_Si parte_

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ALEC

Erano giorni che non riuscivo a parlare con Magnus, ogni volta che io tornavo a casa dalle lezioni, lui se ne andava per il suo nuovo lavoro part-time nel negozio di abbigliamento del campus. Apro la porta di casa nel silenzio più totale a cui, oramai, mi ero abituato. Sospiro e butto le chiavi sulla penisola della cucina. Poggio lo zaino a terra e mi butto a peso morto sul divano sospirando. Perché sentivo la sua mancanza? Insomma... ci siamo baciati solo due volte. La prima me la ricordo appena e la seconda volta, dopo pochi minuti, è arrivato Jace e Magnus se n'è andato. Da lì non sono più riuscito a parlargli. Dovevo capire che stava succedendo, ne sentivo la necessità e... dovevo trovare anche un modo per dirlo a mamma, che mi ammazza di sicuro se gli dico che sono Gay. Sospiro di nuovo e sento il cellulare squillare. Rispondo senza controllare lo schermo.

-Alexander? Sono Magnus

Magnus?! 

-Magnus? dimmi, è successo qualcosa?

Chiedo preoccupato, non mi aveva mai chiamato... e mi mancava la sua voce, ora me ne rendevo conto.

-No, no, ma il professore ci vuole in aula magna tra dieci minuti. Riesci a esserci? 

Mi alzo velocemente e prendo il mio zaino.

-Si si, certo. Perché non ha chiamato me? 

-Ha detto che non ha il tuo numero

Esco di casa facendo le scale di corsa. Già, me ne ero dimenticato.

-Si, si, ha ragione. Ma, verrai anche tu?

Dico con la voce leggermente tremolante.

-Si, certo. Ho detto a Josephine che farò un oretta di ritardo, non penso che mi licenzierà per questo.

Lo ascolto in silenzio mentre camminavo velocemente, per fortuna l'aula magna era piuttosto vicina a casa nostra. In pochi minuti arrivo lì senza chiudere la chiamata, entrambi rimanevamo in silenzio. Io con il respiro pesante e lui che respirava tranquillamente, mi piaceva anche soltanto sentirlo respirare. Era come se fosse lì accanto a me.

-Sono qui 

Dico e vedo una mano alzarsi e luccicare, a causa degli anelli che portava alle dita, mi faccio spazio tra i ragazzi lì davanti che aspettavano che le porte si aprissero e raggiungo Magnus con il cuore in gola. Tolgo il telefono dall'orecchio e chiudo la chiamata. Alzo gli occhi su di lui e gli sorrido appena.

-Ciao 

Dico con la voce che tremava e il cuore che mi saltava dal petto 

-Ciao Alexander 

Dice lui sfoderando un fantastico sorriso. Oh dio reggetemi che svengo, diamine. Gli sorrido arrossendo e le porte dell'aula si aprono. Noi eravamo praticamente i primi e entriamo senza problemi sedendoci in prima fila. Io accanto a lui. IO ACCANTO A LUI. Le mani mi tremavano leggermente, oddio ma che mi stava prendendo? Faccio un respiro profondo rilassandomi contro la scomoda sedio su cui ero seduto. Lui mi guarda perplesso e appena prova a dire qualcosa il professore batte con la mano sul microfono per vedere se funzionava. Si schiarisce la voce e inzia a parlare.

-Ciao a tutti ragazzi, come ben sapete, ogni anno la scuola organizza una vacanza studio per tutti gli studenti. Quest'anno si terrà a Valencia, in Spagna. Prima che ognuno di voi si metta a sclerare vi spiego di cosa si tratta. Ogni mattina dalle 9:00 alle 12:00 sarete in una scuola dove parleranno solo spagnolo naturalmente. Dopo avremo delle gite organizzate dalla scuola, una anche all'oceanografico. Comunque, apparte questo, si estenderà per una settimana e non in albergo ma in una casa. Quindi ogni famiglia ospiterà due di voi, vi preghiamo di comportarvi per bene. Il prezzo è circa intorno ai 500, quindi nemmeno esagerato. Chiunque sia in questa stanza potrà partecipare e, per chi è interessato, all'uscita troverà un foglio. Ci scriva nome, cognome e dormitorio o numero di telefono. Vi ringraziamo per l'attenzione, potete andare.

Mi alzo e sorrido a Magnus che era evidentemente euforico. Anche io ero contento di partire e ormai io e lo spagnolo eravamo una cosa sola. Lui mi guarda e mi sorride, vedo arrivare Jace che appena mi è vicino mi tira una pacca sulla spalla.

-Vediamo se questa volta non sbagliano a metterci in stanza

Ride e mi guarda. Aspetta... io volevo stare con Magnus, ma come glielo spiegavo. Guardo prima Jace poi Mag, lo vedo abbassare lo sguardo sulle sue unghie e sposto di nuovo lo sguardo sul mio migliore amico sorridendogli.

-Si, certo

Magnus fa un respiro strozzato e gira sui tacchi andandosene. Cazzo.

-Mag!

Lo chiamo sperando che si fermasse, invece continua a camminare a spasso spedito. Continuo a seguirlo tirando gomitate alle persone che erano nel mezzo.

-Magnus

Sussurro appena sono abbastanza vicino da posargli una mano sulla spalla, lui si volta e sussurra

-Devo entrare a lavoro o Josephine mi licenzia. Ci si vede a casa, penso

Dice riniziando a camminare velocemente, rimango fermo e vedo raggiungermi da Jace e Simon.

-Fratello? Tutto bene?

Annuisco mentendo e appena fuori dall'aula scrivo il mio nome sorridendo quando vedo quello di Magnus. "Alexander Gideon Lightwood, M12". Poggio la penna e aspetto che scrivano Jace e Simon per poi salutarli e andare verso il dormitorio. Mentre cammino con le cuffie nelle orecchie noto un ristorante cinese, mi salvo il numero e torno casa. Appena entro, in quell'appartamento silenzioso, poggio lo zaino e mi siedo sul divano. Sospiro pensando a Magnus e prendo il cellulare. Digito il numero del ristorante e ordino del riso alla cantonese, dei ravioli al vapore e degli involtini primavera. Aspetto pochi minuti prima che suoni il fattorino, era una ragazza. Piuttosto alta, con la coda di cavallo che le usciva dal cappellino arancione e la divisa. Mi sorride cordialmente e pago la mia cena. Mi siedo a tavola, mangio velocemente e nemmeno tutto e mi butto sul divano. Volevo aspettare Magnus sveglio, volevo parlargli, avevo bisogno di parlare con lui. Chiudo un secondo gli occhi, che succederà appena mamma lo verrà a sapere? Mi parlerà più? Riuscirà più a guardarmi? Papà? Mi accetteranno? Sospiro rilassandomi e poco dopo mi addormento sul divano.

TRUE LOVE STORY||MALECDove le storie prendono vita. Scoprilo ora