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Buttai la roba sporca per terra e con uno schiocco di dita diventarono cenere.
Ci riavviammo nella notte profonda.

Arrivammo dopo un ora al lago di riunione, un lago in mezzo ad un bosco dove io e quelli della mia specie ci incontravamo per discutere.
Questo luogo era circondato da degli alberi capaci di 'assorbire' la nostra luce così da risultare invisibili agli occhi dei fire.
Vicino al lago c'era una casetta fatta in legno costruita da mio padre dove nascondevano me e i miei fratelli durante le lotte e le guerre quando eravamo piccoli.

Aprii la porta, tutto in ordine come lasciammo.
Pogiai Cam sul letto e toccandole per caso il viso la sentii calda.

La mia piccola stava meglio.

Andai a prendere dell'acqua al lago e la trasformai in ghiaccio.
Presi uno straccio e lo avvolsi intorno al cubo di ghiaccio.
Andai a sedermi sul letto, alzai la maglia di Cam fino al fianco dove una macchina viola grande quanto un palmo di una mano le colorava la pelle candida, vedevo inoltre macchie, graffi morsi e lividi pronunciati sulle cosce nude.

Tremai al pensiero che qualcuno l'avesse toccata in quel modo, al pensiero che qualcuno le avesse tirato un capello.

Al contatto con il ghiaccio Cam tremó,le presi la mano.
"Piccola, sei al sicuro ora, non ti faranno mai più male, ci sarò io con te."
Presi fiato.
"Te lo giuro."
Dai suoi occhi ancora chiusi uscirono lacrime.
"Mark."mi chiamó con l voce tremolante prima di esplodere in una serie di singhiozzi.
"Sono qua." La rassicurai e la accarezzai la fronte fino a che non si addormentó.

Misi un cuscino per terra, di fianco al letto e mi sdraiai con la sua mano ancora nella mia.
Rimasi sveglio a guardare il suo viso illuminato dai deboli fasci di luce.

Era uno spettacolo.

Anche tutta sudata con le ciocche di capelli appiccicati al viso pallido, e le labbra rosse semiaperte da cui uscivano piccoli sbuffi d'aria calda.

La mia bimba.

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