capissi quando e dove....

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