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"Dammi il pantalone che lo metto a lavare."
"Tieni" disse porgendomelo
"Quanta cazzo di roba hai sporca!" urlai disperata.
Rise finché non parlò.
"Posso venire con te?"
"Non è meglio che riposi?"
"Si ma non voglio stare solo."
"Va bene vieni, mettiti una giacca, sei accaldato."
Ci avviammo e passando per la stanza di Tom decisi di lavare anche la sua roba, era stato gentile con me e volevo esserlo anche io.
"Hai le chiavi della stanza di Tom?"
"Si è una copia me le ha date lui." Mi giustificai.
"Perché non le ha date a me?"
"Eri forse occupato?! " lo guardai sollevando un sopracciglio.
Mi guardò entrare e prendere la roba da lavare.
"Ora gli fai anche il bucato?"
"Mi è stato vicino, cosa che tu non hai fatto, voglio essere gentile con le persone che lo meritano." dissi chiudendo la porta e mettendo le chiavi nella tasca posteriore dei jeans
"Sei stato da lui stanotte?"
"Mark, non mi fare il terzo grado, non ti interessa."
Obbedì e non parlò più, arrivati alle lavatrici  pogiai il cesto del bucato per terra e cominciai a dividere I panni per colore e stoffa, lui si sedette alla panca corrispondente a quella lavatrice e mi guardava attentamente senza dire nulla.
"Ecco fatto."
Dissi tra me e me
"Come è andata ieri?" mi chiese
"Ieri quando?"domandai
"A pranzo Camilla."
"Ah a pranzo, bene bene."
dissi abbassando la testa trattenendo le lacrime.
"Sono contento."
"Mmmm, anche io." Ingoiai tutta l'angoscia e andai a sedermi vicino a lui.
"Vuoi parlarmi di cosa è successo Mark?"
dissi tenendo la testa ancora bassa.
"Ho visto che ancora non tornavi e approfittai per chiamare Molli, lei si presentò da me poco dopo e iniziò a spogliarsi per poi spogliare me, in quel preciso momento prima di incominciare a fare sesso ti presenti tu in camera entrando sparata, mi hai guardato come per dire ' mi fai schifo' e sei andata via senza spiccicare parola.
Dopo aver fatto sesso con Molli cominciai a bere, non so per quale motivo in particolare e  mi chiamó un signore a cui mio padre  deve molti soldi, minacciandomi, non ricordo seriamente cosa gli ho detto ma neanche un ora dopo si presentó in stanza con altri ragazzi molto muscolosi, continuó a minacciarmi e dopo averlo offeso I ragazzi mi hanno aggredito, ero troppp ubriaco per difendermi, ed eccomi qui, ancora sbronzo a raccontarlo alla mia cara amichetta di stanza." Scherzó sulle ultime parole.
"Mi dispiace." commentai
"Ho passato le pene dell'inferno per questi uomini e non mi daranno tregua, finché non pago tutti I debiti di mio padre."
"Scusa la domanda, ma tuo padre non sa di tutto questo?"
"Mi hanno detto di averlo ucciso."
"Oh, scusa."
"Devi starmi solo lontano, possono fare del male anche a te."
"Non sanno neanche della mia esistenza."
"Camilla sono ovunque, mi spiano, ci spiano."
Disse bisbigliando guardandomi dritto negli occhi.
"Non possono continuare a fare così."
"Non posso farci nulla."
"Ti aiuto a pagare tutti i debiti, così finiscono di perseguitarti e farti del male."
"Non ce la faremo mai, sono somme esilaranti, che aumentano sempre."
"Mai cominciamo mai ci arriviamo, Mark. Tu lavori?"
"Faccio il barista, non si guadagna molto."
"Dovrai aumentare le ore o cominciare un altro lavoro quando finisci quello. Ora portiamo il bucato in stanza e ci diamo da fare per trovare qualcosa."
"Camilla, io non faccio tutto questo per te."
"Mark, io voglio aiutarti."
"Non devi, è pericoloso sia per te che per me."
"Mark, non puoi affrontare una cosa più grande di te da solo."
"Camilla, non voglio il tuo aiuto, metterò i  soldi da parte e a poco a poco pagheró tutto."
Non parlai, ma l'avrei aiutato, non potevo lasciarlo solo.
"Sono stato chiaro?"
"Certo."risposi e mi alzai a prendere I vestiti ormai asciutti e uscii dalla stanza, lui si alzò e mi raggiunse subito entrammo nella stanza e feci scivolare il cesto per terra.
"Camilla, stammi a sentire." disse prendendomi per i polsi.
Ero di spalle e non provava neanche a girarmi anche se aveva i polsi tra le mani, cominciò a spingermi camminando e arrivammo ad una parete su cui pogiai la guancia.
Aveva il petto sulla mia schiena e il bacino premeva sul mio sedere, mi lasció un polso che pogiai d'istinto sulla parete per metterla sul linguine e spingermi ancora di più sul suo bacino, sentivo l'erezione crescere sempre di più facendomi perdere in controllo, mi girai e senza pensarci troppo lo baciai, ricambiò subito il bacio con foga, con voglia, sembrava qualcosa che desideravamo entrami da tanto tempo.
Mi prese in braccio facendomi aggrappare le gambe in vita, continuavamo a baciarci e sentivo la passione crescere ad ogni tocco di lingua, mi poggiò la schiena al muro e mi accarezzó le cavigle salendo sempre più sulle cosce e sul sedere che strinse forte mugolando, continuava a premere  sull'intimità da sopra ai pantaloni, mi strappó la maglia con le mani per poi gettarla per terra e mi baciò il seno giocando con il merletto del reggiseno disegnó succhiotti scuri e a sentire quelle labbra che succhiavano piccoli pezzi di carne mi eccitavo sempre di più.
Mi staccò dal muro e mi buttó sul letto, lui era sopra di me e strisciava la sua intimità sulla mia, mi slacció i pantaloni.
"M..Mark, io n..non.. l'ho mai fatto."
"Camilla, sta tranquilla."
Mi baciò nuovamente e I miei muscoli si sciolsero sotto il suo tocco, mi baciò il collo, le clavicole il seno, il ventre e le cosce fino ad arrivare al loro centro; mi sfilò le mutandine con gesti delicati lanciandole in un angolo della stanza, ritornó a baciarmi l'interno coscia per poi scivolare giù al clitoride succhiandolo, arrivò alle labbra che prima bació e poi leccó aumentando pian piano d'intensità, mi entró dentro con la lingua facendomi sentire il pircing sulla linguetta sotto la lingua, una sensazione inspiegabile, mentre leccava mi solleticava il clitoride con le dita, si fermo solo quando mi sembró di venire.
Mi coprí con il lenzuolo e venne al mio fianco avvicinandosi all' orecchio.
"Sei cosi buona piccola."
Mi sentí subito avvampare e se ne accorse
"Non devi vergognarti, vuoi vestirti?"
"Si."dissi
"Tieni, ti do una maglia delle mie, della tua non ne rimane nulla."
Accettai  e senza dire nulla mi infilai nel letto, lui si mise al mio fianco e stranamente senza abbracciarmi si addormentó appena toccó cuscino, feci lo stesso dandogli le spalle.

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