II

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Jimin buttò lo zaino sopra l'ultimo banco vicino alla finestra, che fece un rumore sordo, per poi passare al suo posto.

"Buongiorno Hyung!" disse allegramente, con un ampio sorriso.

Gli venne istintivo chiamare hyung quel ragazzo, e in effetti era più grande, quindi aveva senso.

Yoongi alzò la testa dal cellulare, lo guardò e tirò giù le gambe dalla sedia, per poi girarsi e tornare con lo sguardo sul telefono, senza ricambiare il saluto.

Jimin finse di niente e continuò a parlare, era così, era un ragazzo socievole e desiderava spesso parlare, anche esagerando a volte.

"Così sembra che saremo compagni di banco" affermò piegando la testa ed osservando il maggiore.

"Già, perché ne sei così entusiasta?" disse Yoongi con la sua voce profonda e la testa china sul suo cellulare.

"Non lo so, forse perché mi piacerebbe stringere un rapporto di amicizia con te? Non chiedo molto, solo che tu mi rivolga la parola più spesso" rispose Jimin, confuso, mettendo un tenero broncio.

Yoongi si girò verso di lui con fare scocciato e la fronte corrugata, sbuffando.

Il ragazzo con i capelli biondi lo osservò meglio; era la prima volta in quei due giorni che si ritrovava faccia a faccia con il suo compagno, dato che il giorno precedente lo aveva passato chino a scrivere appunti delle lezioni o chissà cos'altro.

La sua pelle era chiarissima, quasi bianca, i capelli di un colore naturale e scuro, a differenza del suo, e delle labbra screpolate, dalle quali mai Jimin avrebbe pensato di essere così attratto come in quel momento.

"Perché mai dovrei fare qualcosa che non voglio fare?" disse il più grande, distogliendolo dai suoi pensieri, inarcando un sopracciglio.

"Aish, sei sempre così scontroso?! Siamo compagni di banco e dovremo lavorare spesso insieme, vorrei evitare di parlare con un muro" spiegò irritato Jimin, agitando le mani.

Yoongi sbuffò; invidiava quel ragazzo, quello era il motivo del suo comportamento.

Conosceva Jimin, tutti lo conoscevano in quella scuola, e lo aveva sempre visto sorridente, lo invidiava perché lui non sarebbe mai e poi mai stato così sorridente.

Purtroppo la vita aveva deciso di essere uno schifo e non gli avrebbe mai permesso di essere veramente felice, eppure la vista di quel ragazzo biondo irritato e con un adorabile broncio, lo addolcì un po'.

"Allora dimmi, cosa vuoi sapere della mia interessantissima vita, Park Jimin?" chiese infine, sospirando per aver ceduto così facilmente.

Jimin fece un sorrisetto soddisfatto e cominciò ha parlare, ma venne interrotto dall'arrivo del professore in classe. "Oh, ma dai" alzò gli occhi al cielo, scocciato ed incredulo.

Yoongi ghignò leggermente. "Ops, mi sa che non era destino" disse divertito.

"Antipatico" borbottò il minore, alzando gli occhi al cielo e prendendo il quaderno per cominciare a seguire la lezione.

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Passarono due lunghe settimane tra i banchi di scuola, e a differenza delle aspettative di entrambi, Yoongi era riuscito ad essere meno diffidente nei confronti di Jimin.

Neanche lui se lo aspettava, eppure quel ragazzo era così gentile con lui...mai nessuno lo era stato, e Yoongi iniziava a sentirsi meno solo e più accettato.

Non avrebbe mai pensato di trovare un amico nel ragazzo più amato della scuola, ma Jimin era veramente una bellissima persona; una persona, tra l'altro, molto paziente, ci aveva messo parecchio per farlo parlare, e continuava a sopportare quel carattere che a parer suo faceva veramente schifo.

𝐁𝐞𝐬𝐭 𝐨𝐟 𝐦𝐞 [𝐦.𝐲𝐠+𝐩.𝐣𝐦]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora