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Sedeva dietro di me e sentivo il suo sguardo sulla mia poca pelle scoperta.
Finita la lezione ci scambiammo sguardi veloci ma mi studió attentamente e fece un mezzo sorriso, ricambiai e uscii.

Quel ragazzo rimase nei miei pensieri per tutto il giorno, tornando in stanza incontrai Simon che mi accolse con un grande sorriso e mi invitò in stanza sua a cenare, accettai e andai a cambiarmi.
Trovai in stanza Mark.
"Ciao, come va?"
"Ti vedo contenta, che hai fatto?"
"Cosa? Senti ti ho solo salutato, dove vai stasera?"
"Da nessuna parte, devo lavorare."
"Lavori? Da quando? "
"Davvero di interessa?"
"Nono. Vado a lavarmi."
Tornai dalla doccia e tornai in accappatoio in stanza.
"Metti di nuovo il tuo pigiama?"
"Magari più tardi, esco."
"Esci?"
"C'è qualcosa di strano? Anzi, aiutami." Dissi mostrandogli due outfit, uno dei due era un vestitino corto e aderente grigio a manca lunga scollato sul davanti, l'altro era un jeans nero e un maglioncino bianco con lo scollo a V.
"Devi provarlo, così sono belli entrambi, indosso  a te non saprei."
"Faccio da sola."
"Buona fortuna." Disse alzando un braccio in segno di arresa.
Mi truccai ma non troppo, solo un pò di mascara e eyeliner sottile, scelsi il vestitino, perché i jeans gli avrei indossati tutti i giorni alle lezioni, per non sembrare esagerata non misi i tacchi ma delle convers nere, Mike mi guardó sorpreso per tutto il tempo ma non disse nulla.
"Lascio le chiavi, non porto la borsa, aprimi."
"Se non voglio lasciarti fuori si."
"Ciao." Scherzai e chiusi la porta, lì ad aspettarmi c'era Simon.
"Oh ciao."
"Ciao Camilla, s..st..stai bene."
"Oh ahah grazie, anche tu."
Simon aveva i capelli biondi abbastanza lunghi che quella sera lasciò sciolti, indossava un pantalone a sigaretta beige e una camicia bianca da dove si potevano intravedere benissimo i suoi muscoli, notò che lo stavo fissando e spezzò il silenzio.
"Vieni con me?"
"Dove?"
"In macchina, non fare troppe domande."
"Non dovevamo solo cenare in stanza?"
"Cosa ho appena detto?"
"Va bene però torniamo subito."
"Mark è geloso?"
"Mark? No, devo andare a lezione dimani."
Pensando a Mark mi venne una scarica di eccitazione, salendo in macchina alzai gli occhi alla finestra della stanza e vidi che Mark ci stava guardando, feci finta di nulla e entrai in macchina.
"Come vuoi.."
Simon giudó per un ora circa poi ci fermammo ad una pizzeria.
"Puoi restare in macchina? Faccio subito."
"Tranquillo, ti aspetto qui."
Mi sorrise e poi si allontanò entrando nel locale, dopo dieci minuti uscì con due cartoni grandi di pizza, li posizionò nel cofano e mise in moto, lasciandomi un bacio in fronte.
Guidó per un altra mezz'ora e poi arrivammo in una spiaggia, la luna era piena, mi aprii lo sportello e lo ringraziai, prese le pizze con un braccio e mi chiese di prendere una busta di cartone nera.
"Qui va bene?"mi chiese indicando con il dito uno spazio vicino alla riva del mare.
"Certo."
Mi passò le pizze e dalla busta cacció una coperta erome e una felpa che mi porse gentilmente nel caso avessi freddo, lo ringraziai.
"Non devi sempre ringraziare."
"E invece si, ci conosciamo appena e mi inviti a cena…"
Mi bloccò.
"Voglio conoscerti, non ti ho invitato per volere qualcosa da te, voglio che nasca una amicizia, e poi ti volevo portare via da Mark, non lo conosci, è un tipo strano, è molto aggressivo."
Cominciammo a mangiare e parlammo per ore, mi raccontó di se, della sua famiglia, del fatto che amare il surf, che era nato e cresciuto a Miami e che ora era qui a studiare per diventare un famoso scrittore.
Gli raccontai in parte di me, gli raccontai solo poco, le cose più importanti e quelle che ricordavo.
Si fecero le 23.00 e invitai a rientrare.
"Senti, ancora grazie della serata, sei un ragazzo fantastico e magari in uno di questi giorni mi insegni ad usare la tavola, ma ora dobbiamo proprio andare, ho Mark che mi aspetta per andare a letto, non ho portato con me le chiavi."
"Come vuoi."
Il viaggio di ritorno fu' più silenzioso e breve, arrivati al college rialzai gli occhi e notai che la luce era spenta e con tutta me stessa sperai che Mark fosse sveglio.
Salutai Simon con un abbraccio e bussai più volte alla porta, e alla terza volta Mark mi aprì, era a petto nudo e stringeva attorno la vita un lenzuolo, aveva i capelli scompigliati e le guance rosse; entrai, la luce era spenta e l'accesi. Vidi Molli nel suo letto completamente nuda che cercava di coprirsi con le lenzuola.
"Lei cosa ci fa qui?" Disse indicandomi
"Carina io qui ci abito e se tu vesti e vai via mi fai un piacere."
"Ci stavamo divertendo e vieni tu? Chi ti credi di essere?"
"A me cosa stavate facendo non mi interessa, questa è la mia stanza e non devo chiedere il permesso a nessuno per entrarci, e riguardo a te belloccio, non ti azzardare mai più a scopare in camera mia."
Molli si vestí e baciò davanti ai miei occhi Mark poi mi guardó.
"So che lo vuoi tu, ma lui non ti vuole."
Incominciava a farmi innervosire e con poca importanza le risposi.
"Non sono come te, puoi farlo con chi vuoi ma non qui dentro, buonanotte."
La spinsi fuori e chiusi la porta.
Spinsi Mark più volte urlandogli contro.
"Ma cosa ti viene? sai che sarei potuta venire da un momento all'altro."
"E chi pensava a te."
"Mark, qui dentro né si scopa, nè si beve nè si fuma, la stanza è di entrambi, puoi scoparti chi vuoi, ma non dove metto piede io."
Parlai e mi spogliai davanti a lui senza pensarci troppo e rimasi in intimo a girare per la stanza continuando a urlare dicendo di non azzardarsi mai più.
"Perché non posso scopare nella mia stanza?"
"Perché non sei da solo."
"Ah io non posso scopare e tu puoi uscire con chi vuoi, vedi un po a questa."
" io non scopo nessuno, uscire e scopare sono due cose diverse, noi stiamo nella stessa stanza eppure non facciamo nulla, ragioni come il cazzo."
Nel frattempo qualcuno bussò alla porta, si presentò il ragazzo della lezione di filosofia, era in pigiama e quando mi vide sgranó gli occhi poi abbassò la testa.
"Ragazzi è tardi, potete abbassare la voce? Io e il mio amico siamo di fianco e stavamo dormendo."
"Certo scusaci, comunque qualsiasi cosa noi siamo qua." Risposi
"Va bene, grazie, lo stesso è per voi."
Alzó la testa e mi sorrise, venne Mark da dietro.
"Buonanotte." E chiuse la porta sbattendola.
"Sei così scorbutico." Mi lamentai
"Sei troppo gentile con tutti."
"E qual'è il tuo problema?"
"Nessuno, vestiti più che altro"
Ero in intimo  e per aprire la porta misi la prima maglia trovata per terra, era la sua e mi arrivava sotto le ginocchia.
"Oh scusa, puoi girarti?"
"Certo non guardavo mica te."
"Ma se mi fissavi!"
"Io? Figurati, non so se indossavi una brasiliana bordeaux e il reggiseno abbinato."
"Scusa non ci ho pensato, in fondo è come se mi avessi vista in costume."
"Ah certo, perché tu al mare indossi il costume di pizzo." Disse girandosi, fortunatamente ero vestita perché avevo tolto anche il reggiseno per dormire.
"E tu che ne sai." Dissi facendo un ghigno.
Lui vide il reggiseno che indossavo un attimo prima sopra alla scrivania.
"E quello?"disse indicandolo.
"Non dormo con il reggiseno." Dissi arrossendo.
"È perché? "
"Cosa ti cambia saperlo? "
"Nulla."
"Bene e comunque non voglio mai più nessuna ragazza qui dentro."
"Sei gelosa?"disse avvicinandosi, mi allontanavo ad ogni suo passo, non volevo il suo corpo appicciato al mio, mi faceva strano.
"Io? Ti ricordo che ho un fidanzato in Italia."
"Che non sa che sei uscita oggi con Simon, nè che lo hai baciato, né che sei in stanza con me, nè che ho fatto pensieri sconci quando ho visto il tuo culo coperto solo da uno strato di pizzo."
Bene, ero partita in un sogno erotico.
Mi alzò da terra e mi fece mettere le gambe attorno il suo bacino e con la schiena al muro, respirava rumorosamente e faceva fatica a trattenersi, come facevo fatica io, sentivo la sua erezione premere su di me, avevo le mani nei suoi capelli e lui mi leccava e succhiava il collo provocando delle scariche di eccitazione; il telefono squilló e rovinò il momento, appena lessi il nome del mio ragazzo mi sentì una merda per quello che avevo fatto, Mark si mise una mano nei capelli e uscí dalla porta.
"Amore."
"Ciao piccola come stai? "
"Bene, stavo andando a letto."
"Oh scusa, mi mancavi, è da tanto tempo che non ci sentiamo."
"Eh già è più di due mesi, come mai non hai risposto ai miei messaggi?"
"Eh lo so scusami, ma sono successe delle cose, poi tra lo studio, gli esami, il lavoro, il calcio, non ho avuto tempo."
"Cazzo Luck sono più di due mesi e tu non trovi cinque secondi per rispondere alla tua ragazza?"
"Lo so ma ho avuto altro a cui pensare."
Mi sentivo delusa.
"Va bene,buonanotte."
Non aspettai una sua risposta e chiusi il telefono, Mark ancora non tornava e decisi di mettermi a letto.

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