Chapter 55.
Di solito il giorno del tuo compleanno si è in compagnia, con tanta gente che ti circonda, tanti parenti che almeno una volta all'anno ti privilegiano della loro esistenza chiamandoti per gli auguri. E a me è sempre piaciuto questo giorno: essere circondata da persone che ti vogliono bene e che festeggiano con te, scartare i regali insieme, eppure questo giorno, a differenza di tutti gli altri degli scorsi anni, mi sono isolata da tutto e tutti.
Con un libro sulle gambe, uno chignon riuscito male e gli occhiali leggo mentre una barca familiare mi trascina lentamente per il lago che conosco come le mie tasche.
Sospiro e sposto lo sguardo dal libro intitolato An Imperial Affliction, agli alberi che grazie al venticello oscillano con le loro chiome. Li guardo come se potessero darmi una risposta a questa confusione che è presente nella mia mente.
Sono così confusa: un giorno voglio picchiarlo e un giorno voglio baciarlo fino alla fine dei miei giorni. È così confusionario, e io non sopporto le cose confusionarie.
Vorrei tanto dimenticarlo, eliminarlo dalla mia vita; il che è assurdo perché lui è la mia vita. Vorrei fosse facile dimenticarlo, così da non doverci pensar su e smettere di fingere un sorriso ogni giorno. Vorrei tanto capire la cosa giusta da fare per me.
Il mio cuore dice di correre da lui e non lasciarlo mai più e il cervello mi dice di avere più rispetto per me stessa e mi ricorda costantemente cosa mi ha fatto e se una persona così brutale merita il mio perdono.
Quel cd è stato il colpo di grazia per il mio cuore, è stata la cosa che mi ha fatto venir ancora più voglia di andare da lui. Quelle parole scritte sopra con un pennarello blu:
"Remember us."
"Ricordati di noi."
Non devo pensarci, no. Oggi è il mio compleanno e dovrei essere felice e spensierata, devo riuscire a non pensarlo almeno oggi.
Subito mi torna in mente il fatto che le mie amiche si incavoleranno tantissimo quando verranno da me e non mi troveranno.
Ho la sensazione di essere in ritardo e posando il libro sul legno, torno al molo remando. Scendo dalla barca, ritornando sulla terra ferma. Corro agli armadietti, dove ho lasciato la mia borsa e il mio cellulare mi dice che sono le 18:50.
Scorrendo con il dito sullo schermo, trovo millemila messaggi da parte delle mie amiche. Persino da parte Harry, dove mi chiede dove sia, il che è davvero preoccupante dato che io ed Harry non mi scrive quasi mai.
Ringrazio come sempre Fred e lui mi augura ancora una volta buon compleanno.
"A presto!" esclamo e entro nella macchina, accendendo il motore.
Il mio telefono squilla sul sedile opposto al mio e lo afferro mentre esco dalla grande entrata di questo grande parco. Incastro il telefono tra la spalla e l'orecchio mentre imbocco l'autostrada.
"Ma dove diavolo sei finita? Ti stiamo aspettando qui da un'ora!" mi rimprovera Eleaonor, scandendo per bene ogni parola.
"Ero a fare una tranquilla passeggiata, per prepararmi psicologicamente alle torture che mi farete" sdrammatizzo ridendo. Mi sento come un bambino che ha appena fatto un guaio e per farsi perdonare dalla madre fa gli occhi dolci, un po' come Lily.
"Sei in ritardo" mi ricorda, ritornando seria.
"Lo so El, non preoccuparti, arriverò a casa in quanto meno te lo aspetti" la rassicuro.
Chiude la chiamata e continuo a guidare, emettendo un respiro profondo, non del tutto pronta ad affrontare questa serata.
**
STAI LEGGENDO
You are so beautiful to me 2. (Sequel)
FanfictionIl continuo di 'You are so beautiful to me'.