Never Again

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Capitolo 18.

Appena leggo le ultime parole della lettera,una rabbia incandescente si impadronisce di me,strappo la carta ingiallita e la getto nel fuoco.

Bell'idiota Peeta Mellark.

Ti dimostrerò che non sei dio sceso in terra,io posso,devo farcela.

Mi alzo e vado fuori,ho bisogno di aria.

Mi siedo sui gradini di casa mia e osservo la gente passare.

Tante cose sono cambiate,ma tante no.

Le abitudini delle persone restano sempre le stesse,che si voglia o meno.

Credo che sia questo che una rivoluzione non può cambiare: Le persone.

Si certo,cambiarle fisicamente questo è puramente normale,ma nessuno di loro cambierà nelle sue azioni quotidiane,perchè è questo che la vita ci mette davanti,una lenta e incessante ripetizione delle cose,viste secondo il nostro punto di vista.

“Catnip!” mi saluta Gale.

Sorrido,anche se non ne ho voglia,infondo lui se lo merita.

“Devi svagarti,avanti vieni con me” mi dice.

Sono tentata di controbattere,ma non lo faccio.

Le forze mi hanno abbandonato,non ne ho la minima voglia.

Così lo seguo,incapace di capire dove stiamo andando.

Cerco di fare mente locale,ma mi è veramente impossibile.

“Gale,dove diavolo stai andando?” gli chiedo ad un tratto.

Lui non mi risponde e continua a camminare,testardo come un mulo,come al solito.

“Uff Gale,sai che non mi piacciono le sorprese o questo genere di cose” sbuffo.

“Questa si” dice continuando a camminare,tirandomi per un braccio.

Siamo nella periferia del distretto,dove un tempo c'era il mercato credo. È tutto così cambiato...

Finalmente Gale si ferma. Siamo davanti ad una casa,mezza distrutta,senza il tetto.

“Che cosa significa Gale?” domando,speranzosa di una risposta decente.

Lui non mi considera,continua a scrutare la casa,poi urla.

“Vieni fuori!”

Per un momento temo che li dentro ci possa essere Peeta o Finnick,o non ne ho idea,ma poi succede la cosa più bella,la più inaspettata.

Esce Johanna.

Ma non è sola,c'è una piccola bambina con lei,assomiglia moltissimo alla madre,ma chi diamine è il padre.

Quando mi vede corre ad abbracciarmi.

“Mi sei mancata tanto!” sussurra abbracciandomi.

Johanna,la dura Johanna che si scioglie in un abbraccio.

“Sei cambiata,più..sexy” dico non trovando le parole esatte per descriverla.

Gale si avvicina e prende in braccio la bambina.

Ehi,fermi un momento,quella non è sua figlia vero?

“Ehm..quella chi è?” domando leggermente imbarazzata.

“Mia figlia” dice Johanna sorridendo.

“Nostra figlia” aggiunge Gale.

O mio Dio.

Non ci posso credere,Gale e Johanna ed una bambina?

No fermate il tempo,questo è uno scherzo.

“Katniss stai bene?” domanda Gale.

“Oh si...io ecco..sono solo un po' sorpresa..insomma..” dico allargando le braccia.

Loro mi sorridono e per la prima volta mi sento fuori da tutto. Mi sento fuori da un quadretto “idilliaco” loro tre sono li,una famiglia perfetta,con una figlia,io sono da sola,sono solo di troppo.

Peeta mi ha lasciata,il mio bambino mi ha lasciata,nessuno c'è più per me.

“Siamo anche sposati” aggiunge il ragazzo dagli occhi grigi.

Per qualche secondo la testa mi gira,poi tutto si stabilizza di nuovo.

“Che bello” dico con voce tremante.

Non mi importa di Gale in quel senso,non potrò mai amarlo,ma come amico...non avrebbe dovuto dirmi qualcosa? Cavolo...niente di niente...

“Sentite io devo andare a casa,se volete potete venire a cena” propongo sperando che non notino la mia instabilità.

“Oh se non crea disturbo” risponde Johanna.

“No per niente” dico sorridendo e voltandomi.

Una lacrima mi riga la guancia sinistra.

Ancora una volta non sono nessuno,ancora una volta sono solo io con me stessa.

Va avanti Katniss,tu puoi farcela.

Continuo a ripetermi questa frase nella testa,ma non funziona.

Niente funziona.

L'unica cosa così bella e accogliente è la morte,voglio morire vi prego.

-

La cena è passata bene,la bambina ho scoperto si chiama Heisel,nome interessante.

Loro sono andati via,io mi butto sulla poltrona,davanti al camino e rimango a fissare le fiamme che si contorcono.

Vorrei sapere che sta facendo Peeta in questo momento,a cosa pensa,se è felice.

“Sera Katniss” dice una voce alle mie spalle.

Sobbalzo e mi volto,Finnick è dietro di me.

Fa qualche passo e si siede sulla poltrona accanto alla mia,quella dove si sedeva sempre Peeta.

Per un momento avrei voglia di scacciarlo,di mandarlo via,ma non lo faccio.

Infondo Peeta non c'è più,lui mi ha lasciata sola.

“Come vanno le cose?” mi domanda.

Non so cosa mi spinge ad aprirmi con lui,ma lo faccio.

“Ho perso il bambino,Peeta è fuggito in una qualsiasi distretto,come credi che mi vada?” dico sarcasticamente.

Lui ride,ma nella sua risata c'è un pizzico di amarezza,una risata nervosa,carica di cose non dette e azioni non fatte.

Ma io,voglio davvero stare tutta la vita ad aspettare Peeta?

Potrebbe anche non tornare più.

Quindi perchè io devo aspettarlo?

Non sono mai stata brava a gestire i miei sentimenti e non credo che mai lo sarò,così quando lui si sporge verso di me,la distanza la tolgo io,sperando che in un secondo possa trasformarsi in Peeta,e possa riaverlo con me.

Ma quello è Finnick,e il ragazzo del pane è così lontano.

Gli metto una mano dietro la testa e lo attiro a me.

E' giusto quello che sto facendo?

"Tu mi ami vero o falso?"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora