XX

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Jimin sentì qualcosa colpire il suo braccio e aprì gli occhi con lentezza, mugolando leggermente infastidito e ritrovandosi abbracciato a Yoongi, che era ancora nel mondo dei sogni, con un'espressione serena in volto.

Si girò piano e si stropicciò gli occhi, mettendo a fuoco solo allora la figura di un uomo con il camice bianco che lo guardava incuriosito.

Gli fece cenno di alzarsi e seguirlo, rimanendo in silenzio per non svegliare il suo paziente, così Jimin passò una mano sui suoi occhi e si alzò con quanta più lentezza possibile, rimettendosi le scarpe velocemente e seguendo il dottore fin fuori la stanza.

"Mi scusi io uhm... volevo rimanere qui ma alla fine mi sono addormentato e non-"

"Non è un problema, non preoccuparti Jimin" fece l'altro sistemando i vari documenti che aveva tra le mani. "Volevo parlarti di una cosa, riguarda il paziente"

"Sì, certo, mi dica" annuì piano Jimin puntando l'attenzione sul medico.

"Yoongi verrà trasferito nel reparto psichiatrico per una settimana" disse egli leggendo le varie informazioni scritte sulla cartella clinica del ragazzo. "Ha tentato il suicidio, non possiamo rischiare, resterà lì per una settimana e poi tornerà a casa, tu potrai andare a trovarlo quando vorrai" spiegò l'uomo.

"Cosa? No, no, assolutamente no, non mi fido di quelle cose dottore, sono inquietanti, e ci sono delle-" cominciò il giovane, ma venne bloccato dal dottore.

"Vedi troppi film, piccoletto. Non è un manicomio, non verrà torturato ne verranno fatti esperimenti su di lui, se è questo ciò che pensi" ridacchiò leggermente. "Verrà solo monitorato più frequentemente, e dovrà seguire una cura di antidepressivi, non possiamo rischiare che lo faccia ancora, e sappiamo bene che ha dei precedenti riguardo ciò. È solo per questa settimana, capisco tu sia preoccupato ma è per il suo bene, non vuoi che tenti il suicidio nuovamente, no?" domandò poi l'uomo, piegando la testa. "L'altra cosa di cui volevo parlarti... Yoongi non ha nessuno, se non il fratello, costantemente in ospedale per svenimenti e robe varie, e dovrebbe essere portato in una casa famiglia"

"No! No, la prego non lo faccia, ha diciotto anni, non-"

"Fammi finire di parlare: una casa famiglia peggiorerebbe la sua situazione, e dato che gli manca davvero molto poco prima di raggiungere la maggiore età... sareste disposti a farlo stare da voi per un po'?" concluse l'uomo.

Jimin si rilassò a quelle parole, ed alzò lo sguardo verso di lui. "Io...credo di sì, ma i miei genitori non sono mai a casa, ora sono in America e ci resteranno per parecchio, posso chiedere a mia sorella" disse poi.

"Quanti anni ha tua sorella?" Domandò.

"Ventuno, quasi ventidue" rispose Jimin mordicchiandosi l'interno guancia.

"Beh, allora mi basterà parlare con lei, firmare qualche carta e farlo venire da voi... ecco, voglio aiutarlo, ma dovrà comunque continuare la cura, frequentare uno psicologo e cercare di superare tutto questo" spiegò l'uomo.

Jimin annuì lentamente e deglutì, sospirando. "Va bene, certo... cercherò di aiutare il più possibile, voglio che si riprenda e che stia bene"

"Lo vogliamo tutti, giovanotto. Beh, qui ho finito, puoi tornare dal tuo ragazzo" lo congedò il dottore con un sorrisetto. "A breve porteranno la colazione"

"N-non è il mio ragazzo" scosse la testa vigorosamente ed arrossendo.

"Sarebbe ora che lo fosse, ci si vede Jimin" gli fece l'occhiolino e se ne andò.

Jimin scosse la testa ed iniziò a camminare verso il bar per andare a prendere qualcosa da mangiare a Yoongi, sicuramente qualcosa di migliore rispetto alla colazione che avrebbero passato dalla mensa dell'ospedale, ma per sbaglio andò addosso a qualcuno.

𝐁𝐞𝐬𝐭 𝐨𝐟 𝐦𝐞 [𝐦.𝐲𝐠+𝐩.𝐣𝐦]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora