Obsolution

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Capitolo 16.

Cammino avanti e indietro per la stanza,la distruzione di Peeta ha lasciato spazio al nervoso,che sembra l'unica cosa capace di tenermi in vita.

In questo momento avrei voglia di spaccare la faccia a qualcuno,magari a Peeta o a quel cretino di Finnick che è scomparso per l'ennesima volta.

Ho dovuto sopportare Annie,con i suoi piagnistei,disperata perché il suo fedelissimo marito era scomparso ancora. Pff.. 

Gale è tornato,si beh..è tornato per il matrimonio,dato che non sapeva nulla,ma almeno è tornato.

Effie sarà qui a momenti e io non ho nessuna intenzione di parlare con lei. 

Tanto so già come finirà.

Io incomincerò ad urlare e lei si arrabbierà,tutto qua.

Suona il campanello e io,raccogliendo tutto il mio buon senso,che sembra ormai essere sparito,apro la porta.

“Katniss cara!” mi saluta Effie,buttandosi letteralmente al mio collo.

Sospiro e ricambio l'abbraccio.

“Ciao Effie” le dico.

“Allora,dimmi che è tutto uno scherzo su” mi esorta.

La fisso per un secondo,poi mi decido a parlare.

“Non è uno scherzo Effie,spererei che lo fosse,ma purtroppo non lo è” rispondo.

“Ah,dove si è nascosto Peeta? Dai lo voglio salutare!” esclama incominciando a girovagare per casa.

“Effie” la richiamo.

Non mi considera e continua a girare per casa.

“Effie” dico più forte.

“Effie!” urlo.

Lei si volta spaventata e mi fissa.

“Peeta non c'è. Peeta non c'è più!” urlo scoppiando a piangere.

Lei mi guarda per un po',poi mi sorpassa e si avvicina alla porta.

“Devo annullarlo allora” mi dice.

Annuisco e la vedo uscire dalla porta.

Odio tutto questo,vorrei morire.

Odio Peeta,lo odio perché non riesco ad odiarlo. 

Mi lascio scivolare a terra,mentre una marea di ricordi mi invade.

Katniss Everdeen,la ragazza in fiamme.

Peccato che le fiamme si sono spente da un po'. 

Niente più fuoco,niente calore. 

Fatemi ritornare indietro,vi prego. 

Voglio ritornare a correre nei boschi,quando l'unica preoccupazione era cosa mangiare la sera,come procurare il cibo.

Quando l'unica preoccupazione era ricavare abbastanza dalla vendita di un cervo. Quando c'era ancora il dente di leone a darmi speranza.

Pov Peeta.

Ho riflettuto molto. Sono passati solo due giorni,ma so cosa devo fare PENSARE. Ma qui non posso farlo,troppi ricordi e troppi condizionamenti dalle persone che mi stanno intorno. 

Lo faccio per Katniss e anche se può sembrare una cosa stupida ed egoista,devo ritrovare me stesso. 

Per vivere con lei devo essere me stesso,e con lei lo sono,l'unica che mi è sempre stata accanto e io ora la sto tradendo miseramente.

Mi sento un codardo e un vigliacco,sopratutto per nostro figlio..già nostro figlio.

Vado nell'undici. Fino a data da definirsi.

Qualcuno bussa alla porta di casa,spero che non sia Katniss.

Apro e mi trovo davanti Gale,è cambiato. Ha la barba ed è più alto. Le sue mani sono segnate da profonde rughe,suppongo il lavoro. Ma ha sempre gli stessi occhi,gli occhi di Katniss.

“Gale?” domando sbalordito.

Lui non risponde,ma mi prende per il colletto della camicia che indosso e mi “appiccica” al muro.

“Ascoltami bene. Mi sono trattenuto in questi giorni,sapendo quello che hai fatto a Katniss. Ma questa è la goccia che ha fatto traboccare il vaso” mi dice.

Non capisco minimamente di cosa stia parlando,così mi limito a fissarlo e a storcere la testa.

“Katniss è all'ospedale” risponde.

“Cosa? Perchè?” domando in preda all'ansia.

“Questo lo vedi quando ci arriviamo all'ospedale,muoviti” dice lasciando il colletto della mia camicia e allontanandosi verso la porta d'ingresso.

Mi affretto a seguirlo non capendo assolutamente niente di quello che stà seguendo.

Che cosa potrebbe aver fatto Katniss? 

Mille domande mi assalgono e il mio cuore batte ancora più forte.

Sono sicuro che è tutta colpa mia,qualsiasi cosa sia successa.

Sono un cretino,tutte le volte che mi propongo di aiutarla indirettamente poi faccio solo peggio.

Lo sapevo,sapevo che non dovevo farlo.

Ma è troppo tardi adesso no? 

Continuo a riempirmi di insulti mentre continuo a camminare dietro a Gale,che non sembra aver per niente voglia di parlare.

“E' grave?” gli domando.

Lui mi guarda,e credo che se non lo facesse per Katniss a quest'ora sarei già morto. 

Non mi risponde e continua a tirare dritto davanti a se,verso l'ospedale.

Finalmente arriviamo,stò per entrare,ma Gale mi ferma.

“Ascoltami bene Peeta Mellark. Qualsiasi parola sbagliata,o azione,ti costerà cara. Se Katniss ti dice di andartene fallo. Se ti dice di restare,resta. Ma mi raccomando,non imporle la tua presenza,anche dopo quello che saprai” mi avverte.

Le sue parole mettono ancora più confusione dentro di me. Veramente non capisco,che diavolo succede?

Entriamo nel grande edificio bianco,che mi porta non pochi ricordi..

Gale sembra conoscere la strada e mi guida fino alla camera di Katniss.

Fuori ci sono dei dottori,mi precipito da loro.

“Che cosa è successo?” domando.

“Lei chi è?” chiedono a loro volta.

“Io sono il fidanzato,cioè il marito o meglio...si insomma” dico allargando le braccia.

“Ah bene..” dicono i tre uomini con i camici bianchi.

Sono quasi spaventosi adesso che li guardo.

“Potete dirmi che cosa succede?” li esorto.

Loro non parlano,si limitano a passarmi un foglio,dove sono scritte tantissime parole che non capisco.

Scorro con gli occhi il foglio,cercando di captare quello che mi serve.

Poi lo vedo,il mio cuore fa un tuffo.

Non ci posso credere.

Che cosa sarà successo stavolta? ehehehe...forse qualcuno può immaginarlo..

"Tu mi ami vero o falso?"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora