1. La famiglia Addams esiste e vive nell'Oregon

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Immaginate l'erba verde, di un verde brillante. Immaginate il cielo terso di un azzurro talmente intenso che non sembra neanche vero. Poi immaginate un laghetto poco più in là che riflette la luce del sole, come se cosparso di diamanti, e più in fondo una villetta bianca.

Bene, qui è dove vivo io. In una vita parallela.

Già, perché in questa di esistenza invece sono nata da due individui macabri che hanno deciso di vendere la loro casa in California, ritenuta troppo calda e caotica, per trasferirsi nell'Oregon, la terra della pioggia, del freddo e dell'umidità, il tutto per trarre maggiore ispirazione da un'atmosfera più tetra grazie alla nebbia, alla foresta dietro casa e alla casa stessa uscita direttamente da American Horror Story.

Se non l'aveste ancora capito, i due soggetti citati sono i miei genitori che si dilettano a scrivere romanzi inquietanti che riscuotono un discreto successo in una nicchia costituita da gotici/vampiri/ossessionati-da-Frankenstein.

Da bambina la mia favola della buona notte erano i romanzi di Edgar Allan Poe e il mio amico invisibile era uno zombie di nome Marcus.

E poi la gente si chiede perché io sia strana. Sottolineo, strana simpatica.
Oggi è una di quelle mattine in cui sono in ritardo. Cioè, una di quelle mattine come tutte le mattine. E di certo mio fratello non mi dà una mano, dato che lo sto cercando per tutta la casa da almeno 45 secondi.

-Micah! - lo chiamo.

Scendo le scale arrivando in cucina. Non è neanche qui.

-Micah!

Apro la porta di casa ritrovandomi nel nostro giardino incolto.

Come sempre, c'è nebbia. Come sempre, i miei capelli diventeranno crespi tra 3, 2, 1.

-Micah...

Mio fratello, uno scheletrino occhialuto di undici anni, mi osserva attentamente, tenendo in mano un topo.

Passo una mano sugli occhi.

-Micah, lascia stare quell'essere.

-No! I vicini hanno messo delle trappole per topi! L'ho salvato appena in tempo.

-Molto nobile da parte tua, ma adesso dobbiamo andare o faremo tardi a scuola. E lavati le mani!

Non gli do il tempo di replicare che mi avvio verso la mia auto, una Fulvia Lancia di un secolo e tre quarti fa al cui interno si trovano almeno tre tipi diversi di amuleti regalati da zia Savannah per proteggerci da incidenti di qualsiasi natura.

Insomma, se non l'aveste ancora capito, mi sono adattata. Ma con i miei genitori, mia zia e mio fratello, non c'entro proprio nulla. Per una lunga fase della mia vita ho creduto di essere stata adottata, ma ahimè c'erano segnali sin troppo chiari che i miei genitori fossero i miei veri genitori, prima di tutto per la forma del mio viso odiosamente ovale come quello di mia madre, la pelle chiara e i capelli scuri, la statura bassa, anche quelli ereditati da lei.

Mentre aspetto mio fratello, il mio cellulare vibra e lo estraggo dalla tasca.

E sorrido come un'ebete.

Jay_01 scrive:

<<Buongiorno!>>

Mi sbrigo a digitare la risposta.

Flying_girl scrive:

<<Buongiorno a te!>>

Poggio la testa all'indietro continuando a sorridere.
Arrivata a questo punto, dovrei raccontare perché utilizzo uno sciocco nick name. E per farlo, dovrei fare un altro salto indietro nel tempo.
In particolare, al giorno in cui arrivai qui in Oregon, alla veneranda età di otto anni. All'epoca andavo in giro con vestitini neri e le treccioline stile Mercoledì Addams e probabilmente incutevo un certo timore negli altri bambini.

L'unico ad avvicinarsi a me fu James Hollow, un bambino lentigginoso dai capelli spettinati e gli occhi azzurrissimi.

Con il senno di poi, posso dire che la me versione Mercoledì Addams ebbe più fortuna della me versione provo-ad-essere-una-persona-normale. Già perché quella fu l'unica volta in cui parlai con James. Essendosi avvicinato lui, anche altre persone iniziarono ad avvicinarsi a me, ma lui continuò dritto per la sua strada. Inutile dire che ho una cotta per lui da allora. Come prevedibile, adesso lui è il bello della scuola. E io non sono ancora riuscita a parlargli. Non di persona, almeno.

Però ecco, ho scoperto che gioca con un'app che ho scaricato anch'io, sapevo che il suo nick name era Jay_01 perché sono una stalker, e ho iniziato a scrivergli tramite quell'app mantenendo l'anonimato.

Jay_01 scrive:

<<Stanotte ti ho sognata>>

Boom.

Flying_girl scrive:

<<Come hai fatto a sognarmi se non sai chi sono?>>

Jay_01 scrive:

<<infatti non ricordi il suo viso, ma so che eri tu. Mi sembra di conoscerti benissimo>>

Beh per forza. Ci scriviamo da due mesi ormai, praticamente tutti i giorni.

-Hai la stessa faccia che hanno quelle persone vomitose in quei vomitosi film d'amore - dice mio fratello entrando in macchina.

Poso il cellulare e accendo il motore.

-Taci mostriciattolo. Per colpa tua faremo entrambi tardi a lezione.

E così partiamo. Insomma, è già finito il primo capitolo e non sapete ancora come mi chiamo. Ah no, l'avete letto nella descrizione della storia.
Che sfiga.

Angolo Freya

¡Hola chicos!
Eccomi con una nuova storia d'amore.
Kim è molto diversa dalle solite protagoniste e spero che la sua storia vi piacerà. Intanto cosa pensate del primo capitolo?
A presto!

Weird and weirdoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora