Dark

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CAPITOLO 6.

Cerco di fare luce nella mia mente,ma ora come ora non ci riesco.

La stanza sembra prendere vita mentre i ricordi mi balenano davanti alla faccia.

Mia madre che muore dentro e io che mi occupo di Prim.

Tutta quella merda da sopportare da sola,con solo la rabbia di Gale come amica.

Ogni tanto la rabbia cessava e il vero Gale veniva fuori,proprio come succedeva a me.

Ogni tanto la delusione e la scontrosità spariva e lasciava spazio alla vera Katniss,o meglio a Catnip.

Eccola di nuovo di fronte a me.

Mia madre.

Il suo sguardo non cambia di una virgola,troppo spento,troppo freddo.

Grigio.

Ecco cosa vedo.

Una donna che ha mollato tutto,senza più speranze,senza più certezze.

Una donna con la pelle segnata da molte rughe. Non dovrebbe averle,è giovane infondo.

I biondi capelli sembrano essersi dissolti nel vento per lasciare spazio alla tristezza dei suoi capelli grigio pallido.

Niente collega alla vita,guardandola si ha solo l'impressione di qualcuno che è morto da tempo.

"Mamma" sussurro.

Qualcosa guizza per un secondo nei suoi occhi ma l'attimo dopo sono già spenti.

Sento gli occhi pizzicarmi,ma non piangerò davanti a lei,non adesso.

"Katniss?" domanda.

Annuisco solamente perchè ogni parola sarebbe inutile,superflua.

Mi prende la mano e scoppia a piangere.

"Cosa ti è successo?" mormoro asciugandomi una lacrima,prima che mi veda.

La donna di fronte a me non parla però.

Rimane a fissarmi e continua a chiedere scusa.

È tutta un infinita ripetizione di "Scusa" e non penso che potrei sopportare oltre.

Una donna si affaccia dalla porta e mi riconosce.

"Katniss?" domanda.

"Si" replico.

"Adesso,penso che tu voglia delle spiegazioni su tua madre e io te le darò,ma dammi il tempo di calmarla." dice paziente la donna di fronte a me.

È una donna di colore,con i riccioli e degli occhi veramente profondi.

È bella nell'insieme penso,anche giovane.

Forse un pò troppo giovane per fare questo lavoro.

"Mi trovi fuori" dico scrollando le spalle.

Faccio qualche passo e finalmente l'aria aperta si fa spazio dentro di me.

L'aria pulita mi entra nei polmoni come non faceva da tempo,e se non fossi in tutto quel casino adesso sarei felice probabilmente.

Peeta è qualche metrò più in la che osserva il mio viso disperato.

Potrà mai andare qualcosa per il verso giusto?

Mi viene in contro e senza bisogno che io parli mi chiede cos'è successo.

"Ho incontrato mia madre" dico continuando a fissare il vuoto.

"Fra poco verrà una badante a parlare con me" proseguo.

"Per spiegare" concludo.

Sembra che non mi importi ma non è così.

Stò muorendo dentro e vorrei sparire.

Peeta mi prende la mano e mi fa sedere su una panchina.

Aspettiamo in silenzio,senza bisogno di dire nulla,senza bisogno di parlare.

Qualche minuto dopo la porta del grande ingresso si apre e la donna che ho visto prima si dirige verso di noi.

"Mi chiamo Sheila" dice la donna porgendomi la mano.

"Sai già chi sono" dico scontatamente.

Lei mi sorride e si siede vicino a me e a Peeta.

"Allora.." inizio ma lei mi interrompe.

"Ti racconto tutto,un secondo solo." dice Sheila.

Rimango un pò spiazzata ma lascio perdere e la ascolto.

"Dopo che la Coin è morta e tutte quelle cose li,qui è tornato tutto alla normalità,tutto si,ma non tua madre. Tua madre è rimasta sulla sedia di casa sua per i seguenti quindici giorni. Dopo di che sono intervenuti degli ufficiali per assegnare qualcuno a quella donna,e mi è capitato a me. Tutte le notti,nei sogni,non faceva altro che urlare e urlare il tuo nome insieme ad un altro,mi sembra Prim. Tua sorella." prende un secondo di fiato e io ne approfitto per rimettere a posto i pezzi confusi nella mia testa.

"Non ricorda più molto della sua vita,è caduta in una depressione molto più forte di quella dei precedenti anni.." continua.

"Ehi,un momento,come facevi a conoscere della precedente depressione?" la interrompo.

"Sono stata informata dal signor Gale" dice senza scomporsi.

Rimango un momento sorpresa,ma poi annuisco.

D'accordo,d'accordo.

Resto immobile per qualche secondo.

"Non era previsto un avvenimento del genere" dice poi.

"Lo so,neanche per me era previsto" rispondo.

Peeta mi stringe la mano.

Grazie al cielo che c'è lui con me.

Sorrido mentalmente pensando a quanto io sia fortunata.

"Che cosa devo fare secondo te?" chiedo alla donna.

"Non lo so Katniss. Forse potresti provare a recuperare il rapporto con tua madre,oppure potresti andartene,ma non tornare se te ne vai" dice leggermente nervosa.

Rimango legermente infastidita da quelle sue parole,ma infondo ha ragione.

Io mi sono fregata di lei,lei di me.

È tutta un'infinta catena.

Che non si potrà mai rompere.

Mai.

Eccoci con un nuovo capitolo,vi prego di commentare così posso capire se la cosa non stà scendendo nel banale.

Grazie mille a tutte.

Aurora

"Tu mi ami vero o falso?"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora